TU SORDA E IO ERO MUTO / COME TE NESSUNO MAI, Dal forum Fracassino

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zeldina
icon12  view post Posted on 12/10/2008, 18:24




5 ottobre 2008: prima puntata di Amici 8. Dietro le quinte i ragazzi della vecchia edizione erano pronti ad entrare in studio per cantare per l'ultima volta la sigla, l'ultima volta prima di essere sostituiti da una nuova classe, da altri ragazzi, sperando di non essere sostituiti anche nel cuore dei fans. Cassandra si guardava intorno, con aria malinconica. Francesco la prese per un braccio e le disse con tenerezza:"Che c'è , ci? Hai nostalgia dei vecchi tempi?"" lei fece segno di si con la testa. Non voleva parlare,però, perché sapeva già che stava per scoppiare a piangere e si sentiva tremendamente stupida. Ma lui, che la conosceva bene, rise e disse:"E non piangere, dai" e abbassando la voce, aggiunse:"Pensa che non dovrai più vedere rwm di Roberta che ti sbraita contro". Anche lei ora rideva , mentre rispondeva:"Ah, certo, della serie: in ogni cosa troviamo il lato positivo!"
Intanto dalla regia iniziarono il conto alla rovescia: 3, 2, 1. ed eccoli di nuovo tutti in studio. "Se sei a terra non strisciare mai, se ti diranno sei finito non ci credere" Un'ora di trasmissione ed era finito tutto. La vecchia classe di Amici uscì dallo studio. Erano tutti un poco tristi. Anche Cassandra. Ma lei era triste soprattutto perché doveva separarsi dal suo ciccino. Gli si aggrappò al braccio e lo guardò con aria tristem mettendo il broncio:"Uffa , e ora chissà quando troverai di nuovo dieci minuti per me?"
"Ma smettila" rispose lui con una risatina "Ci sentiamo per telefono, tanto, no?!"
Poi la guardò fisso negli occhi e l'abbracciò, dicendole:"Allora, ci, ti chiamo una di queste sere ok?" Lei ricambiò l'abbraccio, poi si staccò e lo lasciò andare. Sospirò, appoggiandosi al muro. Susy la raggiunse e le disse"Cassy, va tutto bene, si?"
Cassandra scosse la testa:"No, Susy, non va bene per niente. È sempre uguale, sempre. Penso che me lo sono tolto dalla testa, poi me lo ritrovo davanti ed è sempre la stessa solfa" Susy rise. Cassandra nonostante tutto era sempre molto autoironica, non si piangeva addosso per fortuna. Solo che capì che Francesco non le aveva detto niente. Si avvicinò Marco, tutto contento perché gli era stato consegnato il disco di platino. Cassy gli gettò le braccia al collo:"Marcolino, complimenti. Sei bravissimo e io sono così contenta per te !" . Marco rimase titubante in quell'abbraccio, e Cassandra se ne accorse. Chiese subito:"Che c'è Marco?" Susy gli lanciò un'occhiataccia ma Marco fece:"No, niente." Ma Cassandra aveva già intercettato lo sguardo di Susy e allora si rivolse all'amica:"C'è qualcosa che mi dovete dire?" Susy e Marco si guardarono, lui abbassò la testa come a dire:"Non azzardarti a mettermi in mezzo". Susy capì allora che toccava a lei:"Cassy, sicuramente Francesco voleva dirtelo di persona,e non ne ha avuto l'occasione, ma visto che è venuto fuori l’argomento, te lo dico. Francesco sta frequentando una ragazza. Si, insomma, ha una storia con lei"
"Eh?!?" fece Cassandra cadendo dalle nuvole "E chi è questa?"
"Un'amica di Marco, di Cagliari, è venuta a Roma per l'università, si sono conosciuti e si sono piaciuti e ora stanno insieme!" Cassandra si girò di scatto verso Marco, che subito si pose sulla difensiva:"Io non c'entro niente, hanno fatto tutto loro". Allora lei scoppiò a ridere:"Marco, ma mi fai tanto scema da arrabbiarmi con te per questo?" e aggiunse con sarcasmo:"Me lo poteva anche dire però, eh! Non è che mi uccido per questo!Anche perchè tra noi due non c'era nessun impegno... lui è libero, e io pure"
Si allontanò, fingendo indifferenz, ma il cuore stava per scoppiarle. Si ripeteva che quello che le dava fastidio non era che si fosse trovato una ragazza, ma che non gliel'avesse detto. Ma sapeva che non era vero. Che anche se gliel'avesse detto lui si sarebbe sentita uno schifo lo stesso. Anche se diceva in giro di non provare niente per lui tranne che amicizia. Anche se frequentava Francesco Capodacqua, che molte ragazze le invidiavano. "E se lo pigliassero pure" pensava lei. Ora proprio non aveva voglia di pensare a quel tamarro. C'era solo un'immagine che le tornava in mente, ora: lei e Francesco che ballavano a Pistoia sulle note della canzone di Roberta . Quella canzone che sembrava scritta apposta per lei:" Ti strapperò a me da queste notti che mi parlano di noi eviterò le vie le nostre compagnie mordendo le lenzuola io mi convincerò di un'altra vita qualunque vita sia!" Ricordava lui che l'abbracciava e la sollevava tra le braccia, mentre la guardava negli occhi. E lei che aveva creduto, e aveva sperato, che lui si stesse svegliando, che fosse in qualche modo geloso di lei e Capodacqua , sui quali era appena uscito un articolo sui giornali! Ma dopo quel ballo poi lui era sparito nel nulla, senza più farsi sentire, senza rispondere alle sue telefonate, e ai suoi sms. Poi era ricomparso dopo due settimane come se niente fosse successo. E lei si era illusa di nuovo, per poi disilludersi ancora. Era così ormai la sua vita: un'altalena di illusioni e disillusioni. Ma incominciava ad averne piene le scatole. Forse era il momento di dire basta! Basta a lui e a tutte le incertezze e insicurezze che provocava in lei!
Qualche giorno dopo, mentre Cassandra si preparava per andare a una serata, le squillò il cellulare. Provò un senso di fastidio quando lesse il nome di Francesco sul display, pensò anche di non rispondere, ma poi alla fine decise che era inutile fare tante storie. In fondo era tutto apposto no?
"Pronto" rispose
"Ehi, Cassy, non ti sei fatta sentire in questi giorni! Che succede? Sei molto impegnata , vero?"
La sua voce, la sua maledetta voce, pensò Cassandra. Ma perché non riusciva a mantenere il controllo ora che lo ascoltava parlare? Perché non riusciva a rispondergli acida come si era ripromessa di fare? Si limitò solo a dire:"Fra, scusa, sono già in ritardo, ci sentiamo in un altro momento, ok?" e chiuse la telefonata. Francesco dall'altro capo del telefono rimase perplesso. Era la prima volta che chiudeva il telefono dopo meno di cinque minuti di telefonata.Non capiva "Vabbè, sarà impegnata davvero" pensò. Ma questa cosa non lo convinceva, e rimase seduto col cellulare in mano, pensieroso. In quel preciso momento rientrò Marco con le pizze, e vedendolo così chiese:"Aspetti la chiamata di Barbara? "
"No" rispose lui "Ho appena parlato con Cassandra! Era strana" Marco tossì imbarazzato. Francesco lo guardò alzando un sopracciglio:"Marco, che succede?"
"Uffa... sempre io mi trovo in mezzo! " rispose seccato "vabbè, io te lo dico, Susy ha già detto a Cassandra di te e Barbara!"
"Eh?!?" esclamò Francesco " ma perché? Eravamo rimasti d'accordo che sarei stato io a parlarle, no? "
"Fra, che ne so io?" fece Marco "Si è trovata a dirglielo e gliel'ha detto. E in ogni caso lei non l'ha presa mica così male, non preoccuparti"
"Un corno non l'ha presa male. Ecco perché ha chiuso subito il telefono Accidenti, mi avete combinato un bel guaio. Poverina sarà rimasta male!"
Marco iniziò ad apparecchiare e acidamente disse:"Poverina di che, Fra? Guarda che non le manca niente, non è né zoppa né cieca, anzi mi pare in splendida forma ultimamente. E credo che avrà la fila di ragazzi pronti a consolarla". Francesco lo guardò, provando un vago terrore, ma lo ricacciò subito indietro. Ma Marco se ne era già accorto e scoppiò a ridere:"Che c'è Mariottini? Ti brucia?"
"Ma no, figurati" rispose Fra ricomponendosi "Sai che le voglio bene. Voglio solo che sia serena!Per questo avrei preferito essere io a parlarle, ma lo farò domani!" e provvide subito a inviare un sms a Cassandra:"Ci vediamo domani vengo a prenderti alle 19 se per te va bene. Devo parlarti di una cosa".

La sera dopo puntuale arrivò sotto casa sua. E lei puntuale come non mai scese. Lo salutò tranquilla, come se niente fosse. Fra la fece salire in macchina e la portò a un bar lì vicino. Mentre aspettavano il caffè, Fra disse:"Cì, mi dispiace che hai saputo da Susy di me e di Barbara. Avrei voluto dirtelo io"
Cassy sorrise tranquilla:"Ah, è per questo che hai voluto vedermi? Fra, ma non c’è nessun problema, figurati! Susy e Marco spettegolavano e la cosa è venuta fuori. Succede!" E aggiunse, facendo violenza a se stessa:"Anzi, quando me la fai conoscere?"
Fra sorrise, rassicurato. Aveva ragione Marco, lei non l'aveva presa poi così male, però farle incontrare gli sembrava un po' prematuro. E disse infatti:"Cassy, ma sei sicura di volerla conoscere sul serio? Cioè sei pronta?"
Cassandra l'avrebbe volentieri preso a schiaffi, ma si trattenne. Si limitò a rispondere sorridendo nervosamente, dopo aver sorseggiato il caffè:"Fra, ma cosa credi? Che io ti venga ancora dietro? Ma per carità. Non sono mica così scema. La mia vita è andata avanti.Comunque se vuoi farmela conoscere sarò felice, altrimenti andrà bene lo stesso" e si alzò per andarsene, convinta di aver fatto già troppa fatica per quel giorno. Ma Fra la trattenne prendendole la mano:"No, aspetta.." E aggiunse sorridendo:"Scusami, sono uno stupido. Comunque sono molto contento se per te è tutto apposto."
Cassandra sentiva il cuore battere a diecimila.. perché diavolo non le lasciava la mano? Non lo sapeva che ogni volta che la sfiorava le faceva perdere il contatto con la realtà? Respirò profondamente e disse:"Ma certo che è tutto apposto. Te l'ho detto. Mi accompagni a casa adesso, Fra? Devo svegliarmi presto domani mattina e sono molto stanca" Francesco la accompagnò, tranquillo e contento che tutto si fosse sistemato. Arrivati sotto casa di Cassy, la baciò sulla guancia e le disse, abbracciandola:"Ci, sono contenta che l'hai presa bene, davvero! Sai quanto ci tengo alla nostra amicizia "
"Anche io" rispose Cassandra, rispondendo frettolosamente all'abbraccio. Non vedeva l'ora di vederlo andare via. Velocemente entrò nel palazzo, si chiuse il portone alle spalle, e stringendo forte i pugni vi si poggiò, mentre le lacrime le salivano agli occhi. "Al diavolo tu e la nostra amicizia" pensò, mentre le lacrime ormai le invadevano il viso.
Cassy si stava preparando per uscire, era nervosa come non mai, ma cercava di non farlo vedere a Susy. Purtroppo il momento era arrivato: quella sera avrebbe conosciuto la famosa Barbara. Aveva rimandato il più possibile, poi aveva dovuto accettare di organizzare questa uscita a cinque: lei, Susy, Marco e i due piccioncini. Si stava guardando allo specchio. Indossava un bellissimo vestito nero e sopra aveva un coprispalle molto elegante. Susy la fissò dallo specchio dicendole:"Sei bellissima così" poi pensierosa chiese:"Ma sei sicura di volerlo davvero? Cioè di voler uscire con loro due?"
Cassandra si voltò verso di lei:"Susy ti ci metti anche tu? Certo che lo voglio! Io e Fra siamo amici, no?Ho piacere di conoscere la sua ragazza".
"Dai, Cassy, tu e Fra siete tutto tranne che amici" rispose Susy, cercando di tirarle fuori quello che pensava veramente " E non ci credo che a te sia indifferente il fatto che lui adesso abbia una ragazza!"
Cassandra si fece seria e rispose:"Susy non ha mai avuto molta importanza quello che pensavo io. Va bene così, comunque. Non ti preoccupare per me. Esistono cose peggiori nella vita, no?" Susy si rassegnò a lasciar perdere, e cambiò argomento:"Potevi far venire anche Francesco Capodacqua con noi, no?"
"Si, come no" rispose Cassandra acida "Mancava giusto lui stasera". Ripetè di nuovo:"Susy davvero non devi preoccuparti. Sono stata io a voler conoscere la ragazza di Francesco. Magari diventeremo anche amiche!". Susy non ne era affatto convinta, ma fece finta di crederci.
Quando arrivarono davanti al ristorante Marco, Francesco e Barbara erano già lì. Francesco sembrava un po’ teso, mentre Marco sembrava divertito dalla prospettiva di questa serata. E Barbara. Cassandra la guardò. Era molto bella, bionda, occhi chiari. Pensò:"Forse è questo il suo tipo, chissà". Si fece avanti e Francesco iniziò le presentazioni:"Cassandra, lei è Barbara. Barbara, lei è Cassandra, tu la conosci già dalla televisione"disse ridendo, per smorzare la tensione. Le due ragazze si scambiarono una gelida stretta di mano e uno sguardo col quale si misurarono a vicenda. Marco fece qualche passo indietro e si avvicinò a Susy, che gli chiese:"Allora, sei riuscito a libertarti per stasera?Avevi detto che forse avevi un impegno!"
"Si, l'avevo,ma l'ho disdetto" ridacchiò Marco "Non mi sarei perso questa serata per niente al mondo". Susy gli lanciò un'occhiataccia, esclamando:"Marco, dai!" Il ragazzo per tutta risposta le diede una gomitata per farle guardare cosa stava succedendo. Francesco aveva preso per mano Barbara e si stava avviando verso l'ingresso del ristorante. Cassy, indietro di qualche passo, li guardava con uno sguardo capace di incenerirli. "Dai, andiamo da lei" rise Marco "Ci aspetta una bella serata mi sa!"
Presero posto e iniziarono a parlare del più e del meno. Francesco teneva sempre la mano di Barbara tra le sue. Cassandra cercava di non pensarci, ma il suo sguardo cadeva sempre là. Quante volte Francesco aveva tenuto le sue mani? Deglutì, decisa a non pensarci, e si versò un bicchiere di vino. Lo buttò giù tutto d'un fiato. Marco la guardò stupito e le sussurrò:" Ma non sei astemia?"
"Non stasera" rispose lei brusca "E tu fatti i fatti tuoi". Lui e Susy si guardarono. Ora anche Marco incominciava a credere che l'idea di questa cena non era stata poi così grandiosa.
Barbara intanto con la delicatezza di un elefante, incominciò a raccontare di come si erano conosciuti, e di come avevano iniziato a frequentarsi lei e Francesco. Susy abilmente cercava di spostare il discorso su Marco, sulla Sardegna, ma Barbara tornava sempre al punto di partenza Sembrava quasi farlo apposta. Cassandra non sembrava turbata, però. Mangiava, sorrideva, ascoltava, interveniva per fare domande. E soprattutto beveva. Francesco non sembrava accorgersene però. Lui era contento, la serata, secondo lui, stava andando alla grande. Ma Cassandra iniziò a diventare sempre più fuori controllo. A un certo punto si alzò si avvicinò a Fra e l'abbracciò, dicendo:"Ciccino patatino" e poi rivolta a Barbara :"Ma tu lo sai che noi siamo amici fraterni? Cioè stai tranquilla, non devi essere gelosa. Amici fraterni vuol dire che anche se mi vede nuda non gli fa nessun effetto, vero, Fra?" Fra le strinse il braccio e sibilò:"Cassandra, smettila. Ti stai rendendo ridicola, ma quanto hai bevuto?" Lei scoppiò a ridere:"Quanto ho bevuto, poco, anzi pochissimo, anzi ne voglio un altro po' " e allungò la mano per prendere il bicchiere, ma le scivolò , svuotando tutto il suo contenuto sul vestito di Barbara. Francesco subito intervenne e con un tovagliolo alla meno peggio cercò di pulirla. Ma Barbara ora era furiosa:"Cassandra potevi stare più attenta, però!" Ma Francesco cercò di calmare la sua ragazza:"Cì, non fa niente, vedrai che si toglie".
Cadde improvvisamente il gelo. Come l'aveva chiamata? Cassandra temette di non aver sentito bene. Ma non era così. Era ubriaca , non sorda. L'aveva chiamata nel modo in cui chiamava sempre lei. Quel nomignolo, che lui le aveva detto essere tanto importante! Improvvisamente si sentì davvero ridicola, come aveva detto Francesco. Si spostò e tornò a sedersi, balbettando:"Barbara scusa non volevo,non l'ho fatto apposta!Mi dispiace". La tensione si tagliava col coltello, Marco e Susy non sapevano più che fare. Barbara però proruppe:" Non l'avrai fatto apposta, ma se fossi rimasta al posto tuo questo non sarebbe successo. Hai rovinato la serata, che diamine. Fra, non so come facevi a sopportarla quando stavate insieme 24 ore su 24, è veramente una ragazzina stupida". Cassandra abbassò gli occhi, mortificatissima e incapace di reagire. Lei non aveva mai saputo reagire agli attacchi gratuiti , d'altra parte. Susy e Marco trattennero il fiato, aspettandosi una reazione di Francesco in difesa di Cassandra, che però non arrivò. Anzi, Fra disse a Barbara, carezzandole il viso :"Amore,mi dispiace, non pensavo certo che sarebbe andata così la serata".Cassandra rialzò gli occhi. Se l'avesse presa a schiaffi, le avrebbe fatto meno male. Quella l'aveva insultata, l'aveva offesa, e lui che faceva? si preoccupava della serata che non era andata bene? Anche Marco guardò Francesco, con aria schifata. Si alzò, prese Cassandra per un braccio, la sollevò quasi di peso e disse:"Noi andiamo via. Non vogliamo rovinare la serata a nessuno". E così dicendo la trascinò via. Susy si alzò e li seguì, non prima di aver lanciato a Francesco uno sguardo di rimprovero e aver salutato lui e Barbara con un velenoso:"Buona serata!"
"Lo dicevo io che era una pessima idea questa serata" esclamò Susy. Stavano riaccompagnando Cassandra a casa, dopo essersi fermati tre volte per strada per permetterle di vomitare. Ora lei dormiva sul sedile posteriore.
Marco attraversò lo specchietto le lanciò un'occhiata:"Meno male che dorme. Non vorrei esserci quando domani mattina si sveglierà a si ricorderà cosa è successo". Poi scuotendo il capo aggiunse:" Certo che Francesco... Mi aspettavo che dicesse almeno una parola in difesa di Cassandra. Invece niente!"
Susy tentò timidamente di difendere l'amico:"Beh, lo sai come è fatto lui. È la diplomazia in persona. Ha cercato di non litigare con la ragazza. Magari poi si chiarirà anche con Cassy!"
"Beh, spero che lei non sia così stupida da accettare le sue scuse" rispose Marco sdegnato "Lo sai, io ammiro molto la diplomazia di Mariottini, ma questa volta ha esagerato. È facile essere diplomatici sulla pelle degli altri!"
Susy non replicò. Sapeva che Marco aveva ragione. Ma sapeva anche che Francesco non avrebbe voluto ferire Cassandra, anche se obiettivamente aveva finito per farlo. Arrivati sotto casa di Cassandra, decisero di non svegliarla. Fecero scendere Antonino e si fecero dare una mano a portarla in casa. La misero a letto, poi Susy disse a Marco:"è meglio se io resto qui, credo che quando si sveglierà domani avrà bisogno di un'amica". Marco annuì e andò via.
Quando arrivò a casa, trovò Francesco ancora sveglio, che lo aspettava:"Ehi, Marco! Cassy... l'avete portata a casa?"
"Ti importa davvero?" chiese Marco "Se ti importava potevi pensarci prima. Magari mettendo a tacere la tua ragazza che simpaticamente la insultava!"
Fra teneva gli occhi bassi. Si vergognava da morire e sapeva di essersi comportato da vigliacco. Ma voleva sapere ancora qualcosa:"Come sta? L'ha presa male?"
"Come sta, Fra? Troppo ubriaca per realizzare quanto sei stronzo!" rispose sarcasticamente l'amico.
"Mi dispiace" continuò Francesco "Mi dispiace davvero... Non volevo ferirla! Lo so che l'ho fatto. Ma anche lei, comportarsi in quel modo: le cose che ha detto!"
Marco non aveva intenzione di fargliela passare liscia, però, perciò implacabile rispose:"Beh, forse lei ha esagerato, ma aveva la scusante di essere ubriaca. Tu invece eri lucido. O almeno così sembrava. Anche se mi chiedo come uno possa così lucidamente offendere una persona alla quale vuole dice di volere bene!"
"Certo che le voglio bene!" scattò Francesco, punto sul vivo "Come puoi metterlo in dubbio?"
Marco non rispose, disse solo:"Vado a dormire, è tardi" e aggiunse, con una punta di cattiveria nella voce:"Lo so, per te non sarà facile prendere sonno. Succede, sai ,quando si ha la coscienza sporca!"
Fra rimase effettivamente sveglio ancora a lungo, a pensare a quello che era successo. Aveva stampata negli occhi l'espressione ferita di Cassandra. Ma aveva anche altre cose per la testa: tutti i momenti passati con lei, bacini, abbracci, carezze. E per la prima volta ebbe paura che sarebbe finito tutto, che l'avrebbe persa. Si addormentò solo pensando che il giorno dopo avrebbe chiesto scusa a Cassandra e che lei, senz'altro, da ragazza intelligente e sensibile qual era, l'avrebbe perdonato!
Il giorno dopo Fra effettivamente appena sveglio si vestì e andò via, verso casa di Cassandra. Non pensò affatto di svegliare Marco, non aveva per niente bisogno del suo "incoraggiamento". Fu stupito di trovare Susy da Cassandra e ancora più stupito fu di trovare anche lei abbastanza acida nei suoi confronti. In ogni caso si aspettava di trovare una Cassandra distrutta e invece no. Cassandra era nella sua camera, si era appena lavata i capelli e ora li stava asciugando col phon. Indossava un jeans e una camicetta semplice. Al vedere Francesco spense il phon e disse fredda:
" Mi aspettavo di vederti piombare qui da un momento all'altro" Francesco la guardò, in imbarazzo. I capelli di lei, bagnati solo per metà, si arricciavano alle punte. Gli era sempre piaciuta tanto coi capelli così. Non gliel'aveva mai detto, però, pensava ora, come non le aveva detto tante cose. Cassandra non gli diede il tempo di dire niente comunque. Affrontò subito lei il discorso:" Non scusarti per quello che è successo ieri. Non importa. Ti sei comportato nel modo più normale di questo mondo. Lei è la tua ragazza, ne sei innamorato, e io sono solo una stupida che per un po' di tempo ti è venuta dietro"
"Non è vero" esclamò Francesco "Perché dici queste cose? La nostra amicizia.."
"Ancora?!" lo interruppe lei " Non voglio più sentire questa parola. La nostra amicizia. Ma fammi il piacere! La grande amicizia di cui parlavi sarebbe quella che mi hai dimostrato ieri?" Francesco cercò di parlare, ma lei con un cenno della mano lo bloccò:"Non ho finito!! Era questa la tua amicizia, Fra? Cosa dicevi? Non lo ricordi? Lo ricordo io: la nostra amicizia è più grande di una storia d’amore, non rischiamo di rovinarla. Dicevi così e scema io che ci ho creduto. Potevi dirmi che non mi volevi e basta, senza inventare scuse . magari per me sarebbe stato più facile andare avanti con la mia vita"
"Io non ti ho mai impedito di farti una vita tua" rispose Francesco nervosamente
"Ah, no?" fece Cassandra furiosa "Ma se appena mi allontanavo un poco da te, me la facevi pagare cara.. ". Tirò un profondo respiro, poi aggiunse:"Hai sempre deciso tutto tu, tu hai deciso che dovevamo essere solo amici, tu hai deciso che tra noi non ci sarebbe mai stato niente tranne che amicizia. Ma stavolta decido io, e decido che la nostra grande amicizia finisce qui . tanto ieri hai dimostrato che per te valgo meno di zero!"
"Non puoi dire sul serio" disse Francesco
"Lo posso, eccome!" rispose Cassandra, sempre più arrabbiata "Non ho bisogno mica del tuo permesso. Sai che ti dico? Sono molto contenta di essermi ubriacata ieri e di aver perso il controllo. Almeno ho scoperto che razza di persona sei. e lasciatelo dire: sei una profonda delusione" Francesco era lì davanti a lei, zitto, senza dire una parola. Proprio come lei aveva immaginato: non gliene fregava niente di quello che gli stava dicendo. La voce le tremò mentre gli diceva:" Non hai voluto avere una storia con me per non rovinare l'amicizia , poi però l'hai rovinata lo stesso, e per una ragazza che conosci da quanto? Un mese? Questa è l’importanza che dai alla nostra amicizia? "
"Se è questo quello che pensi" disse Fra offeso " non abbiamo più niente da dirci".
Cassandra lo fissò per un attimo, poi annuì:"Già, e forse in realtà non abbiamo mai avuto niente da dirci !" . Francesco andò via senza dire niente, lasciandola sola. Cassandra riaccese il phon , sperando di coprire con quel rumore i mille pensieri e ricordi che le ronzavano in testa.

Quasi un mese dopo

6 novembre 2008, compleanno di Francesco. Cassandra fissava il calendario, come se potesse parlarle e dirle cosa fare. Non ce la faceva a fare finta di niente, quello non era un giorno come tutti gli altri. Un anno prima aveva voluto festeggiare per bene, facendogli preparare una torta e una piccola festa a sorpresa nella scuola di Amici. Ricordava benissimo che lui aveva ringraziato tutti lasciando lei per ultima. Poi lei gli era saltata in braccio e l'aveva sbaciucchiato per bene. Le mancava tanto Francesco, le mancavano tanto momenti come quello. Se ci aveva rinunciato era solo perché aveva avuto paura di non averne più in ogni caso. Pensava anche di avere fatto bene, in fondo, a rompere ogni rapporto con lui. Ma non quel giorno, non il giorno del suo compleanno. Decise di seguire il proprio istinto.Prese il cellulare, e scrisse un sms:"Auguri di buon compleanno. Spero che tu possa passarlo con le persone a cui vuoi bene. Un abbraccio. Cassy"
Bip Bip. Fra andò a prendere il cellulare dal comodino della sua stanza. Era dalla mattina che squillava in continuazione. Aveva perso il conto di quante persone gli avevano fatto gli auguri. Tante persone, tranne una. Aprì il messaggio, lo lesse e un gran sorriso gli illuminò il viso. Marco, che era lì, fece:"Ci avrei giurato! È lei, vero? Lo sapevo che non avrebbe lasciato passare questa giornata senza farti gli auguri!"
Fra rispose:"Si, ma è solo un messaggio di auguri. Non vuol dire niente!"
Marco ridendo gli tolse il cellulare dalle mani, e lesse il messaggio. Aggrottò le sopracciglia e lesse ad alta voce:"Spero che tu possa passarlo con le persone a cui vuoi bene!"
"Beh?" chiese Francesco "Che c'è?" Marco lo fissava con aria birichina. Poi disse:"Fra, lei ti ha mandato gli auguri. Ha fatto un passo,Ora tocca a te. Perché non la inviti a venire qui stasera?" Fra appariva perplesso, e Marco insistette:"Non tu e lei da soli, ovviamente. Ci saremo anche io e Susy se vuoi. Suvvia, Barbara è in Sardegna, con lei festeggerai sabato. Non fai niente di male a passare il compleanno con i tuoi amici". Francesco non sembrava ancora convinto:"E se non accetta?"
"Pazienza, tu ci avrai provato. Vabbè, hai detto si" concluse Marco. Prese il cellulare e scrisse lui stesso:"Grazie degli auguri, Cassy. Mi faresti molto felice se stasera passassi da me. Saremmo io, te , Marco e Susy.In ogni caso grazie di esserti ricordata del mio compleanno" . Lo inviò, mentre Francesco terrorizzato lo guardava. "Ma che combini?" esclamò riprendendosi il cellulare. Mentre Francesco leggeva il messaggio inviato, Marco rideva a crepapelle:"L’ho solo invitata, Fra. Quello che dovevi fare tu!"
Bip Bip. Cassandra tirò fuori il cellulare. Aprì il messaggio, lo lesse, e cambiò espressione. Susy, che era in giro con lei per negozi, se ne accorse subito e chiese:"Tutto bene?" Cassandra senza dire niente passò il cellulare all'amica, che lesse e poi sorrise, chiedendole:"Gli hai mandato gli auguri? Non me lo avevi detto!"Cassandra imbarazzata non rispose, mentre Susy continuò:"Ci vieni? Dai, Cassy, è il suo compleanno. Lo so che lo vuoi anche tu!" poi aggiunse:"So di cosa hai paura. Ma Barbara non c'è. È a Cagliari. La sorella ha appena partorito!"
"Non lo so se è giusto, Susy" disse Cassandra con un filo di voce "Forse è meglio lasciare che le cose vadano come stanno andando. Meglio per tutti!"
"Non sono d'accordo" disse Susy "Non dovete tornare mica amici per la pelle, si tratta solo di una serata. Non la passerai solo con lui, ma anche con me e Marco!"
Cassandra ci pensò per un attimo, e poi disse:"E sia. Ma avvisa Marco di non fare battute idiote altrimenti lo ammazzo" e poi aggiunse ridendo:"e fai togliere di mezzo tutto ciò che c’è di alcolico in casa, così evitiamo problemi"
Susy era contenta che '’amica avesse accettato, lei sapeva quanto sentiva la mancanza di Francesco, anche se non ne parlava mai. e poi pensava che anche a lui avrebbe fatto molto piacere. Perché anche lui sembrava un altro, da un po' di tempo a quella parte. Si era completamente spento, da quando Cassy era uscita dalla sua vita. Cassandra la prese sottobraccio e cominciò a camminare più in fretta. "Dove andiamo così di fretta?" chiese Susy
"A comprare il mio regalo per Francesco, no?" rispose Cassy allegra.
Quando quella sera suonò il campanello, Francesco disse a Marco: "Vai ad aprire tu. Devono essere loro!" Marco lo guardò con aria sarcastica e rise:"Ehi, rilassati, amico! Non è mica il giorno del tuo matrimonio, anche se la sposa è lì fuori!" Francesco gli lanciò un'occhiataccia, ma Marco scappò via e corse ad aprire. Le due ragazze entrarono. Bellissime tutte e due, ma lo sguardo di Francesco fu subito colpito da Cassandra. Si era vestita esattamente come l'ultima volta che si erano visti, lo stesso jeans, la stessa camicetta. Per un attimo gli risuonarono nelle orecchie le parole che lei aveva pronunciato quel giorno:"Ho scoperto che razza di persona sei e lasciatelo dire: sei una profonda delusione!" Quanto gli avevano fatto male quelle parole, anche se non l’aveva dato a vedere. Ma ora lei era lì. Forse non pensava più quelle cose orrende.
Si fece incontro alle due ragazze, e Susy subito lo abbracciò. Cassandra fu un po' meno calorosa, ma ugualmente lo baciò sulla guancia e gli disse con un sorriso:"Buon compleanno, Fra, e grazie dell'invito!"
Dopo un primo momento di imbarazzo iniziale, ci pensò Marco a rompere il ghiaccio, raccontando vari aneddoti su cose che aveva combinato alla Warner. Disse anche di aver fatto vedere a Marcello Balestra il video che era su youtube, dove lui si metteva l'assorbente in fronte, e disse che Marcello era rimasto sconvolto. Risero tutti a crepapelle. Cassandra disse:"Marco, hai rischiato la carriera, con questa cosa!"
"A proposito di carriera" intervenne Francesco "Il tuo cd?"
"Uscirà a Natale il singolo. Poi vedremo se fare un cd. Una cosa per volta" rispose lei tranquilla.
"Lo comprerò senz'altro" disse Fra sorridendo.
"Non ce ne sarà bisogno" disse lei. Tutti ammutolirono, all'improvviso. Era filato tutto così liscio fino ad allora, ma tirarono un sospiro di sollievo quando Cassandra finì la frase:"Te lo regalo io no?"
La serata andò avanti abbastanza tranquillamente, con qualche momento di tensione i, come quando Barbara chiamò Fra al telefono e lui disse di essere a cena con Marco e Susy, senza nominare Cassandra. Quando chiuse quella telefonata, tutti guardavano Cassandra, temendo che dicesse qualcosa, ma lei abilmente cambiò discorso e parlò dell'ennesimo litigio tra Marta e Roberta. Poi arrivò il momento della torta, e poi i regali. Cassy gli consegnò il suo, dicendo:"Spero ti piaccia: l'ho scelto per il titolo, comunque" Fra uscì il pacco dalla busta, e prese anche il bigliettino, ma Cassandra lo bloccò:"No, questo lo leggi quando vado via, ok?" Francesco annuì e aprì il regalo. Era un libro "Le parole che non ti ho detto". Fra sorrise:"Ah, bello, ho visto il film"
"Si, ma il libro è diverso... Leggilo. È molto triste, ma è bello!" rispose lei . Poi rivolta a Susy disse:"Che dici, andiamo? È tardissimo". Francesco si offrì di accompagnarle, ma loro chiamarono un taxi. Al momento dei saluti, questa volta Cassandra abbracciò Francesco, che stupito la strinse forte a sé. Quanto aveva sentito la mancanza di quelli abbracci. Le carezzò i capelli e le disse nell'orecchio:"E ora quando ci rivedremo?" Cassandra alzò le spalle, staccandosi da lui con gli occhi lucidi,ma trattenne le lacrime e rispose:"Quando la vita lo deciderà, Fra". Cassandra dicendo così uscì da quella casa. E Francesco sentì all'improvviso un grande vuoto, che non riusciva a spiegarsi. Si chiese quando la vita avrebbe deciso di farli rincontrare. Aveva paura di non riuscire ad aspettare a lungo. Marco sorrise, intuendo il suo stato d'animo, e disse:"Ti lascio solo, così leggi con calma il suo bigliettino". Già, il suo bigliettino. Fra lo prese, aprì lentamente la busta, quasi volendo prolungare quel momento. Sorrise vedendo la sua scrittura e riconoscendola subito. C'era scritto:"Le parole che non ti ho detto. Sono tante. Non saprei da dove iniziare. Non ti ho detto che anche per me la nostra amicizia era importante. Non ti ho detto che anche io ci credevo. Non ti ho detto che non è vero che sei una delusione, ma che sei la persona migliore che ho conosciuto. Non ti ho detto che quando ho saputo che avevi una ragazza mi sono sentita morire. Non ti ho detto che sentirti chiamarla Cì mi ha spezzato il cuore. In poche parole, Fra, non ti ho detto che ti amo ". Il biglietto finiva così. La mano di Francesco tremava. Lo sapeva, lo aveva sempre saputo. Ma trovarlo scritto nero su bianco era tutta un'altra cosa.
I giorni seguenti Fra continuò a chiedersi se doveva cercare Cassandra, e qualche volta fu anche sul punto di chiamarla. Era veramente provato dagli ultimi avvenimenti: il suo compleanno, quel regalo, quel bigliettino che aveva riletto centomila volte. Poi era tornata Barbara e lui aveva sentito abbastanza chiaramente che qualcosa tra di loro si era rotto. Non per colpa di lei o di lui, semplicemente perché Barbara non era Cassandra. Decise di parlargliene. Barbara non la prese molto bene…. Eppure capì. In fondo le cose ultimamente tra loro non stavano andando granchè bene.
Quando rientrò in casa, trovò Marco che parlava al telefono. Gli fece cenno di chiudere, perché doveva parlargli. Marco lo fece. Guardò incuriosito l'amico e gli chiese:"Fra, che c'è? È successo qualcosa?" Fra imbarazzato rispose:"Sì... ho lasciato Barbara". Chissà perché, Marco non sembrò affatto stupirsene. Sorrise e disse:"E c'entra qualcosa il biglietto di Cassandra?"
"Marco!" lo rimproverò Francesco "Non mi ricordo di averti detto che potevi leggerlo!"
"Beh, l'ha scritto Cassandra" rispose Marco ridendo" Lei me lo avrebbe fatto leggere di sicuro!"
"Ok, l'hai letto. Comunque non è per questo che ho lasciato Barbara" taglio cortò Francesco.
"Ah Mariottini, guardati dentro, ti prego! Non ti si può sentire quando dici queste cose. Perché non la chiami ora?" insistette Marco.
Francesco chinò il capo. Chiamarla... ci aveva pensato, ci pensava da giorni. Ma forse non aveva il diritto di rientrare nella sua vita dopo che lei con tanta fatica l'aveva fatto uscire. Sapeva di averla fatta soffrire, e non era sicuro di voler essere nella sua vita così come lei desiderava. Non era sicuro di amarla, non era sicuro di volerci stare insieme. Non voleva rischiare di ferirla di nuovo. Perciò scosse il capo:"No, lei ha detto che sarà il destino, semmai, a farci rincontrare. È meglio che la lascio in pace".
"Ma per favore" sbuffò Marco "Che sono questi melodrammi? A quale causa ti stai immolando? Perché magari non lo chiedi a lei cosa ne pensa invece di decidere per tutti e due?"
Fra sorrise guardando Marco:"Ma sai che tu sembri scemo ma in realtà dici delle cose intelligenti? Mi hai dato un'idea" e lasciandolo di punto in bianco si chiuse nella sua stanza. Marco alzò le spalle, borbottando:"Stiamo apposto: ora chissà che mi combina. E dirà pure che sono stato io a dirgli l'idea".
In realtà Fra stava semplicemente prendendo un foglio di carta, e scrivendo, come aveva fatto Cassy. Le sue parole meritavano quantomeno una risposta. Scrisse:" Cassy, le parole che non mi hai detto il mio cuore le conosceva già tutte: non abbiamo bisogno di parole tra di noi, tu lo sai bene, bastano gli sguardi. Sapevo che mi amavi e sono stato così egoista da fingere che fosse normale. Per questo ti chiedo perdono. E vorrei ricominciare da capo con te. prometto di essere migliore che in passato. Non prometto di amarti. Mi dispiace, ma certe cose non si possono promettere. Succedono e basta. Ma non ti imporrò niente e ti lascerò libera di vivere la tua vita, anche lontana da me, se vorrai. A te la scelta. Aspetto con ansia una tua risposta, ci"

Il giorno dopo Cassandra trovò questo foglietto nella sua cassetta della posta. Era con Susy. Lo aprì e lo lesse in fretta. Gli occhi le si riempirono di lacrime mentre esclamò:"Ci risiamo. Ecco che reclama di nuovo la mia amicizia" Susy diede un'occhiata a quello che c'era scritto, poi abbracciò l'amica dicendole:"Ma dai, non la sta reclamando. Ti lascia libera di scegliere. Cassy, se tu non te la senti di tornare indietro, lascia stare. Sono sicura che Francesco capirà"
"Non capisci, Susy ?" disse Cassandra piangendo "Io non posso dirgli di no, non posso proprio. Non lo faccio per lui, lo faccio per me. Io senza di lui non ce la faccio a vivere. Diventa tutto più difficile. Ma nello stesso tempo so che tutto questo non porterà a niente. Io non me lo toglierò mai dalla testa così. Tuttavia accetterò di fare quello che mi ha chiesto. Tornerò sua amica. È l'unico modo di tornare nella sua vita. E io desidero solo questo adesso "
Susy allora l'abbracciò ancora più forte, sapendo che questa decisione le costava tanto. Cassandra singhiozzò tra le sue braccia, chiedendosi quanto sarebbe durata ancora, per quanto tempo avrebbe continuato ad amarlo inutilmente. Ma non le importava: lo rivoleva accanto, a qualunque costo!

31 dicembre 2008

Un anno stava per finire.. un anno particolare, pieno di cose belle e di realizzazioni. Cassandra era molto felice sul fronte professionale, perché il suo singolo stava avendo tanto successo. Sul fronte sentimentale tutto era fermo. Frequentava ancora Capodacqua, aspettando di innamorarsene, ma non funzionava, proprio non funzionava. E frequentava Mariottini, quando riusciva, era molto difficile conciliare i loro impegni, ma ce la mettevano tutta.
Ora erano al veglione di fine anno, in uno dei locali più belli di Roma. C’erano lei, lui, Marco, Susy, Marina, Simonetta, e degli altri amici. C'era anche Capodacqua. Marco scherzosamente disse a Cassy:"Ma era necessario portartelo insieme? Chi sta con Capodacqua a Capodanno sta con Capodacqua tutto l'anno!"
Cassandra rise:"Grazie, Marco, dell’incoraggiamento. Buon anno anche a te, sai!"
"Su, vieni, parliamo" le disse Marco,trascinandola nel giardino.Le domandò:"Tutto tace dal lato Mariottini, vero?". Cassandra sbuffò:"Marco, ti prego, oggi non voglio parlarne!"Marco però insisteva:"Senti, così non andate da nessuna parte. Lui non si sveglia? Bene, sveglialo tu!"
"Fosse facile. Ma perché affondi il dito nella piaga, Marco? Mi vuoi tanto male?" disse lei risentita
"Ti voglio aiutare, non lo capisci?" rispose Marco "Se aspettiamo Mariottini che si sveglia dal sonno, stiamo freschi. E tu ascolti troppo i consigli di Susy, che per i miei gusti è troppo diplomatica anche lei!"
"E sentiamo, Marco, tu che consiglio mi daresti ? Fra non mi vuole. Cosa dovrei fare? Violentarlo?" Marco ridacchiò:"Non sarebbe una cattiva idea" Poi aggiunse serio:"Fallo cuocere nel suo brodo, Cassandra. Ti dà davvero per scontata. Se pensasse di perderti, forse si darebbe una mossa"
"Marco, dai!" sospirò lei "Figurati. È già successo! Ma non mi pare che sia cambiato niente"
"Oh, Cassy, non è successo un bel niente, in realtà. È successo che tu ti sei allontanata da lui, perché lo amavi. E beh, che cambia? Lo amavi, capisci? Lui questo lo sa, ne è certo. Poi che altro avresti fatto? La tua storia con Capodacqua? Beh, fidati, quella fa ridere anche i polli. Devi fare qualcosa che lo spaventi davvero!"
"Marco per ora stai spaventando solo me!" disse Cassandra "Che cosa sta partorendo la tua mente diabolica?"
"Ti fidi di me, Cassandra?" chiese Marco ironico
"Ma neanche un po'" rispose lei irritata e senza cogliere l'ironia.
"Beh, fai male, perché potrei risolvere tutti i tuoi problemi" fece lui mettendo il broncio "O almeno ci proverei. Tu invece che fai? Aspetti che passa il treno? E rischia se lo ami davvero come dici!"
"Se lo amo davvero come dico?" disse Cassandra inviperita "Ma che cavolo dici? Adesso lo metti anche in dubbio?"
"Ecco quello che volevo" rispose Marco ridendo" Farti arrabbiare. So tirare fuori il peggio che è in te, e tra un poco tirerò fuori anche il peggio di Mariottini. Vieni con me, segui tutto quello che faccio e non provare a ribellarti" La prese per un braccio e la portò dentro. Cassandra era terrorizzata, in realtà, ma per qualche strano motivo non le dispiaceva seguire questo strano piano di Marco. Almeno era un movimentare la realtà, che ultimamente era molto piatta. Certo, non riusciva a immaginare cosa Marco avesse in mente. E forse se l’avesse immaginato l’avrebbe fermato. Marco andò a parlare con il dj, che fece partire un lento, poi senza dare tempo a nessun altro, prese Cassandra tra le braccia e iniziarono a ballare. Sussurrò:"Che fa Mariottini, ci guarda?"
"Si, ma non mi sembra molto interessato" rispose lei, delusa. Se questo era il piano di Marco, era veramente stupido. Fare ingelosire Mariottini con un ballo, figurarsi. Glielo disse:"Marco, era questa la tua grandiosa idea?Credi davvero che Fra si ingelosisca perché sto ballando con te?"
"Perché stai ballando no, ma per questo si" e senza darle tempo di rispondere la baciò. Non era un bacio vero, in realtà. Marco sapeva come fare, dopo tutte le prove di Moulin Rouge. Ma lo sembrava, sembrava proprio vero. Cassandra avvampò. Pensò che Marco doveva essere totalmente impazzito e che questa pagliacciata sarebbe solo servita a metterla in imbarazzo con tutti . Quando il finto bacio finì, i peggiori pronostici di Cassandra sembrarono realizzarsi. Tutti li fissavano, strabiliati. Cassandra abbassò la testa, arrossendo. Avrebbe volentieri ucciso Marco. Quando rialzò gli occhi e si voltò verso Marco per guardarlo male, vide Mariottini che lo prendeva per un braccio e lo portava fuori, arrabbiatissimo, dicendogli:"Credo che noi dobbiamo parlare". Marco, mentre si faceva portare fuori senza opporre nessuna resistenza, si girò verso di lei e le fece l'occhiolino, come a dire:"è fatta!" Cassandra avrebbe voluto esserne certa quanto lui, ma ormai non ci sperava più da troppo tempo per farsi delle illusioni.
"Allora, che diavolo stai combinando?" chiese Francesco a Marco.
"Niente, Fra" rispose Marco cercando di non scoppiargli a ridere in faccia "Stavamo solo ballando!"
"Non è vero" disse Francesco arrabbiato " Cosa c'è tra te e Cassandra, Marco?"
Marco fece davvero fatica a rimanere serio:"Ma sei scemo, Mariottini? Che domande mi fai? Siamo amici, è ovvio!"
"Sei sicuro?" disse con tono ancora minaccioso
"Ma certo che si" rispose Marco incominciando a perdere la pazienza "Io capisco benissimo il confine che passa tra amore e amicizia . A differenza tua, direi"
"Ma che dici?" chiese Fra "Volevo solo capire che stava succedendo! quel bacio..."
"Quel bacio era un gioco, uno scherzo. Ma non pensarci più, Fra. Ti verrà un ictus se continui a pensarci". Francesco imbarazzato provò a replicare, ma Marco continuò:"Vorrei che ti guardassi allo specchio, adesso. Cos'è , Mariottini, ti faceva tanta paura vedere Cassandra baciare un altro?"
"Marco, non dire scemenze" fece Fra "Volevo solo capire. Cioè se tra te e Cassandra c'era qualcosa, non capivo come mai lei non me l'avesse detto. Lei è la mia migliore amica e..."
"Smettila" lo interruppe Marco "Non è la tua migliore amica. Smettila di dirlo. Non lo è, non vuole esserlo, e non lo vuoi nemmeno tu, in realtà. Solo che non capisco perché non lo ammetti. Anzi, no, tu vorresti che lei fosse la tua migliore amica in eterno, senza impegni da parte tua ovviamente, però non deve avvicinarsi a nessuno di sesso maschile, vero?"Fra rimase zitto. Sapeva che in parte era così. Ma non l'avrebbe mai data vinta a Marco, perciò disse:" Io le voglio bene, e cerco di proteggerla. L'unica cosa che io non voglio è che per dimenticare me si getti in qualche storia sbagliata. Perciò quando ho visto che la baciavi ho voluto parlare con te, per dirti di non approfittarti del suo stato d'animo"
Cassandra, che era uscita un attimo in giardino per vedere che succedeva tra i due, sentì queste ultime parole. Ah, ecco, aveva fatto bene allora a non illudersi .La voleva proteggere, perché la riteneva una ragazzina stupida pronta a buttarsi in storie sbagliate. "Grazie, Mariottini" pensò ironicamente"Davvero gentile da parte tua!". Tornò dentro, decisa a voltare pagina. Anno nuovo, vita nuova.
Soprattutto tornò dentro perdendosi la parte più interessante di quella conversazione. Marco infatti stava dicendo a Francesco:"Non è vero. Puoi anche non ammetterlo con me, ma ammettilo con te stesso. Ti ha dato un fastidio tremendo vedere che mi baciava, e non per lei, ma per te. Non hai sopportato di vederla tra le braccia di un altro. È così difficile da dire, Fra? E perché non ammetti che quello che provi per lei non è solo amicizia?"
Fra cedette:"Si, quel bacio mi ha dato fastidio. E si, quello che provo per lei forse non è solo amicizia. Perché mi dà fastidio quando scherza e gioca con gli altri ragazzi, perché butterei a mare Capodacqua e lo lascerei affondare tranquillamente, pur di toglierglielo di torno. Ma non sono sicuro di poterle dare quello che lei vorrebbe. Se anche quello che provo per lei è amore, forse non è come quello che lei prova per me. Non la renderei felice, capisci?". Marco non disse più niente, aveva raggiunto il suo scopo. Francesco si era guardato dentro: era solo quello lo scopo che voleva raggiungere. Disse solo:"Parlale e dille esattamente quello che hai detto a me. Lei è sempre stata molto chiara con te sui suoi sentimenti, ora dovrai esserlo anche tu. In bocca al lupo e buon anno, Fra! È quasi mezzanotte... Rientriamo"
Entrarono per il conto alla rovescia. 4, 3, 2, 1 . ed ecco che iniziava un nuovo anno. Tutti iniziarono ad abbracciarsi e a scambiarsi gli auguri. Fra era un pò teso. Aveva deciso che quella notte stessa avrebbe parlato con Cassandra, e le avrebbe detto con sincerità quello che provava, senza avere paura. In fondo Marco aveva ragione, Cassandra aveva diritto alla sua sincerità. La cercò con lo sguardo in mezzo a tutta quella gente, senza trovarla, e si spostò in giardino. Lì la vide, tra le braccia di Capodacqua. Brindava da sola con lui all'anno nuovo, dicendogli:"Sai, Fra, è arrivato il momento di dare una svolta al nostro rapporto. Forse è il momento di far diventare la nostra storia una cosa seria!" Lui, contentissimo, la baciò. E lei si lasciò baciare, abbandonandosi tra le sue braccia.
Mariottini si fermò a guardare questa scena annichilito e, quando ne ebbe abbastanza, si allontanò più in fretta possibile di là , pensando:"Beh, in fondo me la sono cercata". E rientrò sussurrando quasi a se stesso: "Buon anno Cassandra!Buon anno almeno a te".
Qualche settimana dopo Cassandra mentre era in giro per il centro commerciale entrando in un negozio,vi trovò Francesco. Fu stupita di vederlo lì. Pensava che non fosse neanche a Roma. Era da Capodanno che non si incontravano, anche se si erano sentiti al telefono.
Lui non si accorse subito della sua presenza, allora lei gli andò vicino, gli coprì gli occhi con le mani, senza parlare, e lui subito disse:"Cassandra!" riconoscendola immediatamente. Lei allora tolse le mani e con un sorriso luminoso più del solito gli gettò le braccia al collo, dicendo:"Ma guarda un po' se ci dobbiamo incontrare per caso"
"Già" rispose Francesco, chiedendosi se si doveva parlare di caso o di destino.
"Bene, Fra" disse lei decisa prendendolo sottobraccio "Hai avuto la sfortuna di incontrarmi e ora non ti mollo più. Devo giusto fare un po' di shopping. Ma Susy non poteva venire con me. Quindi mi accompagnerai tu"
Francesco rise:"Certo, padrona!" e mentre camminavano per il centro commerciale e ogni volta che uscivano da un negozio Cassy lo riempiva di buste da portare, non fece altro che pensare che avrebbe voluto che fosse sempre così con lei, senza complicazioni, senza problemi, senza tragedie. La guardò, gli sembrò serena, solo che... gli faceva una strana impressione pensare che forse era serena grazie a Capodacqua. Chissà perchè, non riusciva proprio ad essergli grato di questo, perchè in una parte del suo cuore, molto nascosta, avrebbe voluto essere solo lui a renderla felice. Cassandra si accorse che non era molto loquace e gli chiese:"Che c'è, Fra? Pensi ai debiti da pagare?"
"No,veramente penso a quelli che dovrai pagare tu prima o poi" rispose ridendo "Ma quanto stai spendendo?"
Anche lei rise, poi disse facendosi seria:"Ora mi serve proprio il consiglio di un maschietto" disse lei"Fra qualche giorno è il compleanno di Francesco e io non so che cosa regalargli"
"Francesco Capodacqua?" chiese Francesco aggrottando le sopracciglia
"Eh, certo, quanti altri Francesco conosco?" chiese Cassandra "Oltre a te ovviamente"
Francesco non voleva sapere niente di Capodacqua, eppure suo malgrado si ritrovò a chiedere:"Ma come va tra voi? C'è stato un cambiamento positivo, mi sa!"
"Si, devo dire di si" spiegò lei "Diciamo che ora posso dire che stiamo davvero insieme". Francesco non rispose. Lei lo guardò negli occhi e poi gli disse:" Dai, Mariottini, fai finta che ti dispiace un poco, fai un po' il geloso. Noi donne abbiamo bisogno di queste dimostrazioni!"
Francesco serio disse:"Un poco mi dispiace davvero"
"Ah, si?" chiese lei, non osando crederci, mentre il cuore le iniziò a battere un po' più forte.
"Si, perchè non vorrei che adesso lui pretendesse il cambiamento del nostro rapporto!"
"Ah, per questo" disse lei delusa. l'avrebbe preso a schiaffi ogni volta che pronunciava la parola "la nostra amicizia" ma stavolta decise di lasciar perdere. Poi lo rassicurò:"Ma no che non cambia, figurati se io permetto al primo venuto di rovinare il nostro rapporto. Anche se tu l'hai fatto!"
"Ti prego" sbuffò lui "La storia di Barbara è morta e sepolta, almeno così credevo"
Si, certo, pensò Cassandra, morta e sepolta per te. Ma coprì i suoi pensieri con un sorriso e disse:"Si, hai ragione. Dicevo così per dire". Poi si fermò un attimo a riflettere e disse:"Ah, ho una sorpresa per te. Lasciamo stare il regalo a Capodacqua per oggi. Che ne dici di venire a casa mia? Non molto, mi servi per una mezz'oretta. Devo farti vedere una cosa". Lui curioso accettò. Quando arrivarono a casa di Cassandra, lui notò un grande disordine in giro, e lei disse:"Scusa il casino, ma negli ultimi giorni ho dormito da Francesco, quindi qui nessuno ha pensato a mettere in ordine la mia roba". Dormito da Francesco. A Francesco queste parole rimbombarono nelle orecchie, nel cuore e nel cervello, facendo tanto rumore da non permettergli di pensare ad altro. Ritornò alla realtà quando Cassandra gli prese la mano dicendogli:"Fra, è una cosa importante quella per cui sei venuto qui.Ci tengo molto. Però chiudi gli occhi. Non voglio che ti accorgi di cosa sto facendo". Lui chiuse immediatamente gli occhi, aspettando. Non sapeva cosa aspettarsi. Poi all'improvviso sentì Cassandra che tornò a sedersi vicino a lui, e poi una musica, infine una voce che veniva dallo stereo, anzi, non una voce, la sua voce, la voce di Cassandra, che lui avrebbe riconosciuto tra mille. Cantava una canzone a lui sconosciuta, ma bellissima. Una canzone che parlava di amore, di voglia di essere amata e di amare, ma di paura di non realizzare il proprio desiderio. Aprì gli occhi,la guardò e sussurrò, quasi a non voler rompere l'incanto:"Farà parte del tuo cd?"
"Si" annuì lei " l'ho scritta io! Pensando a noi!"
Francesco arrossì impercettibilmente. Ascoltò quella canzone che gli permetteva di entrare nel mondo di Cassandra e scoprì che in quel mondo non c'era risentimento nei suoi confronti, come lui si sarebbe aspettato, ma solo una domanda. Questa domanda era: perchè? Perchè tra loro non poteva funzionare se tutto era così perfetto? Si sentì stringere il cuore. E capì di avere sbagliato molto con lei. A fin di bene, certo. Aveva voluto proteggerla da se stesso, ma non era riuscito a proteggerla del tutto. Perchè lei lo aveva amato. Si chiedeva se l'amasse ancora. E mentre la canzone stava per finire, le prese il viso tra le mani, e la fissò negli occhi, quasi cercando una risposta alla sua domanda. Lei lo guardò trepidante. E lui iniziò a dire, col cuore a mille:"Cassy..."
Cassandra lo guardava aspettando che lui parlasse. Nella stanza, svanite le ultime note della sua canzone, era calato un silenzio quasi irreale. Ma fu rotto all'improvviso dal suono del cellulare di Cassandra. Lei si alzò per andare a rispondere, ma Francesco, certo che se non avesse parlato in quel momento, non avrebbe più trovato il coraggio di farlo, la trattenne prendendole una mano e attirandola a sè
"Ti prego, non rispondere" sussurrò lui. Lei si rimise seduta sul letto accanto a lui, chiedendosi cosa avesse da dirle di così importante. Lui finalmente iniziò a parlare:" Cassandra, questa canzone è perfetta.. Tu sei perfetta... non è colpa tua se finora tra noi non c'è stato niente. Non c'è nulla che ti manca, nulla che cerco e che non trovo in te..."
"Fra, perchè mi stai dicendo queste cose adesso?" chiese lei turbata"Dove vuoi arrivare?"
"Voglio arrivare a dirti la verità. Dirla a te e dirla a me stesso" continuò lui serio "Ricordi quando abbiamo litigato e tu mi dicesti che odiavi sentire parlare del nostro rapporto come amicizia?" lei annuì , lo ricordava eccome! Francesco proseguì:"Io ci rimasi male, ma tu non avevi torto. Lo penso anche io che quello che c'è tra noi non può essere chiamato amicizia!"
"Che c'è tra noi, Francesco?" chiese Cassandra con l'espressione di chi ormai è stato disilluso "Dimmelo tu, quale nome dare al nostro rapporto, perchè io sinceramente non lo so più"
Francesco esitò un attimo e poi disse:"Beh, forse... forse il nome che gli dai tu. Forse è davvero amore..." Cassandra lo guardò negli occhi,chiedendosi se era vero o se stava sognando. Francesco colse la sua espressione e precisò:"Cassy, io non riuscirò mai a farti una dichiarazione di quelle plateali, però se senti il mio cuore adesso capirai che quello che ti dico corrisponde a quello che penso e che provo" e così dicendo prese la sua mano e se la posò sul cuore. e Cassandra sentì il suo battito più forte, che andava in sintonia con il suo. Francesco disse, sempre tenendole la mano sul suo cuore:"Lo so, tu forse vuoi andare avanti con la tua vita, e non hai certo torto..." Cassandra lo zittì posandogli un dito sulle labbra e lui lentamente avvicinò il viso al suo. Le sfiorò le labbra con un bacio timido, dapprima, poi però si lasciò andare totalmente. E capì che era quello che voleva, quello che aveva sempre voluto. Senza sapere come, inebriati da quell'attimo di passione, si ritrovarono entrambi sdraiati sul letto, seminudi, menrte continuavano a baciarsi e Fra incominciò ad esplorare il corpo di Cassandra con delle carezze inizialmente timide come il suo primo bacio, ma poi sempre più audaci . E lei lo lasciava fare, dimenticando tutto. Furono riportati alla realtà dal rumore delle chiavi nella serratura, Cassandra si rizzò a sedere sul letto allarmata, dicendo:"Oddio, Antonino, ora chissà che pensa!" cercò di abbottonarsi in fretta la camicetta, ma troppo tardi... Antonino era sulla soglia della porta e non era solo... con lui c'era Francesco Capodacqua. Quest'ultimo guardò con espressione sconvolta la scena che aveva davanti, poi fissò i suoi occhi in quelli di Cassandra e lesse in essi solo imbarazzo,nè dispiacere nè pentimento. Perciò disse:"Che schifo! Mi fai schifo, mi fate schifo! " E andò via velocemente. Antonino imbarazzato disse:"Cassandra, mi dispiace, io l'ho trovato sotto al portone, stava per citofonarti diceva che non rispondevi al telefono ed era preoccupato, e allora l'ho fatto salire con me" e anche lui in fretta si allontanò togliendosi dall'imbarazzo. Cassandra finì di riabbottonarsi la camicetta pensierosa, mentre Francesco le chiedeva:"Che vuoi fare, Cassy? Vuoi raggiungerlo?"
"Devi dirmelo tu. Cosa vuoi che io faccia?" disse Cassandra con voce tremante "Se quello che è successo adesso e che stava per succedere per te è stato solo un attimo di pazzia, io andrò da lui e cercherò di riprendermi la mia vita. Ma basta una tua parola, Fra, una sola, e io rimango con te. Dimmelo tu cosa devo fare.... "
Cassandra lo guardava, aspettando che le desse una risposta. Ma Francesco era spaventato, troppo spaventato per dire qualsiasi cosa. Era successo tutto troppo in fretta, lui non si aspettava una cosa del genere. È vero, ci era quasi finito a letto, ma era davvero sicuro di poterle dare tutto se stesso? Poteva chiederle di rinunciare a quello che con tanta fatica aveva cercato di costruire, anche con Capodacqua? E se poi fosse andata male? Lei non lo avrebbe mai perdonato. Non voleva certo rovinarle la vita! E poi le loro carriere, troppo diverse, e che spesso li avrebbero portati troppo distanti. Eppure quando la guardava , come adesso, sentiva che queste cose non avevano nessuna importanza e che desiderava solo stringerla fra le proprie braccia. Ma Cassandra forse riuscì a leggere nei suoi occhi solo la prima parte dei suoi pensieri. Gli occhi iniziarono a bruciarle per le lacrime che spingevano per uscire e che lei cercava di trattenere
"Ok" disse con un ultimo sforzo per non piangere " Non dire niente. Ho capito cosa pensi. Anzi, meno male che ci siamo fermati in tempo. Vado da lui, sperando che mi perdoni". E scappò via, dando finalmente sfogo alle lacrime. Francesco non riuscì a dire niente, la vide andare via, la vide correre da lui, e non riuscì a fare né a dire nulla per fermarla. Era come paralizzato. Si rimise a sedere sul letto, si guardò intorno. Quella stanza sapeva di Cassandra. C'era il suo profumo dovunque. Ce l'aveva anche addosso ormai. E aveva anche il suo sapore tra le labbra. Perché l'aveva lasciata andare via? Perché? Si prese il viso tra le mani e rimase immobile per un pò. Avrebbe voluto persino piangere, ma le lacrime non uscivano. Lui non era abituato a piangere. Rimase così, immerso nei suoi pensieri per alcuni minuti, poi la voce di Antonino lo fece tornare improvvisamente alla realtà:"Francesco, posso fare qualcosa per te?" Alzò la testa e pensò:"Si, cacchio, ridammi Cassandra" Si alzò di scatto in piedi e disse d'impulso:"La vado a cercare! Dove può essere andata?"Antonino gli diede l'indirizzo di Capodacqua . "Grazie" disse Francesco "Te ne sarò grato a vita" e corse via, inpaziente di raggiungerla. Appena uscì dal portone fu accolto da un tuono e da uno scroscio di pioggia: guardò l'indirizzo che Antonino gli aveva scritto su un foglietto. Era lontano, ma lui non aveva voglia di aspettare un taxi. Incominiò a camminare, anzi a correre, sotto quella pioggia, pensando a lei che aveva paura dei temporali. Pensando che forse adesso aveva paura e non solo del temporale, ma anche di averlo perso per sempre. Arrivò dopo tre quarti d'ora sotto casa di Capodacqua, bagnato fradicio. Ma lui non lo fece neanche entrare in casa.Sulla soglia della porta gli disse che Cassandra era stata lì ma che era già andata via.
"Come? è andata via?" disse Francesco, perdendo la sua proverbiale calma e diplomazia "Che le hai fatto, razza di un bastardo, che le hai detto?"
"Ma stiamo scherzando?" rispose Capodacqua irritato "Non le ho fatto un bel niente! Ti ricordo che io sono la vittima, non lei.Io l'ho trovata mezza nuda tra le tuebraccia , io sono quello che lei ha scaricato meno di un quarto d'ora fa. Perché la signorina improvvisamente ha capito di non amarmi e che non mi amerà mai!"
"Cosa?!" disse Francesco "Allora ti ha lasciato" e scappò via, diretto a casa di Cassandra, ancora incurante della pioggia. Pensò di chiamarla, ma si accorse di non avere il cellulare con sé. L'aveva lasciato a casa sua. Continuò a correre, allora, come se camminare non fosse abbastanza per l'urgenza che aveva di parlarle, di sentirla, di dirle quello che provava. Riusciva solo a pensare: "L'ha lasciato, anche se io non le ho detto di farlo. Mi ama, mi ama fino a questo punto.", e correva di più, come a voler accorciare i minuti che lei avrebbe passato lontana da lui, i minuti in cui avrebbe sofferto pensando di non avere più nessuna speranza. Non poteva pensarci. Non poteva proprio sopportare che soffrisse per colpa sua. Eppure tante volte aveva lasciato che accadesse. Ma non sarebbe successo mai più, non l'avrebbe più permesso. Quando si ritrovò davanti alla porta di casa di Cassandra, si attaccò al campanello, ma fu uno spaventato Antonino ad aprirgli la porta:"Oddio, Fra, sei fradicio. Vieni dentro"
"Cassandra, dov'è Cassandra?" chiese lui ancora con l'affanno per la corsa che aveva fatto.
"Non lo so" rispose Antonino alzando le spalle "Aspetta che provo a chiamarla". Fece il suo numero, dopo avere atteso per qualche minuto, però disse:"Non risponde, mi spiace, Fra. Vuoi aspettarla qui?"
Francesco abbassò il capo, sospirando e disse:"Si, aspetto!" Ma sul cellulare di Antonino arrivò un messaggio. Disse:"Fra, aspetta, è Cassandra. Dice che sta andando a casa tua per parlarti. La chiamo e la dico che sei qui?"
"No, no, vado io da lei" disse Francesco,e scappò nuovamente via, ignaro di Antonino che gli gridava di prendere almeno l'ombrello. Non gli interessava di coprirsi, voleva raggiungerla subito. Non c'era tempo da perdere. Ne aveva perso già troppo. Il cuore gli scoppiava nel petto per la corsa, e il vento gli tagliava la faccia, ma lui non si accorgeva di niente. Ci volle un'ora per giungere a casa sua, eppure tutta la fatica di quella corsa svanì in un attimo quando la vide, sotto casa sua, anche lei inzuppata di pioggia e tremante di freddo, che lo attendeva. Rallentò il passo, per riprendere fiato, ora che era vicino alla meta, ora che finalmente la vedeva, ora che non gli sarebbe scappata. Avvicinandosi a lei notò che le gocce della pioggia si mescolavano alle lacrime sul suo viso, ma vedendolo cercava di ridarsi un contegno. Appena la raggiunse, le disse:"Dio mio, Cassy, sei bagnata fradicia! Ti prenderai una polmonite"
"Anche tu!" rispose lei sorridendo "Allora, prima di morire, lascia che ti dica una cosa..."
"No, Cassandra, no" la interruppe lui "Stavolta tocca a me!" e mentre lei si sentiva quasi svenire, le disse:"Ti amo, non so perché non ti ho fermata, non so perché ti ho lasciata andare via. Ma so che ti amo! Può bastare per farti perdonare la mia idiozia?"Cassandra annuì. Ora piangeva apertamente. Non voleva più nascondere le sue lacrime,anche perché ora, finalmente, e improvvisamente, si erano trasformate in lacrime di gioia. Poggiò la testa sul suo petto, mentre lui le accarezzava i capelli bagnati, e gli disse, dolcemente:"Meglio che andiamo su: magari riusciamo a non morire di freddo che dici?"
"Si, ora andiamo su, ma prima lascia che io faccia una cosa" rispose lui, prendendo tra le sue mani forti il viso di lei, che sembrava così piccolo e sussurrando:"sono riuscito a continuare a correre allimpazzata senza morire d'infarto solo pensando a questo momento" .. un attimo e si perse tra i suoi occhi, e poi si perse nelle sue labbra. E non sapeva , non capiva se baciava lei, la pioggia o le sue lacrime. Sapeva solo che l'amava. Finalmente lo sapeva!
Quella notte Marco rientrò a casa tardissimo. Entrò senza accendere la luce per non svegliare Francesco, ma inciampò in qualcosa che era per terra. "Che cavolo è?" brontolò. Si chinò, e si ritrovò in mano un jeans, che chiaramente era femminile. Spalancò gli occhi, senza capire. Si guardò intorno perplesso scorgendo qua e là, anche se al buio, vari indumenti inequivocabilmente femminili: una camicetta, un reggiseno, un fermaglio per capelli. Una risata lo fece sobbalzare, anche questa inequivocabilmente femminile. Si mosse verso la camera di Francesco e sbirciando attraverso la porta socchiusa vide qualcosa che lo lasciò a bocca aperta. Francesco era a letto con una ragazza e i due sembravano tanto presi che non si accorsero nemmeno di lui. Marco, imbarazzato, ma ridacchiando, si ritirò nella sua stanza. "complimenti amico! " pensava ridendo tra sé.
La mattina dopo lo aspettava un'altra sorpresa. Si alzò, ancora assonnato. Andò verso il frigorifero per prendere il latte, e sentì una voce ben nota, che lo accoglieva allegramente:"Buongiorno Marcolino"
"Oddio", fece lui voltandosi e trovandosi davanti Cassandra, che magicamente indossava di nuovo gli indumenti che lui aveva notato sparsi per casa quella notte "Allora eri tu!"
"Marco!!" esclamò lei arrossendo "Non mi dire che ci hai visti!"
Marco però scoppiò a ridere:"Non ci posso credere.. finalmente Mariottini ha ceduto: si è svegliato!Alleluia". Anche Cassandra, pur se imbarazzata, rise e poi disse:"Eh, Marco, Fra mi ha raccontato di quanto hai faticato per convincerlo a guardarsi dentro. Ma devo dire che ci sei riuscito"
"Si, appunto" fece Marco sbrigativo e sedendosi al tavolo accanto a lei, dimenticandosi della colazione"Ora però io voglio i dettagli, hai capito? Mi spettano di diritto! "
"In effetti è merito tuo se si è svegliato. Perciò" e fece una pausa di silenzio per creare suspence, poi concluse:"Grazie, Marco" dandogli un bacio sulla guancia e lasciandolo privo dei particolari che desiderava conoscere. In quel momento sopraggiunse Francesco, che esclamò:"Chi è che sta importunando la mia ragazza?"
"La mia ragazza, wow. Facciamo passi da gigante" esclamò Marco sarcastico, mentre Cassandra correva incontro a Fra e lo baciava. Un bacio rapido, veloce, e fece per staccarsi, ma lui la strinse di nuovo a sé, trattenendola e continuò a baciarla. Mentre Marco tossiva imbarazzato:"Ehm ,se devo togliere il disturbo ditemelo". I due allora risero,e Francesco disse: "No, Marco, non ci sarà bisogno di togliere il disturbo.. ci pensiamo noi" e rivolgendosi a Cassandra disse:"Ti dò tempo due ore per tornare a casa , preparare la valigia e tornare qui".
"Oddio, si trasferisce qui? " chiese Marco terrorizzato.
"Marco, fatti i fatti tuoi" lo rimbrottò Francesco" E tu Cassy, fai come ti ho detto, amore!"
Lei lo guardò con espressione adorante e poi disse:"Come mi hai chiamato scusa?"
"Amore " disse lui sorridendo"Mica è la prima volta..."
"Si, ma è la prima volta da quando siamo fidanzati" fece Cassandra avvicinandosi di nuovo a lui per baciarlo, mentre Marco esclamava:"Fidanzati? Amore? Ridatemi i miei amici Cassandra e Francesco per favore!"
Cassy ridendò indossò il cappotto e si allontanò dicendo:"Vado subito,altrimenti non faccio in tempo a tornare tra due ore". Appena rimase solo con Francesco, Marco diventò improvvisamente serio e disse:"Ce l'hai fatta , eh, Mariottini? Ci voleva proprio così tanto?"
"No , hai ragione" disse Fra "E per questo non voglio perdere neanche più un minuto con lei. Voglio darle tutto quello che finora non le ho dato... Iniziando da un week-end nella città più romantica del mondo!"
"Parigi?!" fece Marco strabiliato
"Magari Parigi una prossima volta" rispose Francesco sorridendo "Per questa volta ci accontenteremo di Venezia. Lei non lo sa ancora, è una sorpresa. Anzi è meglio che mi sbrigo, devo fare delle telefonate per organizzare questo viaggio!"
Marco lo guardò attentamente, poi chiese:"Sei felice, vero, Fra?"
"Si, molto più che felice. Dovevo proprio rischiare di perderla per capire che l'amavo. Avrei voluto che fosse successo prima".
Ma Marco rassicurandolo disse:"Io invece credo che sia successo al momento giusto. E se hai rischiato di perderla, ti è servito per capire quanto lei conta per te. Ma ora basta pensare al passato. Devi guardare avanti e costruire il futuro con lei!" Fra sorrise: eh, si, doveva ammettere che anche stavolta Marco aveva ragione.
"Fra , ma dove stiamo andando" chiese Cassandra incuriosita.
"Sorpresa" disse lui caricando i bagagli in macchina. "Anzi per ora stiamo andando fino all'aereoporto perché non ho nessuna intenzione di guidare finoa Venezia" concluse gustandosi l'effetto che quelle parole compivano su di lei.
"Venezia?" chiese lei illuminandosi "hai proprio detto Venezia, vero? Non è frutto della mia immaginazione?Tutto questo non è un sogno vero? Dimmi di no, altrimenti mi farà troppo male svegliarmi". Lui per tutta risposta la baciò e poi chiese:"Ecco, questo bacio cos'è frutto della tua immaginazione?"
"Oh , proprio no" fece lei scuotendo il capo e lo baciò a sua volta, chiedendogli: "E questo cos'è? Realtà o sogno?" e continuarono così per un bel pò questo splendido gioco di baci, per scoprire che no, non era un sogno. Era realtà Poi Francesco si riscosse:"Su, dai, magari riprendiamo a Venezia. Se non ci muoviamo perdiamo l'aereo!"
Sull'aereo Cassanda, sfinita, si addormentò tra le braccia di Francesco, posando la sua testa sulle sue spalle. Lui la teneva stretta e avrebbe voluto dormire a sua volta, ma non si convinceva a chiudere gli occhi. Perché non voleva smettere di guardarla e di dirsi che quella ragazza dolcissima che stringeva forte era la sua ragazza. Quando erano quasi arrivati, la svegliò con un bacio, dicendole:"Amore, stiamo per atterrare" Lei aprì gli occhi, e si preparò a vivere questa favola. Scesi dall'aereo, caricarono armi e bagagli sul primo taxi e si fecero accompagnare in albergo. Quando Cassandra lo vide, rimase estasiata:"Fra, ma è bellissimo. Ti sarà costato una fortuna!"
"Sono sicuro che ne varrà la pena" rispose lui. "Ma copriti che fa freddo" le disse, sistemandole meglio la sciarpa. Cassandra sorrise entusiasta: lui era così premuroso e dolce, era proprio come se lo era immaginato. Aveva avuto paura che non fosse secondo le sue aspettative, anche se non l'aveva confessato neanche a se stessa. Ma ora sapeva che era una paura infondata. Francesco era molto di più di quello che aveva immaginato e sognato.
L'albergo all'interno era ancora più bello, e la camera che Fra aveva scelto per loro era superlativa. Appena entrati, lei lo trascinò verso il letto, e ricominciò a baciarlo,e a provocarlo dolcemente, ma lui con tenerezza le disse:"No, amore, non ora, ti prego, altrimenti rimaniamo chiusi qui dentro. Non che mi dispiacerebbe... " lei ridacchiò , poi disse:"No, hai ragione. Vado a farmi un a doccia e a sistemarmi per stasera!"
"Ok" rispose lui "Ceniamo al ristorante dell'albergo, ti va? Magari usciamo dopo a fare un giro!"
Cassandra annuì e disse:"Faccio presto, anche perché muoio di fame". Mentre lei si preparava, Fra uscì sul balcone della stanza. Il panorama era incantevole. Era l'ora del tramonto e il cielo di Venezia tinto di rosa era strabiliante. Pensò che non poteva scegliere scenario migliore per loro due. Venezia la città più romantica del mondo. Cassandra in meno di mezz'ora fu pronta. Doveva avere davvero molta fame! Lo raggiunse sul balcone, esclamando alla vista che le si presentò davanti:"Oh, che meraviglia". Francesco voltò lo sguardo su di lei e la trovò perfettamente in sintonia con il paesaggio. Aveva indossato un abito blu, non troppo scuro. Aveva i capelli rialzati ed era più bella che mai, almeno per lui. Sussurrò:"Ah, dovrò vestirmi per bene per essere all'altezza di tanto splendore". Lei lo aiutò a scegliere come vestirsi: una camicia grigia, molto carina, e un pantalone scuro che secondo lei gli stava da Dio. E così scesero a cena mezz'ora dopo mano nella mano. Erano davvero perfetti per quell'ambiente romantico. Cenarono con calma, anche perché Cassandra voleva assaggiare tutto ciò che c’era. Francesco invece non riuscì a mangiare molto. Era molto teso, molto emozionato. Poi, finita la cena, salirono in camera a prendere i cappotti, e questa volta fu Francesco a trascinarla sul letto e a iniziare a baciarla e fu lei a doverlo fermare:"No, amore, dai, abbiamo davanti tutta la notte. Ora voglio vedere questa bellissima città. Su, andiamo". E prendendosi per mano uscirono, innamorati, felici ed emozionati per vivere quella che, anche se Cassandra ancora non lo sapeva, sarebbe stata la notte più bella della sua vita.

Ed eccoli camminare lungo i canali e i vicoli di Venezia, illuminati dalla luce dei lampioni, ancora più belli di notte perché privi di confusione. Cassandra guardava tutto con gli occhi spalancati, contenta come una bambina, e Francesco la teneva per mano, felice di poterle regalare questi momenti. E di poterli regalare a se stessi, ovviamente. Quando giunsero a piazza san Marco, era ormai passata mezzanotte, e la piazza era totalmente vuota, persino i colombi erano pochi, quasi a voler lasciare lo spazio tutto per loro. E in questa splendida cornice, iniziarono a baciarsi in modo appassionato. Era il culmine della felicità, secondo Cassandra, ma il bello doveva ancora venire. Ricominciarono a camminare, inoltrandosi nei mille vicoli di Venezia,e ne approfittarono per parlare, per raccontarsi quello che non si erano mai detti. A un certo punto Cassy disse:"Ti ricordi la notte di Capodanno?"
Francesco fece un'espressione tutt'altro che contenta:"Certo che si, la notte in cui Marco ti ha baciata e in cui poi tu hai deciso di lasciarti andare con Capodacqua".
Cassandra ridendo disse:"Non te l'ha detto vero quel giuda di Marco?"
"Che cosa doveva dirmi?" chiese Fra disorientato
"Che era una sua strategia, quella del bacio. Un modo per svegliarti, così mi ha detto. Ti giuro che io però non ne sapevo niente. Ha preso alla sprovvista anche me"
"Beh, non mi ha detto proprio questo. Mi ha detto solo che era un gioco" disse imbarazzato "Però effettivamente ha raggiunto il suo scopo"
"Come?" chiese Cassy stupita "Ma io ho sentito le tue parole.. tu dicevi che ti eri arrabbiato solo perché non volevi che Marco si approfittasse di me"
Fra la guardò dolcemente e l'abbracciò stringendola:"Amore, ci sarà stato un equivoco. Perché io subito dopo ho ammesso che quel bacio mi aveva dato tremendamente fastidio, e che volevo parlare con te"
"Ma non l'hai fatto!" constatà Cassandra
"No" disse lui, frettolosamente, perché non aveva nessuna voglia di ricordare quella serata e quel momento "Perché ti ho vista con Capodacqua poco dopo!"
"Non posso crederci" esclamò Cassandra "Io avevo pensato che proprio con te non c'era più speranza e per questo"
"Basta, Cassandra, basta" disse lui stringendola ancora più forte. "Quello che è stato è stato" e poi con un sorriso malizioso disse:"E poi è meglio che tra noi non sia successo niente quella sera, perché altrimenti non ci troveremmo qui per il carnevale di Venezia!"
"Oddio, è vero" disse Cassandra scostandosi per guardarlo "Il Carnevale di Venezia. Non ci avevo pensato che siamo nel periodo di Carnevale"
"Già, io si però" disse lui prendendola per mano e ricominciando a camminare "Oggi è tutto tranquillo, ma da domani vedrai… questa città sarà tutta un'altra cosa"
"Hai pensato proprio a tutto, eh, Mariottini?" osservò lei entusiasta
"Si, amore, ma il bello deve ancora venire" rispose con gli occhi che gli brillavano.
E continuando a chiacchierare, a raccontarsi tutto, a mettere insieme i vari tasselli di tutto ciò che li aveva portati lì quella sera, (e scoprendo in molte cose lo zampino di Marco) , giunsero al Ponte dei Sospiri.Qui Francesco si fermò, appoggiandosi alla balausta del ponte. E disse:"Siamo fortunati ad essere qui adesso: di giorno non permettono a nessuno di sostare. La sai la storia di questo posto, vero? Lo chiamano il ponte dei sospiri, perché vi passavano i prigionieri,prima di essere condotti a morte e sospiravano amaramente per la tristezza di dire addio al mondo" lei lo guardava, presa dalla sua spiegazione. Lo sapeva già, ma sentirlo da lui aveva un altro sapore. E lui continuò attirando la sua attenzione, giocherellando però con il braccialetto di Cassandra, facendo capire di essere molto agitato:"Mi è passata una folle idea per la testa. Non mi piace l'idea di questo luogo come luogo di dolore. Dovremmo fare qualcosa per cambiare le cose" e aggiunse, mentre lei lo fissava, senza capire dove volesse andare a parare: "Il sospiro, secondo me, può anche essere un desiderio. Si sospira perché si desidera fortemente qualcosa. Io in questo momento desidero te" e la baciò dolcemente. Poi aggiunse:"E per farti capire quanto, ho qui un regalo per te". e le porse un pacchettino. Lei lo aprì emozionata, e con gli occhi lucidi. Era un anello, un bellissimo anello con un bellissimo diamante. Cassandra vedendolo esclamò:"Fra, è bellissimo!" Aveva gli occhi lucidi, ma sdrammatizzò dicendo:"Mariottini, non mi stai chiedendo di sposarti, vero?"
"No, amore, per ora no" rispose lui serio " ma questo anello rappresenta il mio amore per te. quello che vuole essere. Duro e forte, ma bello e luminoso proprio come questo diamante, proprio come è stato il tuo amore finora. "
Le tolse l'anello dalle mani e teso e emozionato quanto lo era lei, glielo infilò al dito. Lei allora alzò la mano, lo rimirò,e poi scoppiò in lacrime, lui la prese tra le braccia e la baciò, sollevandola da terra. E in quella gelida notte invernale nessuno dei due aveva freddo. Anzi, a loro sembrava che il loro amore avesse scaldato quella splendida città, teatro dell'inizio del loro amore.
Francesco e Cassandra vissero il loro sogno per altri due giorni a Venezia. Poi tornarono a Roma e cercarono di tenerlo desto. Non fu affatto facile, però. Gli impegni di entrambi erano molteplici, riuscivano a malapena ad incontrarsi una volta o due ogni due settimane. Chi ne soffriva di più era Cassandra, che avvertiva il bisogno di sentirlo costantemente vicino e prese l'abitudine di raggiungerlo ogni sera dovunque si trovasse per poter dormire affianco a lui, sottoponendosi a veri e propri tour di force massacranti. Lei diceva di farlo con piacere, ma a un certo punto Francesco capì di non poterglielo più permettere. Non era questo che voleva per lei, non era questo che aveva sognato per loro due. La realtà stava uccidendo la favola, purtroppo. E tutte le sue peggiori ipotesi, quelle che per tanto tempo gli avevano impedito di lasciarsi andare con Cassandra, si rivelarono fondate: i ritmi di vita diversi, i diversi percorsi che ognuno di loro stava compiendo, spesso inconciliabili, l'impossibilità di condividere molte cose importanti. Decise che spettava a lui mettere fine a tutto questo.
E così, circa tre mesi dopo, un giorno in cui Cassandra era riuscita, con mille stratagemmi a raggiungerlo a casa dopo un suo spettacolo, reagì con inaspettata freddezza al suo abbraccio, e quando lei preoccupata gli chiese:"Fra, che succede? Sei molto stanco?" non trovò modo migliore di chiudere la questione che dicendole:"Cassandra, dobbiamo parlare. È un poco che ci penso" Cassandra allarmata lo guardò e lui continuò: "Credo che .. sia meglio per tutti e due.. chiuderla qui, chiudere la nostra storia!" Cassandra impallidì. Pensò di non aver capito bene e chiese:"Scusa, Fra, che hai detto?" Lui ripetè le sue parole duramente, quasi non ammettendo replica. Ma lei iniziando già a piangere, disse:"Ma è per i problemi che abbiamo a vederci? Possiamo risolverli, io diminuisco le mie serate, diminuisco i miei impegni se vuoi".
Francesco si fece forza, preparandosi a infliggerle il colpo più duro, l'unico che l'avrebbe fatta tacere, perché non era certo di riuscire a sentire una parola di più senza tornare sui propri passi. E allora le disse, il più freddamente possibile:"Il punto , Cassandra, non è questo. Il punto è che non ti amo più, forse non ti ho mai amata davvero.. ho confuso l'affetto che provavo per te per qualcosa di diverso, ma ora, a distanza di tempo, mi accorgo che quello che provo per te è ancora solo amicizia" . Cassandra non poteva credere alle sue orecchie:"Se è uno scherzo è di pessimo gusto!"
"Non è uno scherzo, Cassy, non scherzerei su questo " rispose lui irremovibile "Lo so, non serve a niente, ma posso solo dirti che mi dispiace". Il dolore in Cassandra lasciò rapidamente lo spazio alla rabbia:"Capisco tutto invece, capisco bene tutto quello che ti passa per la testa. È troppa impegnativa vero una storia d'amore? E allora fanne a meno, Francesco, fanne pure a meno se vuoi. Anzi sai che ti dico? Riprenditi il tuo stupido anello e sposati la danza, se ci riesci!" e lasciò cadere sul tavolo quell'anello che le aveva regalato, e che lei aveva mostrato con orgoglio a tutti. Lui rimase zitto, col capo chino. Lei fece per andare via, poi tornò sui suoi passi e gli disse:"Avevi ragione a non volere avere una storia con me per non rovinare la nostra amicizia. Perché adesso è rovinata, per sempre, sappilo!Fai finta che non sono mai esistita" e andò via di corsa, in lacrime. Marco la incrociò per le scale e vedendola così sconvolta, tentò di fermarla, chiedendole:"Ehi, che succede?" Lei rispose senza fermarsi:"Chiedilo al tuo amico!" Marco entrò in casa e subito chiese:"Che hai combinato?"
"L'ho lasciata" rispose Francesco come se niente fosse.
"Sei impazzito?" chiese Marco, stupefatto.
"Marco, fatti i fatti tuoi" rispose l'amico spazientito "Smettila di fare il Cupido della situazione. Non fosse stato per te e per i tuoi tentativi di intrometterti nella nostra vita tutto questo non sarebbe successo!"
"Non provarci, Fra" disse Marco irritato e offeso "Non provarci a dare la colpa a me"
"Non puoi capire" disse Francesco con un filo di voce "Non puoi capire quanto mi sia costato. Ma probabilmente nessuno può capire cos'è la danza per me. Nessuno che non sia ballerino. Non posso costringere Cassandra a stare dietro ai miei ritmi,a sopportare le mie stanchezze, i miei assilli. Lei merita di più".
Marco ammutolì di colpo, capendo che in fondo Francesco non aveva lasciato Cassandra per egoismo, ma per amore. Lui lo capì. Ma Cassandra no. Cassandra in quello stesso istante stava piangendo tutte le sue lacrime e buttando in un sacchetto della spazzatura tutto quello che le ricordava Francesco. Sperando di poter buttare via anche lui dal suo cuore , prima o poi.
I mesi passarono, lentamente all'inizio, poi sempre più rapidamente. Cassandra all'inizio credeva di non riuscire a vivere senza Francesco, ma poco alla volta capì che non sarebbe stato così. La vita continuava, andava avanti, e lei recuperò presto la sua serenità. Aiutata da uno splendido ragazzo che il destino gli mise accanto, di nome Davide, e che poco alla volta scoprì di amare. Non come aveva amato Francesco, ma lo amava.
Anche la vita di Francesco andava avanti, anche per lui non fu facile all'inizio. Ma alla fine di lunghe giornate passate a fare prove, quando tornava a casa coi piedi distrutti e con tutti i muscoli doloranti, il tempo e la forza di pensare non c'era.
I due non si incontrarono per tutto l'inverno, poi la primavera, poi l'estate. All'inizio perché Cassandra evitava ogni occasione di trovarselo davanti (non partecipò neanche alla festa di compleanno di Marco), e poi perché queste occasioni smisero di capitare. Ma il primo giorno di settembre era il compleanno di Susy, che le aveva detto molto chiaramente :"Se non vieni non te lo perdonerò. Non hai più motivo di evitare Francesco". Infatti era così, perciò la sera di quel giorno Cassandra si presentò al locale dove Susy festeggiava il suo compleanno. Non era sola, era accompagnata da Davide. Francesco la vide arrivare subito. La osservò ponendosi un poco distante. E notò con piacere che sembrava felice. Bella, luminosa, abbronzata, elegante. Soprattutto serena. Non sembrava la Cassandra che lui aveva lasciato poco tempo prima, stanca, stressata, timorosa di non essere mai all'altezza della situazione. Mentre la osservava capì finalmente che in fondo lasciarla non era stato un errore. Eppure provava una stretta al cuore non tanto pensando che l'aveva persa, ma pensando che lui non era stato in grado di renderla così felice, come invece aveva fatto questo Davide, che ora la teneva per mano e sembrava così orgoglioso di lei. E lei sembrava proprio amarlo. Marco si avvicinò a Francesco, gli pose una mano sulla spalla e gli disse:"Te l'avevo detto, no? Con lui sta bene". Si, Marco gliel'aveva detto, ma vederlo era diverso. Avrebbe dovuto fargli piacere, invece si ritrovò avvolto da una strana malinconia. Marco non se ne accorse, o fece finta di non accorgersene e disse:"Su, vai a salutarla. Sono sicuro che le farà piacere!"
Francesco ascoltò il consiglio dell'amico e lentamente, con le gambe che quasi gli tremavano, si avvicinò a lei, mentre gli risuonavano nella mente le ultime parole che lei le aveva gridato:"fai finta che io non sia mai esistita". Ma lei ancora una volta lo sorprese, quando se lo ritrovò davanti il suo viso si illuminò con un bellissimo sorriso, e fece un passo verso di lui, allargando le braccia. E si ritrovarono l'uno nelle braccia dell'altra, in una mescolanza di emozioni e di sensazioni diverse, ma altrettanto forti. Davide si allontanò discretamente, lasciandoli soli. Un altro punto a suo favore, pensò Francesco suo malgrado. Cassandra indietreggiò di qualche passo, lo osservò e disse:"Fra, come sei magro. Dovresti mangiare di più". Lui rise,e aggiunse:"Tu invece sei in splendida forma devo dire". Rise anche lei e scherzando disse:"Eh, si, modestamente io sono sempre bellissima!"e così si ritrovarono a chiacchierare di mille sciocchezze, come se il tempo tra loro non fosse mai passato, come se non fosse mai successo niente, come se quelle parole "fai finta che io non sia mai esistita" non fossero mai state pronunciate. Susy e Marco gli osservavano, Susy era preoccupata, e diceva:"Non vorrei che le scombussolasse di nuovo la vita" ma Marco, che sapeva molte cose più di lei, disse:"Non lo farà tranquilla. Lascia che quei due si parlino e si chiariscano. Non farà male a nessuno di loro".
Alla fine della serata, Cassandra chiamò Davide, che per tutta la serata aveva lasciato che lei parlasse sola con Francesco, e glielò presentò, dicendo:"Fra, lui è Davide il mio ragazzo. Davide tu sai già chi è lui". Francesco ebbe come un flash del passato: lui che presentava Barbara a Cassandra con le stesse identiche parole. Era iniziato tutto allora, e a distanza di un anno si ritrovavano di nuovo a questo punto. Ma Davide non era come Barbara, Davide strinse calorosamente la mano a Francesco, dicendogli:"Ah, come no!Il famoso Mariottini.. ma lo sai che una volta sono anche venuto a vedere un tuo spettacolo?" Francesco capì subito dove era la differenza: Barbara sapeva che lui non l'amava e quindi aveva paura, ma Davide, se era così tranquillo, era sicuramente perché era certo dell'amore di Cassandra. Questo pensiero lo tormentò per tutta la notte. Sentiva che qualcosa tra loro due era rimasto non detto, che lui non le aveva detto tutto. Doveva parlarle, doveva vederla ancora. Lei era stata troppo importante per lui. Non poteva far finta che non fosse stato così. Perciò, la mattina, dopo aver passato una notte insonne, prima ancora di alzarsi dal letto, prese il cellulare e scrisse questo messaggio:"Ti va se ci vediamo stasera, da soli? Ho voglia di passare un po' di tempo con te". Poi, dopo un attimo di esitazione, lo inviò. Destinazione Cassandra.
Cassandra accettò l'invito di Francesco, dopo aver chiesto consiglio a Davide. Lui le rispose:"Se ti va vacci. Io non ho niente in contrario, magari tornate amici come una volta" Lei sorrise e lo baciò, chiedendogli:"Ma dove l'ho trovato un angelo come te?".
Si preparò con cura per la serata, comunque. E quando Fra la andò a prendere da casa, rimase un attimo senza fiato quando vide che indossava lo stesso abito che aveva messo a Venezia. Chissà perché, pensò che non era un caso. Cassandra lo salutò tranquilla e sorridente. Era rilassata e serena. Francesco no, era molto teso. La portò a cena in uno dei ristoranti più belli di Roma. E lei, tra una portata e l'altra, chiacchierò tanto. Del cd, di Davide, di alcuni progetti futuri. Poi chiese a Francesco notizie sulla sua famiglia e lui rispose a tutto. Finita la cena, Francesco le chiese:"Ti va di fare una passeggiata?" Lei annuì, prendendolo per mano. Passeggiarono per un bel pò sul Lungotevere, e continuarono a chiacchierare, a raccontare, a scherzare. Soprattutto Cassandra, mentre lui era silenzioso. Infatti a un certo punto lei si fermò, si appoggiò sulla balaustra e chiese:"Ehi, ma non è che sto ritornando ad essere cozza o alga?" Lui sorrise, guardandola con intensità, un'intensità che lei credeva di non avergli mai visto e disse:"Non sai quanto vorrei ritornare a quei tempi"
"E cosa ce lo impedisce?" disse lei "Ora le cose tra noi sono sistemate, no? Dov'è il problema?"
Fra le si mise di fronte e continuò a guardarla. Lei dovette abbassare lo sguardo, perché quelli occhi azzurro-verdi sembravano scandagliarle l'anima. Le chiese:"Ti ho fatto soffrire vero?"
"Si" disse lei facendo capire che non era un argomento che voleva toccare " Ma non parliamone, ora non ha più senso"
"Invece ha un senso dire che sono un cretino e che ho rovinato tutto" esclamò lui con espressione desolata. "Vorrei tornare indietro e sistemare le cose"
"E cosa mi diresti tornando indietro, Fra?" chiese lei "Cosa cambieresti?"
"Tutto" rispose lui "Probabilmente non ti mentirei più. Non ti direi che non ti amo. Perché io ti amavo. Anche quando ti ho lasciata. Lo so che è difficile da credere,ma..."
"No, io ci credo" disse lei dolcemente "In fondo l'ho sempre saputo. Ma preferivo non pensarci, perché mi faceva troppo male. E adesso,invece, cosa provi per me?"
"Forse ti amo ancora, Cassy" rispose lui non osando più sostenere il suo sguardo limpido e sincero e poi aggiunse:"Ma forse questo non basta più, vero?"
Lei sorrise e rispose:"In realtà basta così poco per credere nelle favole!"e così dicendo prese la sua mano e gliela strinse. Lui a quel contatto sentì un brivido attraversargli tutto il corpo e non potè fare a meno di stringerla a sé. Non potè fare a meno di fare quello che desiderava dall'inzio di quella serata: avvicinare le sue labbra a quelle di Cassandra e baciarla. Lei si lasciò andare tra quelle braccia e ricambiò il suo bacio con passione. Però Francesco all'improvviso si staccò da lei e chiese:"Cassy, sei sicura di volerlo? Sei sicura di stare facendo la cosa giusta?" Cassandra all'improvviso sentì freddo. Da un lato avrebbe voluto che Francesco non le facesse questa domanda, ma dall'altro lato gli era profondamente grata per averlo fatto. Perché in quel momento, dopo quel bacio che le aveva fatto battere violentemente il cuore, solo un'immagine le riempiva la mente, ed era quella di Davide. Davide, che si era sempre preso cura di lei, che l'aveva saputa capire, apprezzare, amare. E che lei amava, anche se in modo diverso da come aveva amato Francesco. E perciò rispose:"Hai ragione, Fra. Non è la cosa giusta questa. Io e te abbiamo avuto dei momenti bellissimi insieme che io non dimenticherò mai. Non dimenticherò mai Venezia. Non dimenticherò mai te. Ma ora la mia vita è con Davide, io lo amo.Io e te insieme non potremmo essere felici e in fondo questo tu l'hai capito molto tempo prima di me". Lui annuì, anche se con profonda tristezza. Era quello che pensava anche lui. E allora si fece forza e disse quello che gli pesava sul cuore dall'inizio della serata:"Cassandra io vado in America. È arrivato il momento di usare quella borsa di studio. Tra l'altro ho ricevuto delle ottime proposte di lavoro a New York. Credo che vi passerò il resto della mia vita. Ti avrei chiesto di venire con me,se le cose fossero andate diversamente stasera, ma hai ragione tu, la tua vita è qui". Cassandra gli si aggrappò al braccio, come se questo gesto potesse servire a trattenerlo , a non farlo andare via e con voce timorosa chiese:"Quando parti?"
"Domani mattina, a questo punto" rispose lui. "Scusami se non te l'ho detto prima, ma..." lei non lo lasciò finire, scoppiò in lacrime e si buttò tra le sue braccia, singhiozzando:"Mi dispiace tanto, abbiamo perso tanto di quel tempo ,e ora che tu vai via come farò senza di te?" Lui per un poco la tenne tra le sue braccia, e poi le sussurrò nell'orecchio le parole di una canzone che li legava, e che quella sera sembravano scritte apposta per loro, e che furono il loro addio: "Stringimi le mani come per l'ultima volta e dopo guardami negli occhi come fosse un anno fa, e domani so che sarò troppo solo, ma dimmi adesso cosa pensi, salutandoti affogo!"
Cassandra pianse tutte le sue lacrime quella sera, ma quando tornò a casa e trovò Davide ad attenderla seppe di aver fatto la scelta giusta. E anche Francesco lo sapeva, mentre saliva sull'aereo che l'avrebbe portato al di la dell'oceano. Ma non per questo faceva meno male.

Due anni dopo

Cassandra scese dall'aereo. Si guardò intorno cercandolo. E lo vide. Dopo due anni finalmente lo rivide. Francesco le corse incontro, togliendole la valigia dalla mano, e poi l'abbracciò, e la baciò sulla guancia, dicendole:"Che bello rivederti! Ma sei sempre uguale, tu, eh!"Lei ricambiò l'abbraccio, felice e commossa, e gli disse:"Anche tu sei sempre uguale, sempre il solito bonazzo!". Uscirono dall'aereoporto. Cassandra si guardò intorno dicendo:"Mamma, Francesco, immagino che non ci si abitui mai a vivere in un posto come New York".
Lui annuì, senza rispondere. La osservò, notando una luce diversa, nuova nei suoi occhi, una luce che non le aveva mai visto prima e che lo stupì. Quanto gli era mancata!In quelli anni era venuto solo una volta in Italia per le vacanze di Natale e non era riuscito ad incontrarla perché lei era a Milano per lavoro e lui si era fermato a Jesi con la sua famiglia. E così il giorno in cui Cassy gli aveva telefonato dicendogli:"Tra una settimana vengo da te" aveva provato una gioia immensa. E anche ora la provava ritrovandola al suo fianco. La metà senza la quale non si sentiva completo. La sua migliore amica. La persona che aveva amato di più al mondo. La portò a casa propria, e le raccontò un pò di sé. Le parlò di Lizzie, la ragazza che la sua compagna nella danza e che era diventata da un pò anche la sua compagna nella vita. Le parlò degli spettacoli che faceva, dei numerosi successi ottenuti. E poi le chiese:"E tu che mi dici?" Lei rise, sapendo che l'avrebbe lasciato di stucco, poi disse:"Oh, niente, solo che Davide mi ha chiesto di sposarlo"
"Davvero? Che splendida notizia" disse Francesco, cercando di non far trasparire il senso di disagio che provava. "Gli hai detto di si, immagino!"
"Gli ho detto che ci penso" rispose Cassandra allegra "ma più per tenerlo sulle spine che per altro. Accetterò ovviamente. Anche perché..." e così dicendo portò una mano sulla pancia quasi involontariamente. Francesco capì subito ed esclamò:"Sei incinta! Ma è meraviglioso" . Stavolta lo pensava davvero!E ora capiva anche la luce che aveva visto nei suoi occhi, capiva a cos'era dovuta. Lei tutta contenta disse:"Davide non lo sa ancora, però. Sei il primo a saperlo". Non aggiunse altro, ma in quel "sei il primo a saperlo" c'era tutto un mondo di cose non dette e sottintese, che Francesco capì. Aveva imparato ormai a capire anche le parole non dette. L'abbracciò, e così facendo gli sembrò di abbracciare anche il suo bambino e in quell'abbraccio sentì anche che due anni prima avevano fatto la scelta giusta. Quel bambino dava un senso a tutto: rappresentava la vita che Cassandra desiderava e che lui non avrebbe mai potuto darle.
Cassandra passò una settimana a New York, una settimana in cui sembrò che quei due anni non fossero mai passati e che mai niente li avesse divisi.Francesco si divertì a portarla in giro per la città e a vedere il suo entusiasmo per ogni minima cosa, le presentò Lizzy e le due si trovarono anche molto simpatiche a vicenda, cosa su cui Francesco non aveva contato per niente . Insomma era tutto perfetto e delizioso, come era delizioso il vestitino rosa da neonata che Francesco comprò per lei l'ultima sera che Cassandra passò a New York, dicendo:"Sarà sicuramente femmina. Me lo sento!".
Ma poi arrivò inesorabile il momento di separarsi. Francesco l'accompagnò allìaereoporto, e lei non riuscì proprio a trattenere le lacrime. Stavolta anche lui pianse. Aveva imparato a fare anche questo, ormai, a liberare i suoi sentimenti attraverso le lacrime. Aveva dovuto farlo per resistere. Cassandra gli sussurrò mentre lo abbracciava:"Promettimi, giurami che verrai in Italia quando nascerà il bambino"
"La bambina, Cassy" la corresse lui "Vedrai che sarà una femmina". Lei sorrise, lo baciò sulla guancia, lo abbracciò un'ultima volta e poi andò via. Francesco rimase fermo ad aspettare, finchè non vide allontanarsi nel cielo la scia di quell'aereo che portava Cassandra lontano da lui. Quando la scia svanì, si incamminò lentamente verso l'uscita dell'aereoporto. Dove lo attendeva Lizzy. Si stupì di vederla lì, ma lei lo abbracciò dicendogli:"Ho pensato che dopo averla messa su quell'aereo avresti avuto bisogno di una spalla su cui piangere". Fra la baciò, pensando a quanto era stato fortunato a incontrare questa ragazza meravigliosa, che condivideva tutto con lui, ma che soprattutto condivideva la sua più grande passione, il suo più grande amore: la danza. Eppure, mentre mano nella mano con lei lasciava l'aereoporto, nelle orecchie e nel cuore gli ronzavano le parole di una canzone: "Mai più come te, nessun altra mai"
"Mai più come te, nessun altro mai" era anche quello che pensava Cassandra in quello stesso momento, mentre l'aereo lasciava New York. Poi le sembrò di sentire qualcuno muoversi dentro di sé. Sapeva che era solo un impressione, perché era ancora troppo presto. Ma lo accolse come un messaggio. Sorrise e si preparò ad allargare il suo cuore per far spazio ad un amore più grande...

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Cassandra si guardava allo specchio. Guardava se stessa vestita da sposa, e le sembrava di guardare un'estranea. E si chiedeva se lui sarebbe venuto alla fine.. Doveva essere il giorno più bello della sua vita, e lo era, davvero. Era felice come mai prima. Stava per sposare Davide, il padre di sua figlia, l'uomo che amava. Ma le mancava qualcosa. Anzi qualcuno. Un'ombra passò sul suo viso. Si riscosse. Non poteva pensare a questo, non in un giorno come quello. Ma Marco, che si era affacciato alla porta della sua stanza, e l'aveva vista riflessa nello specchio, colse quell'ombra. E capì anche a cosa era dovuta. Poi la guardò di nuovo e si rese conto che, al di là della tristezza che per un attimo era passata sul suo viso, non aveva mai visto una sposa più bella. L'abito bianco era lungo, ma non troppo, elegante ma allo stesso tempo semplice. I suoi occhi brillavano di gioia, quei suoi occhi così simili a quelli della bimba che ora lui teneva in braccio. Entrò nella stanza dicendo ad alta voce:"Noi siamo pronti". Cassy si girò a guardarlo, e sorrise al vedere Marco vestito di tutto punto con giacca e cravatta e con in braccio la piccola Giorgia, vestita con un adorabile vestitino rosa. Quello che Francesco aveva comprato per lei a New York, quando ancora nessuno sapeva che sarebbe stata una femminuccia. Eppure lui ne era stato subito certo. E da allora anche lei ne era stata certa. "Marco, non tenerla in braccio. Mettila nel passeggino. Se rigurgita, ti sporca" disse Cassandra con tono premuroso.
"Ma figurati" rispose Marco stringendola più forte, come se qualcuno gliela dovesse rubare "e poi oggi è festa anche per lei,la sua mamma e il suo papà si sposano e anche lei ha diritto alle coccole!"
Cassandra rise. Marco adorava quella bambina quasi quanto Davide e tutti e due facevano il possibile per viziarla. Cassandra provava a protestare, ma quei due non sentivano ragione. Erano diventati molto amici e ne combinavano di tutti i colori insieme.
Giorgia aveva sei mesi , era bellissima e dolcissima, sorrideva sempre e aveva due occhi sempre attenti a quello che le succedeva intorno. E sembrava quasi rendersi conto che quello era un giorno importante, perché si era svegliata prestissimo e aveva reclamato le attenzioni della mamma su di sé. Meno male che Marco aveva osato venire da lei quella mattina, nonostante lei avesse minacciato:"Chi si azzarda a venire a rompermi domani mattina può star certo che rotolerà dalle scale" . ma quando era arrivato per darle una mano, , lei l'aveva accolto a braccia aperte. E Cassandra doveva riconoscere che senza di lui non avrebbe saputo come fare. Non aveva voluto nessuno intorno quella mattina né parrucchiere né estetista, né fotografi, né Susy né Marina né Marta, né i genitori. Aveva detto di voler stare sola. La sera prima aveva mandato Davide a dormire da Marco, dicendogli:"Su, amore , lo sposo non può dormire con la sposa la notte prima del matrimonio".
Marco però era stato previdente ed era apparso a casa di Cassy quella mattina abbastanza presto in modo da potersi occupare della bambina e di lasciare a Cassandra tutto il tempo e lo spazio di cui aveva bisogno. E ora avrebbe dato una mano a lei, gliel'aveva promesso: avrebbe smesso per un giorno i panni del cantante e ripreso quelli del parrucchiere per quel giorno. Così finalmente mise la bambina a sedere nel passeggino, e disse, mentre incominciava a maneggiarle i capelli:"Cassandra, ma lo sai che dovresti essere in chiesa tra dieci minuti?"
"Ma quando mai sono stata puntuale?" rise lei "e poi le spose devono farsi attendere!"
Mentre Marco le aggiustava l' acconciatura,lei gli chiese:"Non verrà, vero?"
Marco incrociò il suo sguardo nello specchio. E vi lesse ansia, trepidazione, speranza. Ma suo malgrado dovette dire:"Credo di no. Credo che non verrà "
Il viso di Cassandra si rabbuiò, mentre diceva:" Mi aveva promesso che sarebbe venuto qui per la nascita della bambina. Ma non è venuto. Speravo che sarebbe venuto almeno oggi. Mi aveva detto che avrebbe cercato di liberarsi e invece..."
"Lo sai che ha molto da fare" cercò di consolarla Marco. "Vedrai che appena si libererà verrà in Italia" Non ci credeva molto neanche lui a quello che stava dicendo. Riusciva a capire benissimo il motivo per cui Francesco non era là quel giorno, anche senza bisogno che l'amico glielo dicesse. Era riuscito ad accettare che Cassandra fosse fuori dalla sua vita, ma non poteva accettare di essere presente nel momento in cui lei diceva si per sempre a un altro uomo.
Marco, finiti di sistemare i capelli dell'amica, prese la macchina fotografica, sistemò l'autoscatto, poi prese in braccio Giorgia e si pose a fianco di Cassandra, dicendo:"Così gliela mandiamo a Fra. E capirà che cosa si sta perdendo". Dopo lo scatto, Marco si allontanò da Cassandra, giusto in tempo prima che Giorgia rigurgitasse sulla sua cravatta "No!" esclamò lui
"Marco, io ti avevo avvisato" ridacchiò lei "Vai, prendi qualcosa di Davide dall'armadio. Credo ci sia una cravatta che vada bene su quella camicia".
Marco cambiò la bavetta alla bambina, la rimise seduta, iniziò a rovistare nel cassetto . ma fu interrotto dallo squillo del telefono. Cassandra gli disse:"Vai tu a rispondere. Non voglio parlare con nessuno, e poi siamo già in ritardo di mezz'ora . Marco, dai, fai veloce!". Marco si precipitò a rispondere, mentre Cassandra sorridendo si avvicinò alla bambina, dicendo:"Ma che hai combinato, amore, allo zio Marco? Gli fai i dispettucci?".
Marco tornò nella stanza, pallido come un lenzuolo. Cassandra sentì il sangue che le si gelava nelle vene. Chiese:"Marco, che succede? Chi era?"
"Cassandra, è successa una cosa terribile. Non so come fare a dirtelo... Si tratta di Davide..". e in un attimo quello che doveva essere il giorno più bello della sua vita si trasformò in un incubo.
Erano passati tre mesi da quel terribile giorno. Davide era morto. Investito da una macchina mentre si recava in chiesa per il suo matrimonio. Proprio sotto casa di Marco. "Doveva solo attraversare la strada per entrare in macchina" aveva detto Marco scoppiando a piangere appena aveva visto il posto dove era successo "Ma perché? Perché? Dio mio, è tutto così assurdo".
Cassandra era quasi impazzita dal dolore e dallo choc. Aveva passato giorni terribili, nei quali si era rifiutata di togliersi il vestito da sposa, si era rifiutata di mangiare, si era rifiutata di vedere la bambina. Si era rifiutata soprattutto di incontrare Francesco, che era venuto per il funerale. A Marco che cercava di convincerla dicendo:" Ti prego, Cassy, è venuto dall'America.. per te"aveva risposto:"Poteva risparmiare il viaggio. Come ha fatto per il mio matrimonio. In fondo Davide per lui era un estraneo". E così era tornato in America senza riuscire neanche a parlarci . Aveva potuto vederla solo da lontano, in chiesa, durante il funerale, ma non aveva osato avvicinarsi. Però aveva avuto l'occasione di conoscere Giorgia. E aveva sentito di amare subito quella bambina, che sembrava quasi aver capito la tragicità del momento e stava in silenzio guardando tutto quello che succedeva con i suoi occhi neri spalancati. "Gli occhi di Cassandra" pensava Francesco ogni volta che la guardava.
In America Francesco poi riprese la sua solita vita, con il suo lavoro e con Lizzie, con la quale oramai conviveva. Ma il suo pensiero correva sempre là, in Italia. E quando si sentiva molto giù o molto in ansia per Cassandra, prendeva tra le mani la foto che gli aveva regalato Marco. Cassandra con l'abito da sposa, Marco che le cingeva le spalle e che teneva la piccola Giorgia in braccio. Giorgia che aveva indosso l'abito che aveva comprato lui.Scattata pochi attimi prima della tragedia. Quindi, pensava guardandola, Cassandra ha pensato a me anche il giorno del suo matrimonio. Ma poi si pentiva di questi pensieri, era sbagliato. Davide era morto, lasciando Cassandra sola con una bambina piccola. E questa era una cosa terribile. Sapeva che Marco si era trasferito a casa sua per non lasciarla da sola, e che anche Susy era praticamente sempre lì. Ma non era per niente tranquillo.
Poi un giorno dopo quei tre mesi di ansia, gli arrivò una e-mail di Marco. Breve, sintetica, ma che diceva tutto ciò che era necessario:"Ti prego, torna in Italia!". Fra non ci pensò su due volte. Dimenticò per un attimo il lavoro, Lizzie,alla quale lasciò un laconico biglietto di scuse , e preparò in fretta i bagagli. Poi avvisò Marco che stava per tornare, prese il primo aereo e partì.
Arrivato all'aereoporto si guardò intorno, cercando Marco. E lo vide con Susy. Lo aspettavano. Ma non erano soli. Con loro c'era Giorgia, un poco più grande di come Francesco la ricordava. Cassandra no, non c'era. Susy gli buttò subito le braccia al collo:"Fra, meno male che sei qui ora!" Marco non disse niente, ma il suo abbraccio voleva esprimere la stessa cosa. E poi Fra si piegò a fare una carezza alla bambina, che gli rivolse un sorriso dolcissimo. Francesco con aria preoccupata chiese:"Che succede, Marco? Come mai mi hai chiesto di tornare?"
"Non so più cosa fare, Fra" disse Marco con aria desolata "Io sto facendo il possibile per farla stare meglio, ma a lei sembra che non interessi più niente. Lo so, è passato troppo poco tempo, ma non può reagire così. Ha una figlia a cui pensare! E poi non le interessa più neanche del lavoro, stava preparando un nuovo cd ma ha interrotto... Io ho pensato che magari tu potresti aiutarla.. siete sempre stati così legati!"
"Le cose sono cambiate, Marco" disse Francesco con aria seria "Quando sono venuto per il funerale, non mi ha rivolto mezza parola.. non credo che le cose siano diverse adesso"
"Ma smettila di dire scemenze" lo rimproverò Susy "Era sconvolta!Non si rendeva neanche conto di cosa le succedeva intorno. Fra, ti prego, solo tu puoi aiutarci".
Lui non rispose, si infilò in macchina e con loro si avviò verso casa di Cassandra. Arrivato si accorse che di lei non c’era traccia. Si guardò intorno e Marco disse con un filo di voce:"è nella sua stanza. Non sapeva del tuo arrivo".Fra lo guardò smarrito, ma Marco lo spinse ad entrare in camera da letto.
La vide e provò una stretta al cuore. Era seduta sul letto con in mano un libro. Il viso era sempre lo stesso, ma era segnato dalle numerose notti passate insonni e dalle mille domande che non avevano risposta. Alzò gli occhi verso di lui, e al vederlo sembrarono quasi riprendere vita. Francesco farfugliò: "Io.... Spero che ti faccia piacere vedermi... non ero convinto fosse giusto venire, e che tu volessi, ma Marco...".Cassandra non lo lasciò finire neanche di parlare, chiuse il libro, si alzò e si gettò tra le sue braccia, scoppiando in lacrime.
Francesco non avrebbe saputo dire quanto tempo lui e Cassandra passarono chiusi in quella stanza, quella sera. Lei parlava e lui l'ascoltava. Parlava di tutto quello che si era tenuta dentro in quei tre mesi: il dolore per la perdita di Davide, il dolore di sapere che sua figlia aveva perso il padre prima di poterne avere un qualsiasi ricordo, il dolore di essere rimasta sola. E poi il senso di colpa, che era quello che le toglieva il respiro, per non aver saputo amare Davide come aveva amato lui, Francesco."Io sono sicura che lui sapeva questo" diceva ora Cassandra tra i singhiozzi, parlando con Francesco "Ma non ha mai detto nulla, non se ne è mai lamentato. E anche la mattina del matrimonio.. io pensavo a te, desideravo averti accanto. E forse quello che è successo è una punizione divina per non averlo saputo amare come meritava". Francesco non rispose, non aveva senso.. sapeva che Cassandra stava solo mettendo in fila davanti a lui tutti i propri pensieri, tutti quelli che l’avevano tormentata fino a quel momento. Non era il momento delle risposte, e forse, Francesco sapeva anche questo, le risposte non sarebbero mai venute. E così si limitò a stringerla più forte mentre lei gli apriva il suo cuore, e quando poi lei, completamente svuotata, scoppiò nuovamente in un pianto dirotto, come una bambina, le fece poggiare la testa sulla sua spalla e la cullò dolcemente tra le proprie braccia, finchè lei, stremata da quel pianto, si addormentò. Francesco delicatamente la sollevò, la mise a letto, la coprì e rimase un attimo fermo a guardarla. Anzi a contemplarla. A vederla dormire, non traspariva nulla dell'angoscia che poco prima lei aveva espresso. Sembrava serena. E Francesco desiderò fortemente di vederla sempre così, perché tutto il dolore che lei aveva appena tirato fuori l'aveva distrutto. Le carezzò il viso, le sfiorò la fronte con un bacio, e uscì da quella stanza.
Trovò Marco ad attenderlo al varco. Guardò l'orologio e disse:"Mi chiedevo se saresti mai uscito.. Sei stato chiuso lì dentro due ore: che ti ha detto?"
"Lascia stare, Marco" disse Francesco tristemente "Non voglio angosciare anche te adesso"
Marco sorrise e disse:"Ok, allora prepariamo qualcosa per cena, anche se è tardi. Susy è andata via, quindi siamo solo io e te. Come ai vecchi tempi"
"E Giorgia?" chiese Francesco
"Dorme anche lei. L'ho portata nella sua cameretta" disse Marco "Povera bambina, lei è tranquillissima, davvero un angelo, ma avrebbe bisogno che la madre si prendesse più cura di lei"
"Sono certo che lo farà" disse Fra avviandosi verso la cameretta della piccola. Nella penombra vide il suo visino addormentato, che gli sembrò tanto simile a quello di Cassandra. Provò l'ennesima stretta al cuore della giornata e gli venne spontaneo fare con la bambina quello che aveva appena fatto con Cassandra: una carezza e un bacio sulla fronte. Poi tornò nella sala da pranzo, e si mise a tavola in attesa della cena. Lui e Marco restarono a chiacchierare a lungo , e Francesco uscì da quella conversazione con qualche particolare in più su quella che era la vita di Cassandra ora e con un grande orgoglio nei confronti di Marco. Che si era fatto carico di tutto: di Cassandra, della bambina, delle questioni economiche e legali. Aveva detto di averlo fatto perché lui sapeva cosa si prova a crescere senza padre e che in Cassandra, così sola e così giovane con una bambina piccola, rivedeva sua madre.. Ma poi aggiunse:"Ora sarà tutto più facile. Ci sei tu. Quanto conti di fermarti in Italia, Fra?". Avrebbe voluto rispondere:"Per sempre", ma non era il caso forse, perciò rispose semplicemente:"Tutto il tempo che sarà necessario, Marco!".
Dopo una notte agitata, Francesco la mattina seguente si svegliò abbastanza presto ma quando si alzò notò che qualcuno aveva fatto prima di lui. Marco stava riscaldando il biberon per Giorgia che seduta sul seggiolone emetteva dei gorgheggi per attirare la sua attenzione. Si fermò sulla soglia della stanza ad osservare un attimo la scena provando un' immensa tenerezze. Ma subito dopo apparve Cassandra, anche lei evidentemente appena svegliata, che si avvicinò a Marco, gli tolse il biberon dalle mani, baciandolo sulla guancia, e disse:"Zio Marco, oggi giornata libera. Alla bimba ci penso io" e sorrise rivolgendosi a Giorgia:"Vieni, amore,oggi ti fa mangiare la mamma!". Marco rimase stupefatto e piacevolmente sorpreso: era il primo sorriso che vedeva sul viso di Cassandra da mesi. E avvicinandosi a Francesco, bisbigliò:"Non so che cosa le hai fatto ieri, ma hai compiuto un miracolo!". Cassy si rivolse ai due, ridacchiando:"La smettete di confabulare alle mie spalle voi due?" e poi, a Fra:"Piuttosto tu tieniti pronto. Oggi imparerai come si cambiano i pannolini, perché sono sicura che non ne hai la minima idea. Ma se ci è riuscito Marco potrai farcela anche tu". Tutti e tre risero, e anche la bambina emise un risolino, sollevata forse dall'atmosfera più leggera che quella mattina sembrava respirarsi in casa. Cassandra poi si avvicinò a Francesco, lo abbracciò e gli sussurrò:"Grazie, Fra, grazie davvero per essere qui. Non sai quanto è importante questo per me!".
Marco sorrise guardandoli e si disse che aveva fatto proprio la cosa giusta facendo tornare l'amico in Italia.
I giorni passarono velocemente da allora in poi e anche serenamente. Cassandra iniziò a stare sempre meglio e soprattutto riprese ad occuparsi di sua figlia. Che intanto cresceva meravigliosamente, diventava sempre più bella e iniziava anche a camminare , ovviamente sostenuta. E Marco e Francesco adoravano prendere le sue manine e vedere come tentava di muovere i primi passi . E poi imparò a chiamare mamma. Insomma affianco a lei c'era tutto un mondo da scoprire e anche Francesco in breve ne fu conquistato, tanto da innamorarsi della bambina quanto ne era innamorato Marco, che spesso lo prendeva in giro dicendo:"Tu pensa alla sua mamma, che alla piccolina ci penso io". Francesco ci pensava alla sua mamma, eccome! Era incredibile come, anche essendo passato tanto tempo, affianco a lei provasse sempre le stesse sensazioni. Quasi le stesse sensazioni, perché ora non provava più paura accanto a lei. Non pensava più che stare accanto a lei gli avrebbe tarpato le ali. A volte, guardando Cassandra che cercava di far addormentare Giorgia, si era detto che tutta la sua vita, in fondo, era lì. E che lui non desiderava altro. Per la prima volta persino la danza passò in secondo piano. Era un ballerino, lo sarebbe sempre stato, ma era disposto a sacrificare qualcosa. Anzi, non a sacrificare: rinunciare a Cassandra era stato un sacrificio. Ma ora no, ora si trattava solo di dedicarsi all'unica cosa che avrebbe potuto renderlo felice. Ne parlò con Marco e con Susy, dicendo anche che però avrebbe aspettato a parlare con Cassandra. Era troppo presto e lui sapeva di doverle dare il tempo per riprendersi dopo tutto quello che aveva passato.
Giorno dopo giorno passarono tre mesi. E si arrivò finalmente al primo compleanno di Giorgia. Fu organizzato tutto per bene anche se per Cassandra fu un momento particolarmente difficile, perché non poteva fare a meno di pensare a Davide che non era con loro. Eppure Marco aveva detto:"Dobbiamo festeggiare, è un giorno importante per lei." E Marco, come sempre, aveva ragione. E alla fine Cassandra quel giorno decise di lasciar perdere dolori, rimpianti, tormenti e di divertirsi. Indossò un abito a fiori, colorato, si arricciò leggermente i capelli, e riempì la casa di palloncini. Francesco la guardava e ancora una volta provò quella sensazione di sentirsi a casa, con la sua famiglia. E mentre Cassandra intratteneva gli ospiti, prese da parte Marco e gli disse:"Ho deciso. Io non torno più in America. La mia vita è qui". Marco lo abbracciò esultante:"Lo sapevo, lo sapevo che prima o poi avresti capito!" Fra sorrise e rispose:"Solo che dovrò andare in America e sistemare alcune questioni lavorative. Dovrò anche parlare con Lizzie. Credo sia corretto farlo. Sabato prendo l'aereo per New York". Cassandra , che sopraggiungeva in quel momento, sentì le ultime parole.. "Sabato prendo l'aereo per New York". Andava via, allora, pensò. Cassandra aveva sempre pensato che prima o poi sarebbe successo, che prima o poi sarebbe andato via e tornato in America, ma aveva sempre rimosso il pensiero. E ora invece si trovò a scoprire di provare terrore al pensiero di vedere Francesco andare via. Si allontanò dalla festa, si allontanò da tutte quelle voci. Si chiuse in bagno, e poggiandosi alla porta, si sedette per terra in lacrime. Ci era cascata di nuovo, aveva lasciato di nuovo che i sentimenti per Francesco prendessero il sopravvento, e ora si ritrovava di nuovo a non poter più fare a meno di lui. Ma lui sarebbe andato via di nuovo, e l'avrebbe lasciata da sola, di nuovo. Ma questa volta non ci sarebbe stato Davide con lei ad alleviare il suo dolore. Questa volta sarebbe stata completamente sola. Si sentì impazzire al solo pensiero di quello che sarebbe stata la sua vita senza Francesco. Lei era riuscita a riprendere in mano la sua vita solo grazie a lui, e ora aveva paura di non farcela senza la sua presenza rassicurante accanto. Ma sospirò, si rialzò, si lavò il viso, e facendosi forza tornò alla festa, in mezzo agli invitati, sforzandosi di sorridere a tutti. Lo doveva a sua figlia. A un certo punto, mentre parlava con Marta, sentì una mano posarsi sulla sua spalla, e attirarla lontano dagli altri. Era Francesco, che la guardava con aria preoccupata, chiedendole:"Che c'è, Cassy? C'è qualcosa che non va, lo vedo, anche se fai finta di niente". Cassandra non voleva affrontare l'argomento, perciò rispose brevemente:"Niente. Fra, semplicemente oggi avrei voluto che ci fosse anche Davide. Comprensibile, no?". Francesco tacque improvvisamente. Non sapeva che dirle, se non che aveva ragione. Perciò si allontanò. Ma si ritrovarono vicini poco dopo, mentre una dolcissima Giorgia spegneva la candelina e tutti le erano intorno. Cassandra non riuscì a trattenere una lacrima, che le rigò il viso, pensando a chi non c'era e a chi stava per andare via, ma Fra le prese la mano e gliela strinse forte, cercando di comunicarle il suo affetto e la sua vicinanza. E lei gli sorrise, asciugandosi le lacrime e dedicandosi a scattare una serie infinita di foto ricordo con tutti gli invitati.
Poco dopo, verso la fine della serata, ci fu il momento della consegna dei regali alla bambina. Arrivato il momento del regalo di Francesco, dovette essere lui ad aiutarla a scartarlo, perché il pacco era più grande di lei. La piccola poi si ritrovò davanti un enorme cavallo a dondolo. Lei adorava i cavalli e adesso fissava questo regalo con gli occhi spalancati, quasi incredula. Francesco ridendo la sollevò e la mise sul cavallo, sorreggendola. E lei sorrise dondolandosi e guardandolo esclamò un distinto :"Pa-pà". Il chiacchiericcio che c'era nella stanza fino a qualche istante prima improvvisamente cessò. Tutti si voltarono a guardare la scena. Francesco divenne paonazzo, mentre Cassandra impallidì. Marco la guardò e capì che c'era aria di tempesta, perciò tentò di salvare la situazione dicendo timidamente:"Voleva dire pappa, forse. Magari ha fame ". Ma Cassandra sembrò non averlo neanche ascoltato, sfrecciò vicino alla bambina, con aria furiosa la tolse dalle braccia di Francesco e la strinse a sé, dicendo:"Non te lo permetterò Francesco. Non ti permetterò di fare a mia figlia quello che hai fatto a me. Entrare nella sua vita, conquistare il suo cuore e poi sparire. Stai lontano da lei.. e visto che ci sei stai lontano anche da me!"
Francesco stava preparando i bagagli.. . qualche ora dopo sarebbe partito per New York. Era nel suo vecchio appartamento, quello che un tempo divideva con Marco, dato che dopo ciò che era successo alla festa di Giorgia non se l'era sentita di tornare a casa di Cassandra... Cassandra con la quale non era riuscito più a parlare dopo quella sera, perché lei si era chiusa in un silenzio ostinato. Francesco non riusciva a capire.. non era colpa sua se la bambina l'aveva chiamato papà.. forse lei era stata ferita da questo, pensava lui adesso, forse aveva creduto che lui volesse sostituirsi a Davide... e allora Francesco prese la decisione di andare via per sempre, dato che in fondo il pensiero di sostituirsi a Davide in un certo senso lo aveva sfiorato. Ma non aveva più senso rimanere in Italia. A niente erano servite le insistenze di Susy e in particolare di Marco, che cercarono di farlo ragionare sul momento difficile che Cassandra stava attraversando. Niente, Francesco ormai era convinto che andare via fosse la cosa più giusta.
Intanto, mentre Francesco si preparava a partire, Marco girava per casa di Cassandra sbuffando e borbottando. Cassandra lo guardò male, dicendogli con tono acido:"Marco, la smetti? Giorgia si è appena addormentata. Si può sapere che ti prende?"
"Mi prende che per colpa tua Francesco sta andando via" rispose Marco arrabbiato "Io capisco tutto, Cassandra, capisco il tuo stato d'animo e l'effetto che ti ha fatto sentire Giorgia pronunciare quella parola, ma non è colpa di Francesco. L'hai ferito, trattandolo in quel modo. Ah, ma ora voglio proprio vedere quando sarà partito come farai senza di lui.. perché io non ci credo, non ci credo assolutamente, che lo vuoi fuori dalla tua vita".
Cassandra sentì le lacrime uscirle senza poter fare niente per impedirlo. Lacrime di rabbia, per quello che le stava dicendo Marco. Tanto da esclamare:"Sai che ti dico, Marco? Sei un grandissimo stronzo!"
"Bene" rispose lui ancora più arrabbiato "E allora adesso dimmelo che non hai più bisogno neanche di me: ci metto un secondo ad uscire da quella porta, sai?" Cassandra lo guardò con aria spaventata: non poteva pensare davvero di andarsene, lei senza di lui era persa. Perciò sussurrò:"Marco, ti prego, non dirai sul serio, vero?Non mi farai questo"
"Ma no" disse lui addolcendo il tono della voce, rendendosi conto di averla turbata "Dicevo per dire. Però ora mi devi spiegare perché hai trattato Francesco in quel modo"
"Perché ho sentito quando ti diceva che tornava in America" rispose sospirando "e io non posso permettere che mia figlia si leghi a lui per poi vederlo andare via"
Marco sorrise, capendo improvvisamente tutto:"Cassandra, sei una stupida. Potresti anche origliare i discorsi per intero, la prossima volta. Francesco mi ha detto si che tornava i in America, ma per sistemare alcune cose prima di trasferirsi definitivamente in Italia. Però visto come l'hai trattato e quello che gli hai detto, ha deciso di tornarci per sempre" Cassandra lo guardò confusa:"Come, scusa?? Vuole trasferirsi in Italia^"
"Si, esatto. Voleva, per l'esattezza.Non devo spiegarti io perché o per chi voleva farlo. Ci arrivi da sola, no?"Cassandra annuì quasi meccanicamente. Non sapeva che cosa provare: troppi sentimenti tutti insieme affollavano il suo cuore e lei non sapeva quale scegliere quasi!Fu Marco a scuoterla:"Cassy, se ti sbrighi magari riesci ad andargli a parlare prima che parta. Su, non stare lì impalata. Tanto con la bambina resto io, come sempre!" e le gridò dietro:"Prendi lìombrello, che sta per piovere"
Ma Cassandra aveva troppa fretta e così scappò via,prese la macchina e in breve arrivò da lui. Francesco quando la vide davanti alla porta abbassò gli occhi, e la fece entrare, senza dire neanche una parola. Fu lei a parlare per prima e tutto d'un fiato disse:" Devo chiederti scusa: io mi sono comportata non male con te, ma malissimo. Le cose che ti ho detto non le pensavo. Solo che io credevo che tu volessi andare via per sempre. Ti avevo sentito dirlo a Marco. Ora lui mi ha spiegato come stanno realmente le cose".
Francesco indicò le valige:"Effettivamente sto andando via, adesso. Ho l'aereo tra due ore". Cassandra lo fissò quasi implorandolo con lo sguardo di ripensarci, quasi chiedendogli una promessa, la promessa di tornare. Lui colse tutto questo dal suo sguardo, e prendendo il suo viso tra le mani, le disse:"Cassy , di che cosa hai paura?Se tu vuoi io non vado da nessuna parte...Una sola parola ed io resto!"A Cassandra venne da piangere, un nodo in gola le tolse la possibilità di rispondere. Ricordava benissimo una scena quasi identica, era lei che aveva detto a lui le stesse parole: "una sola parola ed io resto". Ricordò che anche quella sera pioveva. E ricordò anche tutto quello che era seguito, tutti i ricordi meravigliosi che conservava nel cuore come un tesoro prezioso.Ricordò che era stato l'inizio di quella favola meravigliosa che avevano vissuto insieme, anche se per un periodo troppo breve. E allora il suo viso si illuminò di un sorriso, mentre gli rispondeva:"Non ho nessuna intenzione di rincorrerti per tutta la città sotto la pioggia,come hai fatto tu, per cui te lo dico subito, Fra. Ti prego, resta!" Gli occhi di Francesco brillarono, mentre pian piano la distanza che separava i loro volti veniva annullata, fino a sfiorarsi l'uno con l'altro. Qui Francesco ebbe un attimo di esitazione, non voleva fare il passo più lungo della gamba, non voleva essere precipitoso, non voleva rischiare di ferirla ancora,ma lei quasi intuendo le sue paure, schiuse le labbra e lui capì che poteva, anzi , che doveva baciarla. E fu davvero come fosse la prima volta, mentre il rumore della pioggia si confondeva con il battito dei loro due cuori impazziti.
Nessuno dei due osava parlare. Nessuno dei due voleva sciupare quel silenzio magico. E fu nel silenzio che Cassandra e Francesco strapparono ancora una volta al destino attimi di una felicità che avrebbero voluto far durare per sempre. Francesco la baciava e pian piano accarezzava ogni angolo del suo corpo, e lei lo lasciava fare. Aspettando il momento di donarsi a lui ancora una volta. Come fosse la prima , pensava lei. Ma non fu come la prima volta, fu molto diverso. Fare l'amore fu ritrovarsi e scoprire nello stesso tempo di non essersi mai davvero perduti, fu ritrovare l'unione dei loro corpi , che si aggiungeva e completava l'unione delle loro due anime, che non era mai venuta meno. Mai, neanche quando Cassandra era con un altro uomo, nemmeno quando aveva atteso sua figlia, nemmeno quando stava per sposarlo. E nemmeno quando aveva pianto la sua morte. Francesco era un'altra cosa. Fare l'amore con lui risultò essere l'unica cosa al mondo capace di colmare davvero il suo cuore.
E per Francesco valeva lo stesso. La baciava e la stringeva a sé, accoglieva ogni suo fremito con le sue carezze, preveniva ogni suo desiderio. Come fosse la cosa più naturale del mondo, come se loro due non avessero mai smesso di stare insieme. Quanto aveva desiderato di stringerla ancora tra le sue braccia, quanto aveva desiderato di farla di nuovo sua. Perché lei era sua, al di là delle distanze fisiche lo era sempre stata. Anche se questo pensiero lo aveva fatto sempre sentire in colpa, perché Cassandra apparteneva a un altro. E invece ora non era più così . E Francesco non avrebbe voluto essere in nessun altro posto del mondo se non lì accanto a Cassandra, alla donna che amava. Al diavolo l'America, la danza , Lizzie e tutte le cose di cui si era invano preoccupato per tanto tempo. Tutte queste cose messe insieme non avevano mai saputo dargli neanche la metà della felicità che provava ora, mentre lui e Cassandra diventavano una cosa sola. Diventavano quello che erano sempre stati. Senza più paura. Perché la paura non serve a nulla quando si ama
Alla fine di questi attimi così intensi, Cassandra potè solo scoppiare in lacrime, perché quello che provava era troppo grande e non riusciva a tenerlo dentro. Doveva farlo uscire, farlo venire fuori. E Francesco lasciò che si sfogasse , perché quello che provava Cassandra aveva un'eco fedele nel suo cuore. E la stringeva, l'abbracciava, dandole tutto quello che le serviva in quel momento: il suo amore, la sua tenerezza, il suo sostegno. Poi lei dopo qualche minuto ruppe il silenzio e con voce leggermente tremante disse:"Era destino, Francesco: era il nostro destino, ora lo so. Non avremmo dovuto opporci al destino. Davide non sarebbe morto, forse, se io non mi fossi ostinata a sostituirti con lui"
"Non pensarci, Cassy" disse lui stringendola ancora a sé"Non ha senso. Il tuo destino includeva anche Davide. Pensa a Giorgia. Senza di lui non ci sarebbe stata lei. E io sinceramente sono molto contento che lei ci sia". Cassandra lo guardò con gli occhi lucidi, e più innamorati che mai. Quello che aveva appena detto era bellissimo, perché era naturale che lei pensasse questo, ma lui... Lui no, lui avrebbe dovuto vedere come un ostacolo quella bambina, figlia di un altro uomo. M a lui quasi leggendole nel pensiero, le disse:"Come posso non amare lei, se amo te? Lei è parte di te.. la parte più bella. E i suoi occhi sono i tuoi, Cassandra. Te lo confesso: l'ho amata dal primo momento che l'ho vista. Come non è successo neanche con te"
"Ah è stato amore a prima vista" rispose Cassandra ridendo "Dovrei essere gelosa!"
"No, amore, tu non devi essere gelosa di niente" disse lui baciandola sulle labbra " Il peggio è passato. Sono stato molto stupido in passato, ma non succederà più, te lo giuro. Devi solo fidarti di me. Non permetterò che niente e nessuno ti porti via da me. Ora che ti ho ritrovata, non ti lascio più scappare". Lei sorrise, baciandolo ancora, e mentre lo baciava pensava a quanto male si erano fatti, cercando di stare lontani l'uno dall'altra. Quanto male si erano fatti per paura di soffrire, paura stupida e irrazionale. E le veniva da piangere pensando che avrebbe voluto solo conoscere il lato bello dell'amore, quello che viveva ora, o quello che aveva vissuto con Davide. Ma l'amore ha anche salite ripide e faticose e discese pericolose, e non sempre indoviniamo la strada giusta da percorrere. Il sospetto, il dubbio, la paura di soffrire entrano troppo spesso nell’amore,e, ahimè, bisogna lasciarli entrare perché sono la prova del nove. Le cose più belle però perdono la loro luce se non sappiamo custodirle e proteggerle dall'orgoglio, o dal rancore, perché se facciamo entrare orgoglio e rancore ciò che poteva essere bello rischia di diventare inferno e cio che doveva dare luce regala solo buio. Ma Cassandra e Francesco avevano imparato la lezione e ed erano felici di averla imparata. Perché ora sapevano esattamente cosa fare. Ora non avrebbero più rischiato di bruciare il loro amore!
Quella notte stessa Cassandra e Francesco tornarono a casa di lei. Cassy disse prima di uscire dall'appartamento:"Portati dietro i tuoi bagagli, perché, ti avviso, io non ti mollo più!" Lui sorrise, ancora sognante per quello che avevano appena vissuto insieme. Poi andarono via. Arrivati a casa, trovarono un Marco agitatissimo, tanto che Cassandra si spaventò e chiese:"Che succede? Giorgia sta bene?"
"Cassandra, ma sei scema?" gridò Marco, calcando molto il suo accento sardo,come faceva sempre quando era arrabbiato "Ma hai visto che ore sono? Non ti vedevo rientrare, ti chiamavo sul cellulare e non mi rispondevi. Francesco ce l'aveva spento e io ho pensato che lui fosse partito e che tu, beh, non lo so cosa ho pensato. Fatto sta che stavo per chiamare la polizia!"
"Marcolino, scusaci!" disse lei abbracciandolo "Avremmo dovuto avvisarti: solo che.. .diciamo che abbiamo avuto altro a cui pensare"
Marco guardò alternativamente Francesco, e poi Cassandra, e improvvisamente capì. Li guardò con bocca e occhi spalancati. Sapeva che prima o poi sarebbe successo, sapeva che non si può sfuggire al destino, ma non credeva che sarebbe successo così presto. Perciò farfugliò:"Vabbè, dai, non importa, in fondo sei adulta, non devi dar conto a me di quello che fai!" Cassandra rise, guardando Francesco, che le sorrise in risposta. Marco si rivolse a lui chiedendogli:"Tu quindi non parti più? Neanche per risolvere le tue questioni?"
"No, farò tutto via e- mail" rispose Fra sedendosi sul divano e facendo accomodare Cassandra sulle sue ginocchia "Io non ho più nessuna intenzione di muovermi di qui neanche per un giorno". Cassandra lo guardò con espressione grata e poi lo baciò. Marco subito borbottò:"Ecco, e io qua faccio il terzo incomodo, come al solito!"
Francesco rise,ma Cassandra rimase seria. Si alzò, prese una sedia, e si sedette proprio di fronte a Marco, prendendogli una mano. E gli disse dolcemente:"Marco. Forse è arrivato il momento che io ti lasci libero. Hai rinunciato a tante cose per darmi una mano in tutto questo periodo. E questo sia per il lavoro che per la tua vita privata. E io te ne sarò grata in eterno, davvero. Ma ora riprendi in mano la tua vita. Come io ho ripreso la mia. Se vuoi puoi rimanere qui a vivere con noi, ma non sentirti costretto"
Marco la guardò e si rese conto che era davvero arrivato il momento di lasciarla camminare con le sue gambe. E con gli occhi lucidi esclamò:"Ok , è giusto così. Poi effettivamente ho in ballo alcuni importanti progetti di lavoro, per cui avrò bisogno di tempo e di concentrazione. Domani torno al mio vecchio appartamento, ma se avete bisogno di un baby sitter, non azzardatevi a chiamare nessun altro. Giorgia è abituata con me". Cassandra lo abbracciò, anche lei ormai in lacrime, ringraziandolo ancora per tutto.
E la mattina dopo lei e Francesco lo salutarono, mentre lasciava quell'appartamento. Marco riempì di baci la bambina, dicendole:"Tanto lo zio Marco torna a trovarti molto presto! Mica ti molla, e se la mamma fa la cattiva tu me lo dici, va bene?" La bambina lo guardava con aria incuriosita, senza capire. Poi Marco si rivolse a Fra:"Mi raccomando, te le affido. Ora sono in mano tua, mamma e bimba. Sarai bravo con loro, vero? Soprattutto con Cassanda,con la quale ci vuole tanta pazienza, ti avviso!" Cassandra rise, stringendosi di più a Francesco, che rispose a Marco:"Puoi contarci. Avrò cura di tutte e due!".
E quando Marco fu andato via, Francesco baciò sulla fronte Cassandra, poi prese in braccio Giorgia, dicendole:"Piccolina, lo so, lo zio Marco ti mancherà tanto, ma anche io ti voglio tanto bene e cercherò di essere bravo come lui. Anche se so che lui ti faceva ridere di più". Cassandra lo osservava , lo vedeva tenerla in braccio, parlarle, e il pensiero andò spontaneamente al giorno in cui gli aveva comunicato di aspettare un bambino. Lo aveva comunicato a lui, prima ancora che a Davide. E lui aveva subito sentito, subito capito, che si trattava di una bambina. Qualcosa legava quei due, era ovvio. non un legame di sangue, ma qualcosa di molto più profondo. Certo, Davide rimaneva suo padre, e lei aveva intenzione di parlarle di lui appena fosse diventata abbastanza grande da capire. Ma Cassandra non poteva impedire quello che la bambina sentiva spontaneamente e che già aveva manifestato il giorno del suo primo compleanno. Non poteva impedire che Francesco le facesse da padre e che lei lo considerasse come tale. Era giusto così, anche questo. E avvicinandosi a loro due e poggiando la testa sulla spalla di Francesco, sussurrò:"Sai, sono sicura che per lei sarai un padre meraviglioso. E sono certa che anche Davide lo pensa!". Francesco accarezzò il viso di Cassy, e baciò la bambina. E fu così che iniziò la loro vita insieme.
Nelle settimane successive Cassandra si trovò a rimpiangere molte volte la presenza di Marco. Infatti dovette riorganizzare tutta la sua vita, e inoltre aveva cominciato a lavorare su un nuovo progetto discografico. Anche Marco aveva ripreso a lavorare. Così Francesco dovette improvvisarsi più volte baby sitter, perché lui per il momento era libero. In autunno però avrebbe ricominciato a lavorare: Maria De Filippi, sapendo che era in Italia, l'aveva voluto tra i ballerini professionisti di Amici. Cassandra era felicissima, soprattutto perché era convinta che così non se ne sarebbe andato più via, e poi lui non avrebbe dovuto rinunciare per lei alla sua carriera.
Era felice , Cassandra , molto felice. Anche Francesco lo era. Certo, a volte scorgeva in lei un'ombra di tristezza, e non gli era neanche difficile immaginare il motivo. Non aveva passato momenti facili nell'ultimo anno, e aveva dovuto rivoluzionare tutta la sua vita. Ma lui aveva intenzione di renderla davvero felice. Un giorno ne parlò con Marco. Era uscito per accompagnare Cassandra alla casa discografica e aveva portato con sé Giorgia. Così mentre Cassandra arrivava, Marco andava via e vedendo Giorgia andò, come sempre, completamente in estasi, e decise di aspettare con Fra che Cassy finisse di lavorare. Allora Marco, mentre si spupazzava per bene la piccolina, che era impazzita di gioia al rivedere lo zio Marco, chiese a Francesco:"Come va con Cassandra?"
"Bene" rispose Francesco con un gran sorriso "Anzi molto bene!"
" E questa piccina ti dà problemi?" chiese Marco, mentre Giorgia gli tirava le guance ridendo.
"Ma che problemi! Questa bambina è un angelo. Mi sembra di vivere con loro da sempre. Infatti avevo un'idea, un pensiero da un pò di giorni"
Marco lo guardò allarmato, chiedendo:"Che tipo di pensiero, Fra?Che hai in mente?"
"Voglio chiederle di sposarmi!" disse sorridendo Francesco.
Marco sembrò affogarsi, tossì ripetutamente, poi disse:"No, non farlo, non è davvero il caso. Non ancora. È troppo presto!"
Francesco lo guardò male:"Perché scusa? Io avevo in mente una cosa carina, non so, portarla a Parigi, come mi avevi proposto tu, ricordi? E lì chiederle di sposarmi"
"Non è una buona idea" ribadì Marco " Fra, è ancora presto. Lei ti ama, ti ha sempre amato, ma il matrimonio ora è un'idea pessima. Forse dimentichi che Davide è morto proprio il giorno in cui doveva sposarla. Io non credo che lei ora abbia molta voglia di rimettersi addosso un abito da sposa, sinceramente"
"Ma chi se ne importa dell'abito da sposa? A me importa di sposarla. Possiamo anche andare solo io e lei davanti a un prete, e sposarci senza la presenza di nessuno"
"Non è questo il punto" disse Marco serio "La conosco, Fra. Non è pronta a questo. Non chiederglielo. La ferita è ancora troppo recente. Non c'è nessuna fretta!"
Francesco però si alterò:"Non capisco il tuo discorso. Cassandra mi ama. Dov'è il problema? Io sono sicuro che lei lo desidera quanto me "
"Fa quello che vuoi allora" rispose Marco sbuffando "Poi non dire che non te l'avevo detto, però!" Poi aggiunse:"E lascia stare Parigi… conservala per un'altra occasione questa idea.Fidati"
Proprio in quel momento tornò Cassandra, che sorrise al vedere Marco ancora lì. E gli disse:"Zio Marco, stasera ci tieni Giorgia? Ho bisogno di stare un poco sola col mio ciccino"
"Come no, non vedo l'ora. Io e questa signorina ci divertiremo molto insieme!"
E così Fra ebbe un'idea. Se Parigi non era possibile, non era il caso, non era opportuno, bene, avrebbe portato Parigi a casa. E quella sera, qualsiasi cosa ne pensasse Marco, avrebbe chiesto a Cassandra di diventare sua moglie. Così approfittando del fatto che Cassandra avrebbe passato il pomeriggio dall'estetista e dal parrucchiere, preparò tutto con cura. Comprò un modellino della Tour Eiffel, un modellino dell'Arco di Trionfo, comprò delle piante e le sistemò in modo da creare gli Champs Eliseè. E poi mise al muro dei poster raffiguranti la Senna, e Notre Dame de Paris. E quando Cassy tornò trovò tutto pronto per una serata che nelle intenzioni di Francesco doveva essere magica quanto quella di Venezia. Le spiegò il significato dell'ambientazione parigina e lei parve molto contenta. Lui a questo punto non riuscì ad aspettare infatti neanche la fine della cena per darle l'anello, lo stesso anello che le aveva dato a Venezia. Lei appena lo vide baciò Francesco con passione, e poi disse:"Lo riconosco,te lo lanciai contro, quando ci siamo lasciati. L'hai conservato tutto questo tempo?"
"Si, amore, però questa volta è diverso" rispose lui emozionato "Questa volta questo anello è per chiederti se vuoi diventare mia moglie".
In un attimo dall'espressione del volto di Cassandra Francesco capì che Marco per l'ennesima volta, aveva avuto ragione.
"Cassandra, amore..." disse Francesco subito, cercando di correre ai ripari "Non devi dire sì per forza! Se non sei pronta, io sono disposto ad aspettare tutto il tempo che vorrai!"
Cassandra abbassò lo sguardo, con aria triste. Ma cosa avrebbe dato in passato perché Francesco le facesse questa proposta? Eppure ora era come se qualcosa le si fosse spezzato dentro. Tentò di sorridere, mentre diceva:"Fra, non è che non voglio, però sono troppo spaventata. Lo so , ci eravamo detti che non avremmo avuto più paura, ma io non ce la faccio... Mi dispiace, davvero!"
Francesco l'abbracciò, cercando di nascondere la propria delusione:"Ma no, tesoro, non preoccuparti!Va bene lo stesso" E cercando di non pensarci più la baciò. Ma lei si staccò, dicendo:"Francesco, così non va bene.. Stiamo aggirando il problema, e invece dovremmo cercare di risolverlo. Perché c'è un problema , è inutile nascondercelo!"
"D'accordo, parliamone, se vuoi" disse Francesco sulla difensiva "Ma io quello che dovevo dirtelo te l'ho detto. Ora parla tu se hai qualcosa da dire!"
"Lo vedi, ci sei rimasto male!" rispose Cassandra "Forse non hai capito che se ti ho detto di no non vuol dire che non ti amo, ma solo che non sono pronta per un passo del genere". Poi aggiunse:"Se non riesci a capire, vuol dire che qualcosa tra di noi non funziona!"
"Io non riesco a capire, Cassandra? Ti rendi conto? Ma di cosa mi stai accusando? Di esserti stato vicino, di essermi trasferito in Italia per te, di aver abbandonato la mia vita, di essermi preso cura di te e di tua figlia?"
"Cosa fai, me lo stai rinfacciando?" disse Cassandra furiosa "Non ti ho chiesto niente, Fra, hai fatto tutto tu. Perché mi ami.. così hai detto almeno!"
Francesco capì che non era serata e si ritirò in camera, sbattendo la porta, per non continuare quella litigata che gli stava facendo perdere la pazienza e per paura di dire qualcosa di troppo. Ma Cassandra avrebbe voluto continuare invece. Perché trattenere il nervosismo non era mai stato il suo forte, perché avrebbe finito per esplodere prima o poi. Perciò si lasciò cadere sulla prima sedia che trovò davanti e scoppiò a piangere. Piangeva perché sapeva di aver ferito Francesco, rifiutando la sua proposta. Piangeva perché lei quella proposta dal fondo del suo cuore l'avrebbe accettata volentieri, ma qualcosa la bloccava. Piangeva perché il suo unico desiderio era rendere felice Francesco e invece le sembrava di soffocarlo con i suoi problemi e le sue crisi. Rimase lì ore, da sola e al buio finchè non la raggiunse Francesco e prendendola per mano disse:"Dai, vieni a letto che è tardi. Abbiamo detto tutti e due qualche parola di troppo!"
"Fra, io ti amo" disse lei guardandolo negli occhi "Questo lo sai vero? Qualsiasi cosa succeda ricordatelo!"
"Ma che vuoi che succeda?" disse lui dolcemente "Stai tranquilla, vedrai che da domani mattina vedari la cosa con più serenità". Iniziò a baciarla, e stavolta lei non lo respinse. Lei che aveva già deciso cosa fare. Lei che nonostante tutto, però, sentiva di avere ancora bisogno di lui. Lei che gli chiese, tra un bacio e l'altro:"Come va? Va meglio ora?" mentre lui annuiva e la spogliava poco alla volta. E fecero l'amore, con una disperazione che Francesco fece finta di non percepire. Ma Cassandra la sentì tutta. E la mattina dopo, quando vide che Francesco si alzava e si preparava per andare a Cinecittà, fece finta di dormire per non dovergli parlare.
E quando Francesco quella sera tornò a casa, e notò che la porta era chiusa a doppia mandata, ebbe un terribile presentimento. Entrò in fretta, chiamando Cassandra, e il presentimento divenne paura quando non vide Giorgia che come al suo solito gli sgambettava incontro al suo arrivo. E poi quel presentimento divenne certezza quando vide un biglietto. Come quello che lui aveva lasciato a Lizzie, quasi come una legge del contrappasso:"Io vado via. Non era destino, come pensavamo. Non riesco a credere che il destino ti abbia riservato solo pesi e preoccupazioni. Le mie, poi... Tu hai diritto a qualcosa di meglio.Non preoccuparti per me e per Giorgia. Andiamo a Firenze da mio padre. Mi dispiace, Fra. Non volevo sconvolgere la tua vita, davvero... Perdonami se puoi!".
Francesco sentì il mondo che gli cadeva addosso. Non poteva essere vero! Ma lui non aveva nessuna intenzione di stare con le mani in mano senza far niente. Non poteva permetterlo. Non poteva neanche pensare che Cassandra fosse di nuovo fuori dalla sua vita. Se la sarebbe ripresa a qualunque costo. Se lei aveva paura, lui l'avrebbe rassicurata. Ricordò la sera precedente. Lei l'aveva guardato negli occhi, dicendogli:"Io ti amo. Qualunque cosa succeda ricordatelo". Capì che lei aveva già deciso tutto. Ma lui non glielo avrebbe permesso. Ora toccava a lui. Troppe volte era stata lei a fare il primo passo. Ora no, ora la musica sarebbe cambiata. Perchè ormai la sua vita senza Cassandra non poteva più chiamarsi vita
La prima cosa che fece fu telefonare a Marco. Che aveva saputo già da Cassandra stessa cosa era successo e che non si privò della soddisfazione di dire:"Fra, io però te lo avevo detto!"
Tra l'altro Marco questa volta fu di pochissime parole e si tirò fuori dicendo:"Stavolta non ti aiuto, Fra. Cassandra ha fatto una scelta. Lasciala tranquilla per il momento! "
Lasciarla tranquilla? Beh forse era questa la prova d'amore che doveva darle. Fare come lei aveva chiesto, starle lontano per il momento. Ma poi lui sarebbe tornato da lei, non aveva nessunissima intenzione di mollarla. Però decise di ascoltare Marco. Si, era la cosa migliore. In fondo Marco aveva saputo vedere più lontano di lui fino ad allora. Ed era arrivato il momento di ascoltare i suoi consigli...
Francesco fece passare il mese , non sapeva neanche lui come, ma ce la fece, senza chiamare Cassandra neanche una volta. Chiedeva sempre di lei a Marco e sapeva che stava bene e questo gli bastava. Poi aveva ricominciato a lavorare, per cui la sera quando arrivava a casa era così stanco da non riuscire a pensare e da avere solo voglia di dormire e la solitudine gli pesava di meno. Poi un giorno ebbe una sorpresa meravigliosa. Un giorno come tanti, una domenica come tante altre. Stava ancora dormendo quando sentì suonare il campanello e si alzò brontolando perché per lui era ancora troppo presto. "Chi è a quest'ora!" esclamò andando ad aprire
E sentì la voce di Marco dietro la porta:"Fra, sono le undici, non è l'alba . Apri, sbrigati, ho una sorpresa per te!"
Francesco aprì e il suo viso si illuminò quando vide che Marco teneva per mano Giorgia. Anche la bambina fu contenta di rivederlo e tese le manine verso di lui, che si chinò e la prese in braccio, dicendole con tenerezza:"Piccolina, ti ricordi ancora di me?"
"Certo che si ricorda!" rispose Marco al posto suo "è piccola, mica scema!"
Fra lanciò un'occhiataccia a Marco, e rimise la bambina a terra e Giorgia subito corse verso il posto dove di solito Cassandra metteva i cioccolatini. Francesco e Marco a questo punto si guardarono e risero, e Fra disse:"Amore, hai ragione, ma io non mangio la cioccolata! Comunque ora andiamo a fare una passeggiate e ti compro l'uovo Kinder. Lo vuoi?"
"Si" disse la bambina con la sua vocina.
"Mamma mia, Marco, sembra diventata così grande!Eppure è passato solo un mese"disse mentre la guardava "Ma che ci fa con te ? L'hai rapita?"
"No, anche se l'avrei rapita volentieri. Ieri sono stato a trovare Cassy a Firenze. E prima di andare via le ho chiesto se potevo prendere una foto recente della bambina per mostrarti come era cresciuta. E lei mi ha risposto che potevo portarti anche Giorgia in carne e ossa . Ha detto proprio così. Perché crede che la bambina a modo suo abbia sentito la tua mancanza. E stasera gliela riporto!Ah cosa non si fa per gli amici" sospirò.
Francesco fu grato a Cassandra di avergli permesso di trascorrere quella giornata in compagnia di Giorgia. Si era affezionato così tanto a quella bambina!E quando quella sera, dopo una meravigliosa giornata passata insieme, arrivò il momento di separarsi nuovamente da lei, e Giorgia iniziò a piangere perché voleva che Francesco entrasse in macchina con lei e Marco, lui non riuscì a trattenere le lacrime, mentre la stringeva forte forte. E in quell'abbraccio gli sembrava davvero di stringere un poco di Cassandra. Marco non poteva sopportare una scena del genere: vedere piangere Mariottini e soprattutto vedere piangere Giorgia... Allora disse con aria decisa:"Su vieni con noi"
"Con voi, Marco? Dove?" chiese Francesco stupito
"A Firenze. Fra. Cavolo, è arrivato il momento che tu e Cassandra vi incontriate di nuovo. E poi non ho nessuna voglia di farmi tutto il viaggio con Giorgia che piange. Quindi su, se vuoi passiamo da casa , prendi quello che ti serve e partiamo"
Francesco sorrise e disse:"Si, ok, devo prendere effettivamente una cosa... Mi accompagni?"
Mentre Francesco saliva a casa, Marco aspettò in macchina con Giorgia e cercando di farla stare tranquilla disse:"Non ti preoccupare piccolina. Ora scende. E vedrai che la mamma alla fine sarà contenta di vederlo". La bambina sorrise come se avesse capito,e Marco scosse la testa dicendo:"Lo dicevo io che tu sei piccola ma non scema!"
Francesco scese dopo pochissimo, e sedendosi accanto al posto di guida, disse:"Ecco, sono pronto!"
"Bravo!" esclamò Marco "Insomma, Firenze non sarà Parigi , ma è pur sempre una bella città". Poi, strizzando l'occhio a Francesco disse:"Hai preso l'anello, no? "
"Come lo sai?" disse Fra stupefatto. E poi sospirando aggiunse:"Certo, è la terza volta, forse dovrei cambiare anello, magari è questo che porta sfortuna"
"Non dire scemenze, come al tuo solito" rispose Marco "Quell'anello è l'anello di Venezia, cavolo... mica pizza e fichi".E poi dandogli una pacca sulla schiena aggiunse in tono incoraggiante:" Vedrai, questa sarà la volta giusta. E se Cassandra non ti ascolta, dovrà vedersela con me!"
Quando Marco arrivò a casa di Cassandra quella sera, entrò con Giorgia e le sussurrò:"Vai un attimo giù. C'è una persona che ti aspetta"
Cassandra capì subito e guardò Marco, mentre sentiva che il panico la stava prendendo. Marco allora la afferrò per le spalle e guardandola negli occhi disse:"Cassandra, ascoltami bene e non fare sciocchezze: è quello che hai sempre desiderato: non lasciarlo andare via. Non devi punirti di niente... Hai diritto di essere felice!"
"Ok" disse allora lei con un filo di voce "Rimani qui con mio padre e Giorgia e dì a mio padre che torno subito".
Marco, lasciandola andare, le sorrise e le disse:"Fai pure con calma.. prenditi tutto il tempo che serve!".
Cassandra scese e vide Fra seduto nella macchina di Marco, che si tormentava le mani, agitatissimo. Le venne da sorridere. Ma era anche lei tanto agitata. Sapeva cosa sarebbe successo e lo temeva e lo desiderava nello stesso tempo. I due si guardarono per un poco imbarazzati, e poi fu lui a rompere il ghiaccio, dicendo:"Ecco, Marco mi ha lasciato la sua macchina. Un evento storico.. sai quanto ci tiene".
Lei rispose con un sorriso, ancora silenziosa. Non riusciva a parlare, sapeva che la voce avrebbe tremato. Francesco, deciso a fare quello che aveva rimuginato nella mente per tutto il viaggio, le disse:"Ascolta, Cassandra , io ho rispettato il tuo voler stare sola. Ma ora basta. Non posso farcela più! E non aspetto più, neanche un secondo. Perciò ci riprovo" e dicendo questo uscì dalla tasca della giacca il famoso anello "Lo so, io non sono romantico, e forse avrei dovuto prepararti qualcosa di carino per questo momento. Forse avrei dovuto portarti in qualche piazza di Firenze , o sull'Arno, come mi aveva consigliato Marco.Ma stavolta non ci riesco. Cassandra, stavolta ti dico le cose col cuore in mano. E spero che non me lo spezzerai". Lei a queste parole lo guardò negli occhi per un attimo che sembrò a entrambi interminabile, poi Francesco continuò:"Non ti sto chiedendo di sposarmi, e forse ho sbagliato a farlo un mese fa, ma devi prendere l'anello. Ti ricordi cosa significa? Te lo dissi a Venezia. Rappresenta il mio amore per te, quello che vuole essere. Duro e forte, ma bello e luminoso proprio come questo diamante. ". Cassandra annuì, ricordava, certo che ricordava. Gli occhi le si riempirono di lacrime, ma non distolse il suo sguardo da quello di Francesco. Quello sguardo dove sapeva di potersi perdere. Dove tante volte si era già persa. E disse, con la voce che le si spezzava proprio come aveva temuto:"Sai, se tu non fossi tornato più da me, come ti avevo chiesto, non me lo sarei mai perdonato. Ma non è facile per me. Quello che ha successo.. è come se essere felice significasse tradire Davide. Io amavo lui, ma amavo anche te. Ti ho sempre amato. E mi sembra di avere tolto qualcosa a lui con questo amore"
"No, amore, non è così. Il nostro cuore può amare un numero infinito di volte" disse lui prendendole le mani " Poi il tuo cuore è particolarmente grande. Ora, se sceglierai di stare con me, potrai continuare ad amare Davide, anche se in modo diverso. Così come quando stavi con lui amavi me, in un certo senso, no?"
Cassandra annuì di nuovo, capendo di non dover spiegare più niente.. Francesco sapeva già tutto. E allora disse, asciugandosi gli occhi col dorso della mano:"Su, allora, dammi quell'anello, Mariottini, che aspetti?". Lui parve illuminarsi tutto, e fece per infilarglielo al dito, quando lei lo interruppe:"Mariottini, si può sapere che fai? Le parole magiche, devi dire le parole magiche". Francesco la guardò stupefatto, senza capire, ma lei ridendo aggiunse:"Eh, su, chiedimelo: dai, dai!" Allora Francesco capì, il suo sorriso divenne ancora più grande, e finalmente fece la fatidica domanda che lei aspettava trepidante:"Cassandra , vuoi sposarmi?E rendere la mia vita meravigliosa?"
"Certo che si" rispose lei in lacrime mentre lui le metteva l'anello al dito. Dopo l'abbracciò sussurrandogli:"Perdonami ti prego se ci ho messo tanto. Ma io ti amavo, ti amo e continuerò ad amarti".
"Cassy, amore, non importa quanto ci hai messo a dire di si. Importa che ora siamo qui, io e te, e smettiamola per piacere di farci problemi inutili. Abbiamo il diritto di essere felici. Insieme. Ce lo meritiamo, dopo tutto quello che abbiamo passato!"
"Si, Mariottini, ora taci, però" disse lei baciandolo sull'angolo della bocca. "Basta con le chiacchiere perché io ho altre idee per la testa! " E lo baciò, mentre lui si lasciò trasportare da quel bacio. Come si era sempre fatto trasportare da lei. E avrebbe voluto che quel bacio non finisse mai, anche se lo sapeva, il bello doveva ancora venire.
Tornarono a Roma, insieme, nel loro appartamento. Cassandra non faceva altro che guardarsi l'anello chiedendosi se era proprio vero. Se stava succedendo proprio a lei. Possibile che la favola si realizzasse? Insomma temeva sempre che avvenisse qualche intoppo. E puntuale come la peste, l'imprevisto arrivò. Più che di un imprevisto si trattava di una tragedia. Una tragedia di nome Lizzie. Che ripiombò nella vita di Francesco.
L'aveva chiamato, dicendo di essere in Italia e di avere bisogno di vederlo, e Francesco non riuscì a dirle di no. Pensava che in fondo un chiarimento glielo doveva. E così si recò all'appuntamento con lei. Senza dire niente a Cassandra. Non ne valeva la pena, pensò. Ma dopo aver parlato con Lizzie, quella sera, mentre rientrava a casa pensava che sarebbe stato meglio anticiparglielo. Gli si strinse il cuore mentre Giorgia gli correva incontro, tirandolo per la giacca. Giorgia, che lui amava come una figlia. La guardò e si disse che il mondo a volte è proprio ingiusto. Anche Cassandra corse ad accoglierlo, lo baciò sulla guancia, ma si accorse subito che qualcosa non andava. E gli chiese:"Fra, è successo qualcosa, problemi sul lavoro?"
"Magari fossero problemi sul lavoro" disse Francesco buttandosi sul divano e coprendosi il volto con le mani. Cassandra gli si sedette affianco:"Che succede? Mi stai facendo preoccupare, Fra. Se c'è qualcosa dimmelo subito!"
Dirglielo subito? E come poteva? Guardò Giorgia e allora sussurrò:"Quando Giorgia si sarà addormentata, ok?". Cassandra annuì. Era molto preoccupata, però. Non aveva mai visto Francesco così. Temeva si trattasse di un problema di salute. La cena fu una tortura. Ogni momento, ogni attimo Francesco avrebbe voluto stamparselo nel cuore per sempre. E poi si alzò alla fine e disse:"Amore, porto io Giorgia a dormire, stasera!" E cullò quella bambina, quella sua quasi figlia tra le braccia, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime. Poi la mise nella culla, e il cuore iniziò a battergli forte. Ora veniva il momento più difficile, doveva parlare con Cassandra... Tornò in cucina e vide che lei stava lavando i piatti, perciò le disse:"Cassy , lascia stare i piatti. Ed è meglio se ti siedi". Cassandra era allarmatissima. Lo supplicò:"Fra ti prego, dimmi subito cosa c'è. Così mi fai morire!"Lui, senza riuscire neanche a guardarla negli occhi, disse:"Oggi ho visto Lizzie!"
"Lizzie?" disse lei, quasi rassicurandosi.. forse non era una cosa così grave. "Non me lo avevi detto!"
"Si, pensavo che non fosse una cosa importante" disse lui brevemente
"E invece lo è?" chiese lei timorosa.
Francesco fece un respiro profondo, e disse:"Non troverò mai il modo giusto per dirtelo, perciò è inutile che ti tengo sulle spine. Lizzie ha avuto un bambino: mio figlio!" Cassandra spalancò gli occhi e impallidì. Francesco ebbe paura che svenisse, ma lei invece rimase incredibilmente lucida, anche se era evidentemente disperata. Lui quindi potè spiegarle: "Si è accorta di essere incinta quando io ero già in Italia, ma non mi ha voluto dire niente all'inizio, perché voleva dirmelo di persona e non voleva costringermi a tornare subito. Poi la mia mail.. dove le dicevo che tra noi era finita e che io amavo te. Non l'ha presa bene e aveva deciso di non farmi mai sapere niente di questo bambino. Poi però è nato, ora ha due mesi, e lei ha pensato che non fosse giusto lasciarlo senza padre"
"Eh, no, non sarebbe giusto" disse Cassandra guardando fisso davanti a sé. Poi aggiunse:"L'hai visto?"
"No" disse Francesco scuotendo il capo "Non l'ha portato con sé. Però mi ha dato questa" e le mostrò una fotografia. Cassandra lo guardò di sfuggita quel bambino, mentre Francesco le diceva:"Si chiama Steve e io..."
"Va bene. Ti capisco... Non devi dirmi niente, Fra" disse lei con la voce ormai rotta dai singhiozzi "Vai da lui. Sono certa che non vedi l'ora di conoscerlo... Non sarò certo io a trattenerti. Ho anche io una figlia"
"Giorgia è come una figlia anche per me" disse lui cercando di trattenere il pianto "Io non vorrei mai lasciarla!"
"Giorgia è come una figlia, quel bambino è tuo figlio. C'è una bella differenza" rispose Cassandra evitando di guardarlo. "Ti prego, quello che devi fare fallo subito!"
"Cassandra, io non voglio lasciarti " disse Fra prendendola per la vita e cercando di farla calmare.
"Non importa quello che vuoi tu o che voglio io. Stavolta è finita . Mi sa che non era destino davvero. Vai con Lizzie. Come puoi pensare di vivere lontano da tuo figlio? Non sarebbe da te e io ti amerei di meno se lo facessi. Solo vai via subito, non ce la faccio a dire né a sentire una parola di più!"
Lui allora l'abbracciò ,sussurrandole tra le lacrime :"Non è giusto, non è giusto". Lei si rifugiò in quell'abbraccio che l'aveva sempre fatta sentire forte e sicura. E ora come avrebbe fatto?Lui la baciò e dopo averla baciata, prese il suo viso tra le mani, guardandola come per imprimere la sua immagine nel cuore per sempre.
"Non dire più niente, ti prego" sussurrò lei "Vai, vai!"
E lui l'accontentò. Andò via, non pensando ai bagagli, non pensando a niente. Pensando solo che le aveva spezzato il cuore e che lo aveva spezzato a se stesso. E mentre andava via sentiva i singhiozzi di Cassandra dall'interno dell'appartamento. Fece per tornare indietro, ma poi pensò che era meglio lasciarla sfogare.
E lei intanto poteva solo ripetere fra un singhiozzo e l'altro, in piedi nella camera di Giorgia, guardandola dormire:"Perché, perché, perché?". Ancora una volta il sogno era diventato incubo.
Francesco si svegliò, non voleva alzarsi, non aveva il coraggio di iniziare una nuova giornata. Poi aprì gli occhi, si guardò intorno, e il sangue ricominciò a scorrergli nelle vene. Lizzie, il bambino... era stato tutto un incubo, solo uno stupido e spaventoso incubo. Si alzò dal letto in fretta buttando all'aria le coperte e raggiunse Cassandra che in cucina stava preparando la colazione.
"Amore, sei qui" le disse sorridendo, e avvicinandosi per darle un bacio
"Perchè, scusa, dove dovrei essere?" rispose lei ridendo
"E Giorgia?" La vide arrivare proprio in quel momento, trascinando con sè un peluche enorme. Francesco l'aiutò, dicendo:"Ma pesa più di lei!"
"Questo è l'ultimo regalo di Marco" rispose Cassandra alzando le spalle. "Lo sai com'è Marco,no? Tra poco dovremo uscire noi di casa per metterci tutti i suoi regali"Francesco prese la bimba intanto e la strinse forte a sè. Cassandra lo guardò perplessa:"Fra, ma sei sicuro di stare bene?"
"Mai stato così sicuro, amore, stai tranquilla!"rispose lui "Solo che stanotte ho fatto un brutto incubo. Mamma mia, non farmici ripensare"
"Lo vedevo infatti che ti agitavi nel letto" fece lei fermandosi a guardarlo incuriosita "Che hai sognato? Che scappavo con un altro uomo?"
"No" rispose lui ridendo "Veramente ero io che scappavo con un'altra donna, in un certo senso"
"Eh?" fece lei con un'espressione inquieta "Fra, non è che mi vuoi dire qualcosa, no?"
"Si, qualcosa che voglio dirti c'è!" rispose Francesco e avvicinandosi a lei, sussurrò:"Che ti amo!" e iniziò a baciarla. Non avrebbe voluto più lasciarla andare: se pensava al sogno che aveva fatto e gli venivano ancora i brividi.
Cassandra a un certo punto prese il viso di Francesco tra le sue mani e disse:"Ciccino, ti prego, sposiamoci presto!"
"Presto quanto?" disse Fra continuando a baciarla.
"Non lo so presto tipo due settimane, un mese!" rispose lei dopo aver ricambiato il bacio. Francesco si fermò all'improvviso:"Addirittura? Ma dai, dobbiamo prepararlo per bene questo matrimonio, o no? Un mese è un po' pochino"
"Ti prego, ti prego, ti prego" fece lei baciandolo sul collo, cercando di piegare la sua resistenza.
E Fra abbracciandola fece:"Amore, se vuoi io ti sposo anche adesso, ma come mai tanta fretta?Fino a poco fa non volevi neanche sposarmi"
Lei sorrise, lo baciò e disse:"Dimmi prima che accetti di sposarmi il prima possibile! Giuramelo!"
"Ma si, te l'ho detto" rise lui"Magari facciamo tra un mese, però.. due settimane mi sembra eccessivo"
"Grazie, amore, grazie" rispose lei ricominciando a baciarlo e tra un baciò e l'altro si lasciò scappare quasi per caso:"Sai, dobbiamo fare in fretta, perché non mi va di sposarmi col pancione. Dovrei trovare l'abi..."
"Ho capito bene?" la interruppe Francesco sbiancando all'improvviso e fissandola allibito "O fa ancora parte del sogno?"
"Dell'incubo, vorrai dire" scoppiò a ridere lei e guardandolo con un'espressione che lui avrebbe ricordato sempre per il resto della sua vita, disse:"Sì, Mariottini: hai capito proprio bene. Hai concepito Mariottini junior! Ciccino, non sei contento?"
"Contento?" disse lui sollevandola tra le braccia "Contento? Dio mio, è troppo. Troppo bello. Amore, mi hai fatto un regalo bellissimo, davvero. Non mi sembra quasi possibile. Non avrei osato chiedere tanto". Poi rimettendola a terra, disse:"Tu sei contenta, si? Non è troppo presto per te? Giorgia è ancora tanto piccola!"
"Giorgia ha quasi due anni" sorrise Cassandra "Nno è troppo piccola.Vedrai che sarà contenta anche lei "
Francesco allora si chinò sulla bambina, che era seduta per terra a giocare, e le chiese:"Giorgia, lo vuoi un fratellino?" Lei lo guardò e con l'espressione più naturale del mondo disse:"No, non lo voglio!" Cassandra scoppiò a ridere, dicendo:"Lo vedi, è felicissima!"
Francesco tornò vicino a Cassandra e la baciò di nuovo. Ma lei ancora euforica fece:"Eh Mariottini, subito hai parlato di fratellino a Giorgia. Magari sarà una sorellina"
Lui scosse il capo:"No, è un maschio. Lo so!" Pensava al bambino del sogno. Forse in parte era stato un sogno premonitore. Cassandra annuì, facendo:"Va bene, ammettiamo che sia maschio come dici tu. Dovrà proseguire la stirpe dei Mariottini. Come lo chiamiamo? Come tuo padre o come il mio? O come nessuno dei due?"
Francesco sorrise dicendo:"Sarebbe bello dargli un nome significativo, non so, di qualcuno che è stato importante per noi due come coppia, che ci ha aiutati.." I due si guardarono negli occhi, capendosi al volo ed esclamando all'unisono:"Marco!"
"Ok, siamo d'accordo anche sul nome" concluse Francesco "Ora è meglio che ci diamo una mossa, perché bisogna organizzare questo matrimonio e due settimane sono poche ,no?"
"Uh, due settimane" esclamò Cassandra saltellando contenta "Alla fine me l'hai data vinta, eh?"
Lui l'abbracciò, la baciò per l'ennesima volta quella mattina, e disse:"Da ora in poi te la darò sempre vinta. Dopo il regalo che mi hai fatto non potrò più negarti nulla! Te l'ho detto che ti amo?"
"Un paio di volte" rispose lei con un sorrisetto "Ma magari ripetimelo, mi piace quando lo dici!"
"Ti amo, Cassandra De Rosa, e non vedo l'ora che diventi mia moglie!"
Lei lo abbracciò e lui stringendola forte a sé pensò che finalmente, stavolta, era stato l'incubo a trasformarsi in sogno.

Cassandra era davanti allo specchio. Come due anni prima circa indossava un abito da sposa. E come due anni prima aveva voluto rimanere sola. Ma ora, da sola in quella casa, rivivendo la stessa scena di quasi due anni prima, fu presa dalla paura e dall'angoscia. Paura che accadesse ancora, che qualcosa andasse storto, che succedesse qualcosa a Francesco. Una paura irrazionale, lo sapeva , ma non poteva fare a meno di provarla. Era questo il motivo che l'aveva spinta a non accettare subito la proposta di matrimonio di Francesco. Ma ora non voleva lasciare che l'angoscia la prendesse. E in suo aiuto giunse quello che ormai considerava il suo angelo custode, Marco, che proprio come due anni prima entrò nella sua stanza con Giorgia. Una Giorgia un poco più grande,stavolta, che camminava da sola e non rischiava di rigurgitargli addosso. Marco le si avvicinò, lei lo vide dallo specchio, e i loro occhi si incrociarono. Tutti e due stavano pensando la stessa cosa e tutti e due avevano in mente quello che era successo due anni prima. Cassandra tremava leggermente, anche se cercava di non darlo a vedere. Ma Marco se ne accorse, e sorridendo, pose le mani sulle sue spalle e disse:"Cassy, stai tranquilla. Fra è già in chiesa e ti aspetta. Stavolta non succederà niente. Sarà tutto perfetto!" e poi aggiunse:"Su, stai calma. Non vorrai fare agitare il piccolo Marco, no?" e concluse ripetendo ancora una volta:"Cassy, è tutto quello che hai sempre desiderato . Meriti tutta questa felicità. E anche Francesco". Cassandra lo abbracciò, cercando di trattenere le lacrime per non rovinare il trucco. E poi fu Marco stesso ad accompagnarla in chiesa, dove il padre di Cassandra l'aspettava per portarla da Francesco. Quando gliela consegnò, lui le alzò il velo e le baciò la fronte. E si guardarono negli occhi. Quelli occhi che si erano incrociati tantissime volte, altre volte avevano cercato di sfuggirsi, qualche volta avevano pianto l'uno per l'altra, quelli occhi che tante volte avevano scrutato gli occhi dell' altro cercando di capire la sua anima. Ora erano gli occhi di due persone che stavano per unire la loro vita. Per sempre. Mentre loro recitavano le formule del matrimonio e poi durante lo scambio degli anelli, furono versate molte lacrime. I loro amici, quelli veri, che conoscevano la loro storia e sapevano che era quasi un miracolo se quel giorno celebravano quel matrimonio , non riuscirono a trattenere la commozione: Susy, Simonetta, Marina, Marta, Roberta, Paki, e soprattutto Marco. E alla fine, quando tutto volgeva al termine, Cassandra emise un sospiro di sollievo. Ora qualunque cosa fosse successa, Francesco era suo marito e lei era sua moglie. Guardò la piccola Giorgia, che batteva le mani contenta insieme agli altri,e seppe che aveva fatto la cosa più giusta anche per lei.
Poi il ricevimento: che bellissima festa!! Tutti erano felicissimi ed euforici. Al momento del brindisi finale, però, Marco si alzò in piedi e chiese la parola:"Vorrei fare io il discorso augurale per i due nuovi sposi. Penso di averne il diritto, in un certo senso, vero?" Francesco e Cassandra gli sorrisero, spingendolo a continuare. "Queste due persone insegnano a tutti noi cos'è l'amore. Quello vero, che non dipende dalle circostanze esterne, ma solo dal cuore. Penso che molti di noi conoscono la loro storia. E loro due ci insegnano tutto quello che c'è da sapere sull'amore: l'importanza dell'aprire il cuore, del fidarsi, dell'ammettere gli sbagli, anche di saperlasciare andare via l'altra persona quando si pensa che questo sia il suo bene. Vero, Francesco?" Fra annuì pensando a quella sera in cui aveva deciso di rinunciare a Cassandra e di lasciarla tornare da Davide. Rabbrividì ricordando quello che aveva provato quella sera,e strinse più forte la mano di Cassandra, accanto a lui. E Marco continuò:" E Cassandra? Che ci insegna Cassandra? A continuare ad amare contro ogni speranza, contro ogni apparenza, anche contro ogni convenienza, a saper perdonare, a saper capire i tempi dell'altra persona. A non vergognarsi di un amore così incondizionato. E ad andare via quando questo amore rischia di diventare una catena. Ma a tornare indietro, quando promette di essere la cosa più bella della tua vita. E ci insegna che l'amore è capace di far superare le sofferenze più atroci e le paure più terribili" Cassandra si asciugò le lacrime perché Marco stava descrivendo proprio bene la loro storia. A questo punto Marco aggiunse: "E poi abbiamo Giorgia. Lei ci insegna quanto sia facile amare qualcuno, dargli il proprio cuore. Anche se in teoria questa persona non è nessuno. È uno sconosciuto. Ma lei è così, ti guarda, ti sorride e ti vuole bene. E tu non puoi non volergliene altrettanto. Io sono stato tanto vicino a Giorgia, e vorrei esserlo anche al piccolo che nascerà presto, e che voi due volete chiamare Marco come me. Ma , e mi dispiace dirvelo solo adesso, io non ci sarò: sarò in tournè in America. L'ho saputo da pochi giorni. Ma porterò dentro di me, in America, e in qualunque parte del mondo, quello che mi avete insegnato : che l'amore è più forte delle nostre debolezze. Grazie, Francesco, Grazie Cassandra. Avete reso la vita di tutti noi un poco più bella!"

EPILOGO

Marco ricevette un' e-mail sul suo computer. Era di Francesco. Già dalle prime parole gli occhi gli si inumidirono:
"Ciao, Marco, come va la vita dalle tue parti? La nostra va abbastanza bene. Se non fosse per le notti insonni che Marco junior ci fa passare. Sai dovevamo immaginarlo che dandogli il tuo nome avrebbe preso qualcosa del tuo carattere. Abbiamo corso il rischio, e siamo rimasti fregati. Cassandra mi assicura che Giorgia invece era bravissima da piccola. E allora devono essere stati i miei geni a fare il disastro.Comunque a proposito di Giorgia, adesso la signorina si è rassegnata alla presenza del fratellino. I primi giorni temevo sempre che tentasse di ucciderlo. Lo guardava con un'espressione da fare paura. Sai che le ho detto? Che si chiama come te, e che lo zio Marco al suo ritorno avrebbe voluto vedere come lei è diventata brava a prendersi cura dal fratellino. Da allora è la seconda mamma di Marco. Ricordami che quando Giorgia sarà adolescente ed inizierà ad avere i primi fidanzatini la dovrò mandare da te vista l'ottima influenza che hai su di lei!
Che altro devo dirti? Ah, devo parlarti di Cassandra. È un amore. Il nuovo cd è pronto, sai? Uscirà il prossimo mese. Io l'ho già sentito, è meraviglioso. Come lei è meravigliosa. Ogni volta che la guardo mi chiedo come ho fatto a rischiare di lasciarla andare via dalla mia vita.. se penso che avrei perso tutto questo, mi viene da impazzire. Tutto il resto, tutte le cose per cui ero pronto a sacrificare lei, non valgono un minuto di quelli che lei mi regala ogni giorno. E comunque Marco, non perdere troppo tempo a leggere questa mail, piuttosto dai una sistemata alla casa, perché io, Cassandra , Giorgia e la piccola peste tra circa un'ora siamo da te!"
Marco scattò in piedi, spense il computer, e si guardò intorno. Eh si che c'era un bel pò di roba da sistemare. Ma non sapeva se ci sarebbe riuscito: era così emozionato all'idea di rivederli. E di conoscere Marco Mariottini. Certo, pensò che quei due erano pazzi a mettersi in viaggio per l'America con due bambini così piccoli, ma in fondo gli faceva davvero piacere.
Riuscì appena a sistemare la stanza dove avrebbero dormito, quando sentì suonare il campanello. Andò ad aprire e una Giorgia che lo lasciò senza fiato per quanto era cresciuta subito lo abbracciò, esclamando:"Zio Marco, ciao!" Alla piccola Marco riservò l'abbraccio più lungo, poi toccò a Francesco e a Cassandra, alla quale disse:"E tu avresti di nuovo partorito? Mamma mia, Cassy , sei sempre stupenda" e poi aggiunse:"E lui? Fatemi conoscere il mio orgoglio!" Cassandra lo tolse dal carrozzino e glielo diede in braccio. Marco si sciolse in un secondo. Era bellissimo, il ritratto di Francesco: biondo, occhi azzurri un viso pacioccone.
"Ma ha l'aspetto di un angelo" esclamò " E voi osate lamentarvi di questa creatura?"
"Ah no" rise Cassandra "Se stanotte dorme nella tua stanza e te ne occupi tu, noi non ci lamentiamo!"
"Ecco, bravo, Marco" aggiunse Francesco maliziosamente "Magari anche Giorgia dorme con lo zio Marco oggi e a noi lasciate un attimo di solitudine, così riposiamo!"
"Riposate?" lo prese in giro Marco "Mariottini, dì la verità: tu sei venuto fino in America per mollarmi i tuoi pargoli e godere delle gioie coniugali!"
"Eh, Marco, tu ci tenevi tanto che noi stessimo insieme" lo punzecchiò Cassandra "E adesso è tuo dovere aiutarci"
Dopo una cena rimediata con quelle poche schifezze che Marco aveva a casa (si era giustificato dicendo:"Oh, io non ho moglie e figli a cui pensare e posso mangiare tutte le schifezze che voglio") Giorgia si rivolse a Marco dicendo:"Io dormo con te così loro si possono fare le coccole!"
Marco scoppiò a ridere, mentre Francesco e Cassandra arrossivano un pò imbarazzati. Marco subito disse:"Giorgia, amore, io l'ho sempre detto che tu sei piccola, ma non scema!"
"Marco, glielo dirai anche quando avrà diciotto anni?" fece Cassandra facendo una smorfia. Francesco però ne approfittò subito, dicendo:"Beh, amore, abbiamo il permesso di Giorgia . Io andrei a dormire allora, su andiamo!" e la trascinò in camera. Francesco la baciò, felice finalmente di poter avere un attimo di pace e di intimità con lei. Poi lasciò che si preparasse per la notte, mentre tutte le luci nella casa si spegnevano. Capì così che anche Marco si era ritirato nella sua stanza coi bambini. Quando Cassandra ricomparve, Francesco rimase senza fiato. Indossava una sottoveste di pizzo e raso bianca, molto bella e molto fine. Come lei. Subito iniziò a baciarla, mentre si preparava ad assaporare ogni momento con lei. A un certo punto sentirono il pianto del piccolo Marco, e Cassandra si stava già alzando per andare da lui, ma Fra la bloccò:"No, amore, no. Lascia che se ne occupi Marco. Lascia che per questa notte esistiamo solo noi!"
Cassandra lo accontentò. E mentre facevano l'amore, nella loro testa risuonavano ancora una volta quelle parole: "Mai più come te, nessun altro mai ". Questa volta però non erano cariche di nostalgia e di malinconia, ma solo della gioia di aver trovato la propria anima gemella. E di poterci vivere accanto. Per sempre.

By lisaetta81 image
 
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Fra&LinaForever
view post Posted on 21/10/2008, 21:48




MERAVIGLIOSA! :P E' così bella che sembra di vedere il film.... ^_^
 
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1 replies since 12/10/2008, 18:15   208 views
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