DOVE TU SARAI IO CI SARO', Dal forum Fracassino

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zeldina
icon12  view post Posted on 24/12/2008, 20:15




«Eccolo, lo sento: è proprio dietro di me.» Pensò Cassandra.
La faceva arrabbiare il fatto che, per quanto lei cercasse di concentrarsi sul testo che stava studiando, ogni volta che lui entrava nella casetta lei se ne accorgeva. Senza voltarsi. Senza nemmeno sentire la sua voce. Sapeva che era lì.
Era come se quel profumo fosse solo suo... Quel pensiero la fece arrossire.
Francesco si tolse il giaccone e lo buttò sulla sedia più vicina. Prese l'intero pacco di Pan di Stelle dalla credenza e si sedette accanto a Cassandra.
«Che studi?» Chiese lui.
«Nulla» Rispose lei.
Lui si sporse per leggere e Cassandra tirò verso di sé il foglio esclamando: «No, è una sorpresa!»
«Dai, fammi leggere!» Disse Francesco dandole un finto pizzicotto sul fianco. Cassandra non riuscì ad allontanarsi, era come incantata dal sorriso di Francesco e da quella luce misteriosa dei suoi occhi.
Così, approfittando di quell'attimo di distrazione, Francesco afferrò il foglio e corse verso la porta della casetta per poterlo leggere. Cassandra lo rincorse immediatamente, terrorizzata dal fatto che potesse leggere quello che aveva scritto. Raggiunse Francesco e gli si buttò sulle spalle, allungando un braccio per strappargli il foglio dalle mani. Francesco, ridendo, lottò per trattenerlo, ma in quel momento arrivò Gennaro con aria seria.
«Francy, dobbiamo parlare del passo a due di Steve.»
Francesco, come accadeva sempre quando c'era in ballo la sua amata danza, perse interesse per qualsiasi altra cosa, e lasciò andare il foglio. Cassandra lo lasciò fuori a parlare con Gennaro di passè e pirouette e tornò dentro, stringendo tra le mani il suo prezioso testo.
«Per fortuna non l'ha letto.» Pensò Cassandra sollevata, rileggendo le parole che aveva scritto poco prima. Con la sua grafia leggera e femminile aveva sfogato sulla carta quello che provava in quel momento. Era venuta fuori una specie di canzone... che sembrava quasi una poesia.

“Tu non mi hai mai guardato come guardi lei..
non mi hai mai sussurrato parole dolci
ne sorriso in quel modo... quel modo che solo tu sai fare.
Quel sorriso che mi fa impazzire sognare sperare
ma sei soltanto un diabolico angelo incatenato al mio cuore
ormai prigioniero del mio amore!!”


Cassandra sospirò, pensando a quante volte si era ripetuta che Francesco era per lei "solo un amico". Già, un amico. Un amico simpatico, dolce, tenero, protettivo, bello, e poi...
In quel momento Marta interruppe il corso dei suoi pensieri urlando dalla cucina: «Cassandraaaaaaa!»
La ragazza subito nascose il foglio sotto una montagna di peluche e poi raggiunse Marta, che la aspettava furente davanti alla credenza. «Si può sapere chi ha mangiato le mie barrette integrali? Io solo con quelle faccio merenda!» Gridò.
«Eh, io non lo so, a me non piacciono nemmeno!» Esclamò Cassandra.
«Cioè, c'è una cosa che mi dà fastidio: che mangino i miei cereali! E qualche sveglio cosa fa? Mi finisce la scatola! Non c'è proprio rispetto per gli altri!» Gridò Marta ancora più forte.
« Marta per favore calmati! E poi te l'ho detto, io non lo so! Neanche mi piacciono! Non capisco perché urli a me!»
«Scusa c'eri tu seduta in cucina mentre io facevo la doccia! Secondo me li ha presi Francesco... certo che poteva anche chiedere, lui che è sempre così gentile!» Sbottò Marta.
«Frà? Che ha fatto? Non ho capito hai detto qualcosa di Francesco? Scusa mi sono distratta un attimo...» Disse Cassandra stupita.
«E certo, a te non si può nemmeno nominare il Mariottini che ti perdi nel mondo dei sogni!» Disse Marta con aria polemica.
«Ma Marta cosa stai dicendo?? Io non capisco: sempre in mezzo mi devi mettere!» Disse Cassandra innervosita.
In quel momento Francesco entrò, e vide Cassandra che entrava in camera sbattendo la porta. Si girò verso Marta dicendo con aria seria: «Si può sapere cosa le hai detto?»
Non aspettò nemmeno la risposta di Marta e aprì lentamente la porta. Cassandra era rannicchiata sul proprio letto e fissava il soffitto. Francesco si sedette sul suo letto e le sorrise. «Tutto a posto?»
«Non capisco perché Marta deve sempre alzare la voce anche quando non ce n'è motivo...» Disse cassandra a metà tra il triste e l'arrabbiato.
«Sarà per compensare la sua altezza... io infatti non alzo mai la voce!!» disse Francesco.
Cassandra sorrise e Francesco disse: «Era una battuta patetica. ma sono riuscito a farti ridere!»
Cassandra si mise seduta e gli sorrise. Poi disse, guardandolo negli occhi: «Gra!»
Francesco le sorrise e con tutta la dolcezza di cui era capace le disse: «Gli amici esistono per questo, no?»
Cassandra si sforzò di sorridergli, anche se quella parola gli era rimasta in gola come uno spillo.
Amici. Niente più di quello. Solo amici.
Marta si affacciò sulla porta della camera con un sorriso di scuse. «Scusa per prima Cassy... Gennaro mi ha detto di aver finito lui la scatola: dice che le barrette al cioccolato lo fanno ingrassare...»
«Che vanitoso!» Disse Cassandra con un sorriso.
Francesco si alzò e si avviò verso la porta. Prima di uscire guardò per un ultima volta verso Cassandra e fu contento di vederla sorridente. Prese il giaccone e uscì a fumarsi una sigaretta. Stare fuori da solo lo aiutava a pensare.
Si sedette sulla panchina e si accese la sigaretta. Come al solito, quando lasciava la sua mente libera di vagare, i suoi pensieri correvano ad una sola persona. Cassandra.
Nella sua mente passarono tutti i momenti passati con lei: dagli scherzi nella sala relax alle nottate di ripasso al residence (anche se poi di ripasso ne facevano davvero poco...), dalle passeggiate a Jesi alla visita di Firenze... e poi i pomeriggi a passeggiare in centro a Roma... mai una città gli era sembrata così bella! Sembrava proprio un film. Un film di cui non era ancora stato scritto il finale.
In quel momento tornò alla realtà, cercando di distogliere i pensieri da Cassandra. Il fatto che quando che tutte le volte che si distraeva i suoi pensieri corressero a lei lo stupiva ogni giorno di più.
Come sempre non riuscì a stare solo per più di 5 minuti... era il punto di attrazione delle ragazze della casetta e Marta l’aveva appena raggiunto fuori. Gli si sedette sulle ginocchia come in cerca di coccole. Fra, un po' scocciato da tutta quella confidenza, non ebbe il coraggio di mandarla via, ma cercò di restare distaccato.
Marta gli passo una mano tra i capelli dicendo: «Sai Franci? A te li avrei dati i cereali...»
Francesco sorrise: «Beh, grazie», disse.
«Mi aiuti con la canzone per mercoledì, stasera?» Disse poi Marta con aria zuccherosa. Francesco sorrise e stava per rispondere con la sua gentilezza che sì, non c'era problema... poi pensò che in fondo poteva anche passare una serata come voleva lui... magari con Cassandra. Allora disse: «Mi dispiace, devo provare un po' il musical.»
E Marta, illuminandosi, disse entusiasta: «Ti aiuto io!»
«Mi aiuta Cassandra, grazie lo stesso.» Rispose Francesco.
Marta rientrò in casetta, e si sedette accanto a Cassandra a vedere la tv.
Pochi istanti dopo disse: «Sei arrivata prima di me eh?»
Cassandra fece una faccia strana e subito rispose: «Ma di cosa parli?»
«Dai, hai capito bene... Mariottini, il musical... lo provate stasera no?» Disse Marta con aria maliziosa.
Cassandra era un po’ perplessa, non riusciva proprio a capire! Stava per dire “Ma no, veramente no...” ma non fece in tempo a rispondere perché prima che riuscisse ad aprire bocca arrivò Francesco che subito disse:
«Amoreee! Stasera proviamo il musica allora, eh?»
La guardò intensamente come solo loro sapevano fare e subito si capirono.
E in Cassandra venne spontanea una riflessione: “Mariottini, certo che te mi sai proprio prendere...” poi scuotendo la testa rispose divertita, facendogli un occhiolino: «Ma certo, e tanto che ci siamo perché non mi dai qualche lezione di hip hop?»
Subito dopo cena, mentre Marta e Marco sparecchiavano e Gennaro spariva in bagno per l'ennesima maschera al cetriolo, Francesco uscì per rilassarsi un po'. Ma non riuscì a stare solo nemmeno dieci secondi dato che Cassandra lo raggiunse subito.
<<dai mi insegni davvero un passo di hip hop?>>
<<eh?>>
<<dai me l'avevi promesso...>> disse Cassandra sbattendo le ciglia.
Francesco si mise a ridere e annuì, pensando che proprio non riusciva a resisterle Si mise d'impegno per insegnare a Cassandra la 'sei passi', un passo di hip hop, e il risultato fu che ogni due secondi Cassandra scivolava sull'erba umida della sera e ridendo si aggrappava alla mano di Francesco per non cadere.
Qualche minuto dopo Marta appoggiò i piatti che aveva in mano nel lavandino e disse
«Marco finisci tu? io raggiungo Cassy e Fra fuori.»
Fece per uscire ma Marco la fermò, e con un'aria seria che non gli era per niente abituale disse:
«Stai qui Marta... non vedi quanto sono carini assieme? Lasciali stare un po' da soli!»
Marta sembrò contrariata e Marco si scusò con un sorriso. Marta guardò ancora fuori per un momento e poi, sospirando, prese in mano i bicchieri per metterli nel lavandino.
Fuori, nel frattempo, Cassandra tentava per l'ennesima volta la sei passi. Perse di nuovo l'equilibrio e si aggrappò di nuovo alla mano di Fra.
Stavolta però non fece nulla per restare in piedi, ma tirò Francesco per terra con lei. Così si ritrovarono uno sopra l'altro, a guardarsi negli occhi, e nessuno dei due faceva nulla...

1... 2... 3... 5... 6... 8... 13... 16... 20... 25... 30 secondi...
Erano ancora lì, stesi a terra. Il silenzio ora era diventato pesante.
All'improvviso Francesco si rimise in piedi lamentandosi di una fitta al ginocchio, anche se sapeva benissimo che era solo una mossa per evitare che l'atmosfera tra loro continuasse a crescere.
Così si andò a sedere sulla panchina, subito seguito da Cassandra.
La ragazza pensò subito che faceva freddino, e che avrebbe voluto entrare a prendere il giubbotto. Però l'atmosfera lì fuori era perfetta... il giardino silenzioso, il buio che stava scivolando attorno a loro mentre il cielo di Roma era trapunto di stelle scintillanti... una stupenda notte primaverile li circondava, e Cassandra non aveva nessuna intenzione di rovinare tutto per entrare a prendere una stupidissima giacca.
All'improvviso Francesco disse: «Ci, hai freddo?»
E le passò un braccio attorno alle spalle tirandola contro di sé.
Cassandra alzò gli occhi e guardandolo con estrema dolcezza disse: «No, ora non più»
Poi abbassò subito lo sguardo imbarazzatissima. Il suo bel viso si tinse bruscamente di rosso e dentro di sé pensò:
«Oddio che ho detto??? E adesso??? Chissà che idea si farà di me…»
Poi sentì un brivido attraversarle la schiena…
Francesco le stava accarezzando i capelli, la stava sfiorando con quelle sue mani così perfette con una delicatezza tale che non sembrava altro che l’aria della primavera che le sfiorava il viso.
Cassandra temette che Francesco potesse sentire il suo cuore, tanto batteva forte.
Francesco continuò ad accarezzarle i capelli mentre attorno a loro il silenzio sembrava quasi cantare. La sera profumava... un po' di fiori, ma un po' anche di Francesco, pensò Cassandra arrossendo un po'. Francesco nel frattempo quasi non pensava. Gli piaceva abbracciare Cassandra, e quell'atmosfera era fantastica. All'improvviso Marco aprì la porta. Sorrise vedendo i due ragazzi abbracciati che guardavano le stelle e poi disse sottovoce: «Ragazzi noi andiamo a letto.»
«Arriviamo.» Disse Francesco senza nemmeno voltarsi a guardarlo.
Marco rientrò e qualche istante dopo Francesco disse:
«Mi sa che dobbiamo rientrare... domani c'è il serale, dobbiamo essere carichi.»
Cassandra annuì, e si sciolsero dall'abbraccio senza nessuna voglia.
Rientrarono in silenzio, come se quello che avevano condiviso fosse stato troppo grande per poterne anche solo parlare.
Si prepararono per andare a letto, e mentre Cassandra era in bagno, Francesco le spostò i peluches dal letto.
Tra i peluche c’era un quaderno. Francesco lo spostò sul comodino pensando a come poteva fare Cassandra a trovare quello che le serviva nel casino che aveva tra le sue cose.
Mentre lo spostava, dal quaderno sfuggì un foglio. Francesco si chinò a raccoglierlo e non poté evitare di leggere quello che Cassandra aveva scritto.
Solo poche parole scritte in fretta, ma che fecero saltare un battito al suo cuore.

parole parole quante parole che mi circondano... ma io mi rifugio in me a pensare a te, te che mi sai capire te che mi sai prendere... non te l'ho mai detto ma io ti voglio bene… o forse mi illudo di volerti solamente bene... forse provo qualcosa che non ho mai provato... qualcosa... che mi spaventa... forse mi sto innamorando di te…

Francesco impallidì e arrossì nel giro di un momento. Poi nascose il foglio nel primo quaderno che trovò sul comodino. Quella poesia l'aveva sconvolto e spaventato: non si era mai sentito così prima...
Come tutte le sere Cassandra diede la buonanotte a tutti e lasciò per ultimo Francesco, in modo da potersi far fare una coccola prima di andare a dormire.
Dopo aver dato un bacio a tutti, Cassandra si avvicinò a Francesco per dare un bacio anche a lui. Francesco però la evitò chinandosi per andare sotto le coperte.
«Non me lo dai il bacio della buonanotte?» Esclamò Cassandra stupita.
Francesco si alzò di qualche centimetro e le diede un rapido bacetto sulla guancia.
«Buonanotte.» Disse prima di girarsi dall’altra parte.
Cassandra si mise sotto le coperte un po’ triste. Aveva capito subito che in Francesco qualcosa non andava: era strano, sembrava quasi che la stesse evitando. Non sembrava arrabbiato oppure offeso, ma era strano. Quello era poco ma sicuro.
Quella notte nessuno dei due chiuse occhio.
Per tutta la mattina e il pomeriggio furono entrambi strani: Fra era distante, e cercava di evitare Cassandra in qualsiasi modo. Lei da parte sua non riusciva a capire dove aveva sbagliato, fino a quando, sistemando le sue cose notò che c’era qualcosa che non andava: si accorse subito che mancava un foglio.
Un foglio, che a tutti poteva sembrare insignificante, ma che per lei era molto importante
Fu un attimo: capì immediatamente che quel foglio non era al suo posto perché era passato tra le mani di Francesco.
Quel pensiero la fece rabbrividire e le fece capire all’improvviso il perché del suo comportamento.
«Cassy, daiii!!! Sbrigati, aspettiamo solo te!» Disse Gennaro dal corridoio.
«Sì, eccomi, eccomi!» Rispose subito lei raggiungendolo fuori.
Lei, Gennaro, Marco, Marta e Francesco si avviarono allo studio per la puntata della settimana.
Cassandra era veramente agitata quella sera, agitata come non mai… Forse era la puntata… forse l’insieme di tante cose… di cui la puntata era quella meno importante.
In quel momento di tutto le passava per la mente, proprio di tutto: “Eccoci, ci siamo: stai calma Cassandra. Stai calma, ce la puoi fare... Oddio, ha letto la poesia, e adesso? Madonna che faccio? Oh, basta… hai un serale da affrontare, su! Devi rimanere lucida!”
Francesco la guardava da lontano tremare agitata e nei suoi pensieri c’era solo lei: “Cassy, cos’hai? Perché sei così agitata? Vedrai che tutto andrà bene... Sta’ tranquilla, io che sono sempre qui.... anche se forse oggi ti è sembrato il contrario: io ci sono...”

Poi tre... due... uno... Tu... tu... tututu....
Inizia la sigla. Il cuore di Cassandra ora batteva a mille.
Giusto il tempo di incrociare il suo sguardo con quello di Francesco e poi, in onda!
In puntata il tempo sembrava scorrere a velocità raddoppiata. Le telecamere, il pubblico, Maria De Filippi, i telespettatori da casa e l’esito delle prove... il tempo sembrava scorrere in modo diverso che nel resto del mondo.
Per tutta la puntata né Francesco né Cassandra trovarono il coraggio per parlare per primi. Cassandra salutò il suo pubblico, Francesco discusse con Gennaro per tutte le pubblicità.
Finchè arrivò il momento del verdetto.
Il cuore di Cassandra batteva a mille: pensò che ultimamente le succedeva troppo spesso. Mentre le carte giravano Cassandra chiuse gli occhi. Il pubblico applaude e fischia, non si capisce bene chi abbia vinto. Poi le parole di Maria:
«Hanno vinto i bianchi…»
Cassandra aprì gli occhi sconfortata. Accanto a lei Marta la guardò triste. I bianchi saltavano ed esultavano sul palco, abbracciandosi, mentre i loro fan e festeggiavano dagli spalti.
Maria chiese la schermata con le facce dei blu sullo schermo per poi chiedere ai bianchi il nome di chi doveva uscire. Sui visi di ciascuno dei blu si potevano leggere i loro pensieri…
Marta pensava: “ti prego, non io: devo ancora fare la protagonista del musical… ti prego, non io…”
Marco pensava: “ti prego, non io: devo ancora dimostrare alla Di Michele che sono in grado di arrivare alla finale, ti prego, non io”
Gennaro pensava: “ti prego, non io: devo ancora dimostrare quanto posso dare... ti prego, non io…”
Cassandra pensava: “ti prego, non io, ma soprattutto non Fra: devo spiegargli ancora la poesia... ti prego, non lui...”
Francesco pensava: “ti prego, non io, ma soprattutto non Cassandra: devo ancora dirle cosa provo per lei, ti prego, non lei...”
Cassandra non ricordò mai con estrema precisione quello che successe e soprattutto quello che provò in quell’ultima mezz’ora di diretta. Sapeva che le sue preghiere erano state esaudite, e che aveva ancora la possibilità di parlare con Francesco.
Sì, la possibilità non le mancava, quello che le mancava era il coraggio.
Mercoledì andò subito a letto dicendo che era stanchissima, senza nemmeno passare a salutare Fra che stava fumando. Non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi, perché ogni volta che succedeva le veniva in mente che lui aveva letto, che lui sapeva...
Giovedì però Cassandra si rese conto di non poter andare avanti così, e decise di affrontarlo. Era sera, avevano passato una giornata abbastanza tranquilla, ma si erano visti poco a causa degli orari delle prove.
Dopo cena Cassandra lo raggiunse fuori, decisa a chiarire le cose una volta per tutte.
«Posso parlarti?» Chiese Cassandra.
«Certo. Che mi devi dire?» Rispose lui
«Senti, per quella cosa che hai letto…»
«Io non…»
«Senti, non è un problema se l’hai letta o no, il fatto è che…» a Cassandra morirono le parole in bocca.
Il bel discorsetto che si era preparata per giustificarsi si era sciolto come neve al sole davanti agli occhi color cielo di Francesco. Perché doveva sempre emozionarsi così quando era con lui? «Il fatto è che… quella poesia… era per Marco!» Disse senza nemmeno rendersi conto di quello che aveva detto.
Francesco non disse nulla. Abbassò gli occhi in silenzio, sopportando anche quella brutta notizia con il suo abituale coraggio. Poi rialzò gli occhi e disse: «Non ti preoccupare, Cassy. L’avevo già capito.»
«Tutto a posto allora?» Chiese lei.
«Tutto a posto.» Disse lui con un sorriso finto.
Cassandra rientrò. Stava peggio di prima.
Fuori, Francesco spense la sigaretta. Gli era passata la voglia di fumare.
Se Cassandra aveva pensato di sentirsi meglio dopo aver parlato con Francesco, si era sbagliata di grosso. I giorni che seguirono quella discussione furono uno peggio dell’altro.
Francesco non la evitava, almeno non apertamente. Però non la cercava, non scherzava con lei e non andava da lei a parlare, a confidarsi e a discutere come faceva sempre.
Spesso Cassandra l’aveva visto parlare e ridere con Marta, come se lei avesse preso il suo posto. Così, per avere anche lei qualcuno con cui confidarsi, si era rifugiata da Marco.
Non l’aveva mai conosciuto molto bene, ma in quei mesi in casetta aveva imparato a scoprire il suo lato sincero e giocherellone, ed erano diventati buoni amici.
Nonostante tutto questo, Cassandra sentiva disperatamente la mancanza di Francesco. Dei suoi sorrisi, dei suoi abbracci, ma anche dei momenti che passavano assieme a parlare di cose anche stupide.
Qualche sera dopo il fatidico colloquio, stavano andando tutti a letto.
Cassandra dormiva tra Francesco e Marco, ma si sentiva a disagio. Non poteva abbracciare Fra, che la stava ignorando, ma nemmeno Marco, perché… se Fra li avesse visti?
Non sapeva cosa fare… desiderava in un modo incredibile di poter tornare a qualche giorno prima, e malediceva la sua boccaccia che non stava mai zitta, la sua stupida passione per la poesia… e il suo affetto esagerato per Francesco. Soprattutto quello.
Si alzò, con gli occhi pieni di lacrime. Non voleva fare sapere a nessuno che stava piangendo.
Corse nell’altra stanza e si buttò sul primo letto che vide. Si rannicchiò e lasciò che le lacrime e i singhiozzi scivolassero nel buio, lasciando libero sfogo alla sua rabbia e alla sua tristezza, mentre nella sua mente i pensieri prendevano la forma di una poesia…

Ho bisogno di te… di un tuo sguardo…
capiresti tutto…
Capiresti che la persona che voglio amare sei tu e non lui..
Mi sei talmente vicino che riesco a sentire i tuoi respiri...
ma tu non sei presente sei altrove .. ovunque ma non qui con me..
no non ci sei..
per soffocare un sentimento e mantenere l’altro.. ho finito per distruggere tutto..
e adesso mi ritrovo qua da sola accoccolata sotto le lenzuola.. fredde e gelide..
con te che non vuoi andartene dalla mia mente..
e io che non riesco più a pensare a nulla.. al di fuori di te!
Le lacrime iniziarono a scendere sul volto.. lacrime amare, calde..
lacrime di una ragazza qualunque.. ma con tanta voglio di amarti!


Nell’altra stanza, un paio di occhi azzurri fissavano il soffitto. Il proprietario di quegli occhi azzurri si era accorto che Cassandra era uscita dalla stanza, e si stava tormentando pensando che poteva essere nella camera accanto, in lacrime, rannicchiata da sola in una stanza fredda. Doveva andare da lei? Non poteva, lei avrebbe preferito Marco…
Ma quel cretino perché non si alzava e non andava a consolarla? Se fosse stato per lui, non ci avrebbe pensato due volte prima di alzarsi e andare nell’altra stanza e coccolare al buio la dolce Cassandra.
Ma Francesco non aveva il coraggio di muoversi: il suo cuore voleva andare da lei, ma la sua mente gli diceva di non muoversi.
Marco russava accanto a lui, e Cassandra piangeva nell’altra stanza. E Francesco non riusciva a dormire.
Il giorno dopo lui e Cassandra si incrociarono a colazione.
Francesco accennò un sorriso, e Cassandra sembrò sorridere a sua volta. Era un inizio, se non altro...
I giorni dopo quel primo timido sorriso sembrarono più leggeri, e anche se tra loro le cose non erano come prima, Cassandra si stava rendendo conto di quanto il biondo ballerino era importante per lei.
Pensò a quando era vero quel detto che diceva: “ti accorgi dell’importanza di una cosa solo quando l’hai persa una volta”.
Il mercoledì si avvicinava, e Cassandra era sempre più agitata. Erano rimasti in quattro, e se avessero perso i blu uno di loro se ne sarebbe dovuto andare.
Cassandra temeva di uscire, o che – e forse era anche peggio – sarebbe uscito Francesco.
Così, al martedì sera, aspettò che tutti fossero a letto e che la luce fosse spenta. Scivolò in punta di piedi fuori dal letto e si avvicinò a quello di Fra. «Dormi?» Disse con voce sottile, sperando in una risposta.
Quella sera era più agitata che mai, sentiva che sarebbe potuto andare storto qualcosa, e voleva parlare con lui: l’unica persona che riusciva a tranquillizzarla anche solo con una carezza.
Ma da parte di Fra non ci fu risposta.
Ma Fra non si era già addormentato: era steso sul letto, sveglio come gli era capitato spesso in quell’ultima, impegnativa settimana. E poi gli tornava continuamente in mente quella frase: “forse mi sto innamorando di te” e Marco che non si svegliava per consolare Cassandra…
Cassandra, che era agitata per il serale anche se non voleva ammetterlo.
Cassandra iniziò a parlare, anche se Fra era rivolto dalla parte opposta: il solo pensiero che lui fosse lì, vicino a lei la rassicurava. «Fra, io ho paura… sei l’unica persona che riesce a farmi sorridere… davvero… sai, mi sono affezionata tanto a te… beh, forse troppo – disse sorridendo – beh, sì, devo dire di sì… ma che ci devo fare? In fondo la colpa è anche tua, che sei così perfetto! Ogni volta che penso alle serate trascorse assieme mi viene da sorridere… che matti che siamo… e ora ho paura che tutto questo svanisca… che questa magia scompaia… così, da un minuto all’altro… e tutto per colpa di una mia bugia… una mia bugia infantile, che ho detto per paura di confessarti che in quella poesia c’ero io. Io, con le mie emozioni e il mio grande, enorme, incredibile affetto per te…»
In quell’istante Francesco si voltò e la guardò. Lei guardava lui. Nel buio della stanza gli occhi di entrambi scintillavano.

Avete presente quando vi capita di esser così felici da non riuscire a pensare a nulla? Come se il resto del mondo si fosse fermato e non esistessero più né tempo né spazio e ci foste solo voi e quella meravigliosa sensazione di inebriante felicità che rende quel momento così intenso anche se così breve? Beh, è quello che stava capitando a loro due.
Francesco, senza distogliere nemmeno per un istante lo sguardo dagli occhi di lei, tese il volto verso il viso di Cassandra. Lei fece lo stesso. Le loro labbra si incontrarono in un dolce, morbido e intenso bacio.
Un bacio da favola.
Un lunghissimo momento dopo Francesco si allontanò e le sussurrò, con un dolce sorriso:
«Io per te ci sarò sempre. Non avere paura. Mai.»
Cassandra non sapeva cosa rispondere. Non sapeva se gridare di gioia, scoppiare a piangere di sollievo o rispondere che anche per lei era lo stesso, così decise di rispondere a quelle parole con un altro bacio
Poi Cassi si alzò e tornò nel suo letto, ma un momento dopo sentì la voce di Francesco sussurrarle: “ti va di andare di là sul divano?”. Lei annuì...
Uscirono in punta di piedi dalla stanza per non svegliare Marta e Marco e si sedettero sul divano
'Ti va una camomilla?' chiese Casandra
Francesco si mise a ridere “Sono le due del mattino!”
"Ma io ho voglia di una camomilla!' esclamò lei
Francesco sorrise e si arrese: 'E allora d'accordo...'
In silenzio prepararono la camomilla e poi si sedettero sul divano, sotto la stessa coperta, a sorseggiarla dolce e dorata che avevano preparato assieme solo per loro...
La mattina dopo Marco e Marta li ritrovarono abbracciati, sempre sotto la coperta,
'Quasi mi spiace svegliarli...' disse Marta
'Vero...' disse Marco con un sospiro
Erano così carini assieme: la testa bionda di Francesco appoggiata su quella bruna di Cassandra, le loro mani intrecciate sopra la coperta... respiravano così piano che nemmeno si sentivano. E sui loro visi era dipinto un sorriso sereno e felice, quasi fossero usciti da un quadro di Raffaello.
Marco e Marta rimasero per qualche istante fermi, in silenzio a guardarli... forse anche invidiandoli un po'
poi Francesco aprì gli occhi e loro due si affrettarono a darsi da fare per non fargli notare che li stavano osservando
Francesco si sciolse delicatamente dall'abbraccio di Cassandra per non svegliarla, ma mentre cercava di alzarsi dal divano
Cassandra fece un verso come per dirgli di non andarsene, di non alzarsi.. che lei non voleva svegliarsi e stava bene così.
Ma era una verso così buffo che Francesco, Marta e Marco non poterono fare a meno di scoppiare a ridere sonoramente, e
il suono di quelle risate svegliò Cassandra, che si sfregò gli occhi insonnolita e si guardò attorno. 'Che succede?' chiese
'Niente Cassy' disse Francesco sorridendole,poi raggiunse Marco e Marta al tavolo della colazione
"Voi tre non me la raccontate giusta!' esclamò Cassandra alzandosi...
fecero colazione come al solito, allegramente, raccontandosi i sogni che avevano fatto durante la notte.
Marta aveva sognato di essere in una piscina di cioccolata bianca e che doveva uscire ma non riusiva perchè continuava a mangiare,Marco disse di aver sognato di essere al liceo e di correre perchè sarebbe arrivato tardi e poi aveva sognato che era arrivato a scuola appena in tempo scoprendo che era domenica. Commentarono i sogni cercando i loro significati nascosti fino all'ora delle prove.
Cassandra lo vide fermo davanti alla porta e gli andò incontro: "Ci vediamo dopo' disse Francesco chinandosi a baciarla su una guancia. 'A dopo...', rispose lei con dolcezza
A quel punto Francesco uscì con il suo borsone su una spalla. Cassandra rimase a fissare la porta che si chiudeva con aria sognante. 'Certo che stava proprio aspettando il tuo bacino per andarsene!' disse Marta
'Eh?' rispose Cassandra riportata bruscamente alla realtà 'Eeeeh ciao Cassy!' disse Marta ridendo, tornando in bagno a sistemarsi.Cassandra la raggiunse, pronta dopo quel bacio del buongiorno ad affontare la giornata di prove più forte che mai..
Tutto ad un tratto Marta si ricordo di qualcoa, e si mise a correre verso la porta gridando:“Fraaaaaaaaaaaa! Aspetta, fraaaaaaaaaaa!“Cassandra che nel frattempo si era pettinata con un’aria trasognata un po’ buffa ma molto dolce, tornò alla realtà, e seguì il corso dei suoi pensieri: “Ma guarda se Marta non doveva rovinarmi questo momento così… così… così… semplicemente bello! Così ‘alla Francesco!’ Oh, Cassandra, ma che ti importa di lei? Tanto fra neanche la calcola, sta’ tranquilla… è da te che aspettava il bacino del buongiorno! Dai Cassandra… ti aspetta una grande giornata!”
Marta rientrò nella stanza guardando di sottecchi Cassandra e con le guance rosse. Si rifugiò in bagno senza dire nemmeno una parola. La giornata fu faticosa sia per Cassandra che per Francesco.
Cassandra cantava benissimo, molto meglio del solito. Tanto che Jurman le disse che per il mercoledì successivo sarebbe stata travolgente, se avesse mantenuto quella carica.
E Francesco… beh, lui riuscì addirittura a guadagnarsi un complimento da Garrison.
“Che ti è successo Francesco? Sei stato incredibilmente vivo in questo pezzo!”
Francesco sorrise tra sé. “È che oggi mi sento più vivo che mai.” Rispose con un sorriso.
Garrison cercò di cavargli di bocca un motivo, ma Francesco evitava l’argomento con la sua cortesia, tanto che alla fine Garrison ammise che sperava di vederlo così anche al serale successivo.
Purtroppo però gli orari dei due ragazzi non coincidevano. Infatti, mentre Cassandra tornava a casa, passò davanti alla sala di danza e vide Francesco provare. E neanche a farlo apposta in quel momento Francesco si voltò e vide la ragazza dall’altra parte del vetro. Lei lo stava guardando e sorrideva…“Chissà a cosa sta pensando?” si disse Fra con un sorriso.
Fu un secondo. Come se si fossero toccati. Un solo sguardo, un semplice, innocente sguardo. Se si fossero abbracciati forse avrebbero provato una sensazione meno forte. Nessuno… nemmeno le loro fan più accanite avrebbero potuto capire quanto era stato coinvolgente quello sguardo.
Si rividero la sera, in casetta.
Nessuno sapeva nulla del compromettente bacio della sera prima solo loro!e non avevano nessuna intenzione di dirlo a nessuno. Era ancora più bello, quel bacio, con l’alone di mistero e segretezza che lo circondava. Ma ogni volta che si sfioravano, anche solo per passarsi l’acqua, oppure ogni volta che il loro sguardo si incrociava in uno degli specchi, si rendevano conto di tornare a pensare a quel momento. E nei loro cuori risuonava sempre la stessa frase:
“Se un sentimento è vero forse è meno sincero se lo si tiene nascosto? Chi deve sapere cosa siamo noi? Agli altri non deve importare… questa favola è solo nostra… forse un giorno la faremo sapere… ma viverla solo noi è molto più bello”.
Erano seduti sul divano, e Francesco la teneva per mano nascosto dietro a una montagna di cuscini.
In quel momento arrivò Marta, si chinò su Francesco e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio.
“Eccomi.” Disse lui. Strinse la mano di Cassandra, poi la lasciò e seguì Marta fuori dalla casetta.

Mercoledì mattina.
Per tutta la sua vita, Cassandra aveva odiato il lunedì mattina, perché significava la fine del week-end e l’inizio di un’altra dura settimana a scuola. Ma da quando era in quella casetta, il lunedì era un gran bel giorno, paragonato al mercoledì.
Certo, quando alla mattina si svegliava e con gli occhi ancora appannati vedeva il sorriso di Francesco, la giornata cominciava di sicuro sotto una buona stella. La settimana prima era uscita Giulia, tra lo sconcerto di tutti, e quella sera sarebbe stato ancora più difficile battere i bianchi.
Arrivarono in studio per le prove alla solita ora, ma Jurman aveva avuto un’emergenza e avrebbe avuto un’ora di ritardo. Così i blu decisero di provare per un’oretta da soli.
Marco attaccò il suo MP3 alla cassa che avevano a disposizione e iniziò a provare il suo pezzo. Francesco provava i giri per la coreografia di Steve e Marta e Cassandra aspettavano il loro turno.
Poi fu il turno del duetto su “Non amarmi” che dovevano cantare Marco e Marta.
Mentre cantavano però andò a finire che Marta rimproverò a Marco di evitare il suo sguardo, e Marco negò.
Stavano ancora discutendo mentre le ultime note di “Non amarmi” scorrevano nelle casse. Subito dopo quella canzone, gli accordi dolcissimi di un’altra base iniziarono a scivolare fuori dalla cassa. I due cantanti non si accorsero nemmeno della canzone che era appena iniziata, e nemmeno Cassandra, che li stava fissando senza vederli, persa nei suoi pensieri.
All’improvviso Francesco le si avvicinò, si chinò verso di lei e le cantò in un orecchio:
“A te che sei l’unica al mondo, l’unica ragione, per arrivare fino in fondo ad ogni mio respiro, quando ti guardo dopo un giorno pieno di parole, senza che tu mi dica niente tutto si fa chiaro…”
Cassandra si risvegliò dai suoi pensieri e lo fissò, mentre le sue guance si coloravano di rosa per l’emozione.
Ricambiò con un sussurro. Quel momento era troppo magico per richiamare l’attenzione degli altri due.
“A te che mi hai trovato all’angolo coi pugni chiusi, con le mie spalle contro al muro, pronta a difendermi, con gli occhi bassi stavo in fila con i disillusi, tu mi hai raccolto come un gatto e mi hai portato con te…”
Francesco le sorrise e continuò a cantare con lei. Le loro voci si mischiavano, si intrecciavano, si fondevano l’una nell’altra. E più cantavano, più sembrava che il resto del mondo sparisse.
Prima sparirono le gradinate della sala, le casse, Marco e Marta e le telecamere. Poi sparì la classifica, la competizione, la sfida e la paura. Poi sparirono i professori, le polemiche, i bianchi, Roberta…
Infine sparì anche il tempo. Erano solo loro due, immersi in quella musica bellissima e nella magia che solo un duetto davvero sentito può dare.
“A te che non ti piaci mai e sei una meraviglia, le forze della natura si concentrano in te – disse Francesco – che sei una roccia, sei un’alga, sei un uragano…”
Cassandra lo interruppe ridendo: “La canzone dice ‘che sei una roccia, sei una pianta, sei un uragano’!” E Francesco, con l’ingenuità di un bambino e con uno sguardo dolce negli occhi azzurri, rispose:
“Ma tu sei un’alga, non una pianta.”
Cassandra non trovò le parole per rispondergli. Dimenticò anche di andare avanti a cantare, mentre i suoi occhi bruni si perdevano in quelli del ballerino. In quel momento si spense la musica.
“Luca, ciao!” Salutò Marco.
Cassandra si voltò e vide Jurman entrare nella sala e appoggiare le sue cose. Lo vide parlare con i suoi due compagni di squadra, ma senza sentire quello che diceva: il battito del suo cuore era così forte che dominava ogni altro suono.
“Cassandra, Luca ti ha appena chiamato!” Le disse Francesco, appoggiandole una mano su un braccio.
“Ah… oh, scusa, vado subito.” Si alzò e raggiunse Jurman.
“Beh, Cassandra, che ti è successo? Sembra che tu venga dal mondo dei sogni!”
“Eeeh… è innamorata, Luca!” Esclamò Marco.
“Beh, lo è da mesi ormai, non ci ha ancora fatto l’abitudine?” Rispose Luca.
“A certe cose non ci si abitua mai abbastanza, vero Cassy?” Disse Marco ridendo.
Cassandra arrossì e abbassò gli occhi imbarazzata.
Francesco si avvicinò anche lui e si mise istintivamente vicino a Cassandra, che alzò gli occhi su di lui, di nuovo fuori dal mondo. Luca si accorse degli occhi sognanti di Cassandra e disse, ridendo.
“Certo Francesco che tu non fai proprio nulla per aiutarla a restare sulla terra! Proviamo, va’, che è meglio!”
Luca chiese alla regia di fare partire le basi e iniziarono a provare.
Cassandra sorrise tra sé al pensiero dei suoi dubbi della sera prima. Il solo pensiero di Marta che ci provava con Francesco la faceva sorridere.
Le prove passarono velocemente, tra sguardi, battute e rimproveri, e l’agitazione era sempre più forte nei quattro ragazzi.
Cassandra aveva un brutto presentimento, ma cercava di non pensarci. Si diceva anzi che proprio per colpa di quel presentimento doveva godersi ogni singolo istante di quella giornata.
Francesco invece era sempre sorridente. Forse per tutti i bei momenti che stava trascorrendo con Cassandra in quegli ultimi giorni. Qualcosa era cambiato. Tutto aveva un’altra luce, era tutto così bello e così vero!
Mentre stavano tornando in casetta ci fu tra Marco e Marta l’ennesima litigata. Questa volta Cassandra e Francesco decisero di starne fuori: quei due erano persone adulte, no? Allora che se la sbrigassero da soli! In fondo anche loro avevano diritto ad un po’ spazio, no?
Quindi fecero finta di nulla e sul pullman si sedettero vicini. Cassandra offrì a Francesco una delle cuffiette del suo Ipod.
Tutto era tranquillo. Marco e Marta avevano smesso di urlare e ora semplicemente non si parlavano. Cassandra era seduta accanto a Francesco e guardava fuori dal finestrino le case correre veloci.
Nell’Ipod scorreva una canzone che le piaceva molto e che diceva:
- sorridi dolcemente, guardi avanti, è tutto come un incanto… non ci credo che io possa star con te… -
Francesco sorrise tra sé:“Ha proprio ragione.” Pensò.
Cercò la mano di Cassandra senza distogliere gli occhi dal finestrino. La trovò, fresca e sottile, e la strinse forte nella sua.
Nel frattempo la canzone diceva: - ho voglia di te, e non capisco il perché… -
Cassandra intrecciò le proprie dita a quelle di Francesco e sorrise.
Rimasero mano nella mano tutto il tempo, in silenzio, finché non arrivarono alla casetta.
Dopo pranzo Cassandra era sdraiata sul suo letto e poco dopo arrivò Francesco, che si stese accanto a lei. Cassandra gli appoggiò la testa sulla spalla e lui le accarezzava dolcemente i capelli.
Ridevano, scherzavano, parlavano in inglese… sembravano quasi messaggi in codice.
Poi Cassandra ad un certo punto si alzò di scatto e Francesco la afferrò per la mano per riportarla giù. Ma inspiegabilmente qualcosa andò storto… e Francesco le spezzò un’unghia!
Lei inscenando una incredibile scena di pazzia gli saltò addosso per picchiarlo, ma lui (da bravo ballerino) fu più agile, infatti due secondi dopo Cassandra si ritrovò a inseguire Francesco in giardino. Sembravano due matti: si rincorsero per tutta la casetta finché Cassandra si ritrovò all’angolo. Da inseguitore ad inseguita! E a quel punto Francesco la prese e le fece il solletico ovunque. Caddero a terra e si rotolarono nell’erba prendendosi in giro.
Marco e Marta nel frattempo li guardavano da dentro la casetta sbalorditi. Non tanto per la scena (quei due erano davvero carini assieme), e nemmeno per lei… ma per lui, che in quei giorni era totalmente cambiato! Era aperto, scherzava… era un altro Francesco!
Cassandra e Francesco fecero la pace e rientrarono in casetta per riposarsi un po’. Mentre stavano tornando in sala squillò il telefono, e Cassandra corse a rispondere. Nel frattempo Francesco si era seduto sul divano.
Ma appena Cassandra abbassò la cornetta vide Francesco che si era addormentato sul divano. Si fermò un po’ a guardarlo e poi pensò che era il momento giusto.
Cassandra sparì per un oretta assieme al suo Ipod. Nessuno sapeva dove fosse finita.
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Francesco si svegliò dopo qualche minuto, con l’arrivo dei truccatori.
Tutti cercarono Cassandra, che solamente dopo un po’ arrivò, accompagnata da Line. Francesco appena la vide notò qualcosa di strano: il suo sguardo era spento.
Francesco le corse incontro, chiedendole se era tutto ok. Lei rispose vagamente di sì, ma sapeva benissimo che non era la verità, e sapeva soprattutto che lui se ne sarebbe accorto subito.
Ma non poteva dirlo. Non poteva dire a Francesco quel che le passava per la testa.
Lei con un gran sorriso cercava continuamente di evitare il suo sguardo, finché non venne “salvata” da
Paolo, uno dei truccatori, che la chiamò: era il suo turno!
Francesco aveva notato il viso triste di Cassandra, e aveva anche notato che aveva fatto la valigia anche quella settimana, ma che quella volta aveva controllato decine di volte di aver preso tutto. Gli aveva perfino detto che la prima cosa che avrebbe fatto dopo essere uscita sarebbe stata mandare uno SMS per votare lui. Francesco le aveva detto che non sarebbe uscita, ma come risposta aveva ricevuto un sorriso triste.
Le ore volarono, e in men che non si dica si ritrovarono dietro alle quinte del serale.
Un applauso accolse Maria de Filippi che entrava nello studio, e i ragazzi scalpitavano prima di entrare. Cassandra rideva con Marta e stavano parlando di qualcosa successo ai provini. Francesco lesse nei suoi occhi quello che con le sue risate voleva nascondere.
Si avvicinò a lei che stava parlando e interruppe il discorso mettendosi tra Cassandra e Marta, stringendo la sua Cassy tra le braccia.
“Andrà tutto bene. Tutto benissimo.” Sussurrò. “A te… che sei un alga.” Disse dandole un bacio sui capelli.
Cassandra sorrise. Il primo vero sorriso della serata.
Un istante dopo erano sul palco.
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Più tardi.
Francesco si voltò verso il muro. Alla fine era andato a letto, dopo l’ennesima sigaretta. Si accorse di avere gli occhi pieni di lacrime. Come avrebbe voluto tornare ad un'altra notte come quella… una notte in cui era sdraiato lì, da solo, proprio come in quel momento, e che come in quel momento non riusciva a prendere sonno.
Una notte in cui sentiva i singhiozzi di una ragazza nella stanza accanto e aveva una voglia incredibile di raggiungerla, abbracciarla e consolarla.
Chissà, forse anche in quel momento Cassandra stava piangendo.
Ma, mentre allora avrebbe potuto, ora non più. Era inutile anche solo desiderare di raggiungerla, abbracciarla e consolarla.
Quanto avrebbe voluto tornare indietro…
“Fra, dormi?” Sussurrò Marta accanto a lui.
“Sì, Marta.” Rispose lui, freddo. “Non mi va di parlare adesso.”
“È importante.” Disse lei con tono supplichevole.
“Sì, certo, come l’altra sera… quando mi hai raggiunto fuori al mattino per ‘dirmi una cosa importante’ e poi alla sera mi hai rivelato che ‘la cosa importante’ era solo che avevi paura di uscire. Ti prego, lasciami dormire.”
“Ho una cosa per te.”
“Puoi darmela domani. Buonanotte.”
“è da parte di Cassandra.”
Francesco si girò subito e si mise seduto. Negli occhi di Marta passò un velo. Lei non avrebbe mai fatto provare quei sentimenti al ballerino, se ne convinceva ogni giorno di più.
“Me l’ha lasciata nel caso fosse uscita. Probabilmente se lo sentiva.” Disse.
Tese a Francesco una piccola busta. Francesco uscì dalla casetta e si sedette fuori. All’aria fresca della primavera, la stessa che l’aveva accarezzato abbracciato a lei tempo prima, lesse quello che Cassandra aveva scritto sulla busta: “A Fra… il mio Ciccino!” Cercando di non commuoversi troppo aprì la busta.

Francesco si passò una mano sul viso e prima di leggere scorse la lettera con un sorriso, accarezzando con lo sguardo la scrittura leggera e femminile di Cassandra.
Si soffermò sulla firma. Con una grande ‘C’ si firmava ‘Ci’, e Francesco sorrise.
Adorava il suo modo di firmare. Adorava la sua scrittura. Adorava chiamarla Ci. Adorava lei.
Quanto gli sarebbe mancata… prima che la commozione gli impedisse di leggere, si ricompose un momento e iniziò la lettera.

"Ciao ciccino.
Sono nell’audiobox in compagnia del mio Ipod e di carta e penna. Ho chiesto alla redazione un po’ di tempo in cui potevo starmene lontana da tutta Italia, per la prima volta davvero da sola dopo mesi.
Mi hanno concesso un’ora e mezza qui, a telecamere spente.
Così posso lasciarmi andare… posso ridere e piangere come voglio, senza dover spiegare ogni mio sentimento al resto del mondo. Dopo un po’ ci si rende conto di quanto sia brutto stare al centro dell’attenzione…
Ti scrivo questa lettera mentre dormi sul divano, dopo aver trascorso con te una giornata intensa… allegra… bellissima… forse l’ultima, chissà…
Certo è che se ora stai leggendo queste parole il mio intuito – purtroppo – non si è sbagliato.
Adesso so che ti starai chiedendo perché ti scrivo… beh, Frà… è molto semplice!
Non riesco… e non posso… parlare davanti a milioni di persone che ci guardano.
L’abbiamo sempre detto: quello che è successo è nostro, e nostro resta! Come un segreto, il nostro segreto! Nessuno saprà mai cosa è successo tra di noi… cosa c’è tra di noi. Per tutti noi non saremo nulla più di fratello e sorella.
Certo, adesso io non ci sono più, ma tu non chiuderti in te stesso, tira fuori la grinta! Vorrei che tutti potessero conoscere il Francesco che ho conosciuto io: spiritoso, buffo, semplice, sempre gentile, romantico e dolce… ma con grinta da vendere, pronto a prendere in mano le situazioni e ad affrontare i problemi.
E se qualche volta sentirai la mia mancanza non temere: non sarà uno schermo a dividerci! Un pensiero, e sarò con te. Un pensiero… beh, no, non un pensiero: una canzone.
Una canzone bellissima, che questa sera non canterò, e per questo sarà ancora di più nostra. Solo mia e tua. So che la conosci e che ti piace.
Lascio parlare lei al posto mio…
“Sing out this song and I’ll be there by your side… storm clouds may gather, stars may collide… but I love, until the end of time”
Perdona le sbavature su questo foglio, ma anche se cerco di parlarti col sorriso e dandoti tutta la forza che ho, sto piangendo lo stesso.
Mi mancherai, non ne faccio un mistero… ma le mie lacrime mi fanno capire tante altre cose: per me non sei solo un amico, un fratello… sei molto di più.
Sei il mio ciccino, il mio tesoro… sei Francesco, l’unico ragazzo capace di farmi ragionare, l’unico che mi è stato sempre vicino, che mi accetta per come sono… l’unico che è riuscito a capire una ragazza complicata come me, che ha saputo sbrogliare il groviglio di emozioni che avevo dentro, che mi ha capito molto più di quanto non abbia fatto io stessa.
Ogni volta che sto con te tutto il resto svanisce, nient’altro ha più importanza.
Mi sembra di sfuggire alle telecamere, di entrare in un piccolo mondo fatto solo di un principe e di una principessa, dove le farfalle sono la libertà, il sole, la gioia, l’amore… la vita! Dove finalmente possiamo vivere la nostra favola senza essere giudicati.
Ti prego però, promettimi che ci rivedremo.
Promettimi che prima o poi canteremo assieme ‘A te’ sulla spiaggia della mia Toscana, senza più essere il ballerino Francesco e la cantante Cassandra della squadra dei blu, ma semplicemente io e te.
Io ti aspetto fuori di qui, per rendere questo sogno una realtà ancora più bella.
I minuti di pace tutti per me stanno per finire, e voglio ascoltare un’ultima volta ‘A te’ prima di uscire da qui e affrontare questa serata… ma prima voglio dirti un’ultima cosa.
Oggi ho passato una delle giornate più belle della mia vita. Questi giorni sono stati fantastici, mi ricorderò ogni tuo minimo gesto e lo porterò sempre nel mio cuore… assieme a te!

Amore, a presto…
La tua Ci

PS: Ciccino io ti aspetto fuori, ma ti aspetto da vincitore! Perché la tua vittoria sarebbe la mia vittoria!"

Francesco alzò gli occhi azzurri verso il cielo. Le stelle splendevano offuscate… erano tristi anche loro per l’uscita di Cassandra? No, forse erano solo i suoi occhi pieni di lacrime.
Strinse forte al cuore la lettera della sua Cassandra, come se con quel gesto potesse abbracciare lei.
Andò a letto con il cuore che batteva forte, e un momento prima di prendere sonno lasciò che nella sua mente risuonassero le parole della canzone che lei gli aveva dedicato.
Al residence dove avrebbe passato quella notte, Cassandra stava cercando di prendere sonno. E in quel preciso istante nel suo Ipod una stupenda voce femminile cantava:
“Sing out this song and I’ll be there by your side… storm clouds may gather, stars may collide… but I love, until the end of time”
Francesco la mattina dopo si svegliò con una gran tristezza addosso, stanco, stralunato, forse ancora incredulo per quello che era successo la sera prima: Cassandra uscita, quella lettera…
Mentre facevano colazione, arrivò una telefonata e rispose Marco. Mentre lui parlava al telefono, Marta mise una mano sul braccio di Francesco.
«Come stai?» Chiese con aria preoccupata.
Francesco la guardò per un momento e poi sorrise, scostando il braccio
«Tutto bene.»
Marta disse, con un sorriso materno:
«Te lo chiedevo perchè temevo che tu potessi essere triste per l'uscita di Cassy.»
«Certo che sono triste perchè lei è uscita.» Rispose Francesco con estrema sincerità.
«Ricordati che hai me…» disse Marta con un sorriso.
«Lo so, lo so.» Disse Francesco, alzandosi per posare la tazza nel lavandino. L'ultima cosa di cui aveva voglia era di evitare le avances di Marta in quella mattina in cui in testa aveva solo lei. Cassandra.
Uscì fuori per fumarsi una sigaretta. Il cielo stellato della sera prima si era trasformato in un mattino grigio e nuvoloso.
Marco uscì un istante dopo.
«Fra, al telefono era la redazione, dicono che c'è stato un guasto al circuito delle telecamere del giardino e che verranno ad aggiustarlo solo nel pomeriggio, perciò adesso non funzionano.»
«Beh, per fortuna. Almeno posso essere me stesso in questa situazione, per un po' lontano da tutti.» Disse Francesco.
Marco lo guardò per un istante, come per dirgli che lui lo capiva… o qualcosa del genere. E per non disturbare i suoi pensieri, rientrò in casa. Francesco pensò che dopotutto anche lui aveva avuto un'amicizia “fraterna” dentro la scuola, e anche la sua ipotetica 'sorellina' Vale era stata eliminata.
Si alzò e inizio a “passeggiare” nel giardino, come in cerca di qualcosa… o forse era meglio dire di qualcuno. Fatto sta che non riusciva a stare fermo: avanti e indietro, di continuo, per tutta la casetta. Poi si fermava sulle scalette e con occhi sognanti fissava l’uscio.
Inutile dire che non aspettava altro che dire ciao a Cassandra.
Rivederla entrare da quel cancello, vedere come la sua semplicità la rendeva bella… Bellissima… e semplice… anche senza un filo di trucco.
Passarono minuti… forse ore… quando una vocina stridula disse:
«Fraaaa vieni dai, stiamo aspettando solo te per mangiare!»
«Eccomi, arrivo… senza strillare, Marta, per favore.» disse lui.
Il pranzo sembrava non passare mai.
Cavolo quanto era difficile non vederla davanti a lui, non scambiarsi sguardi complici, e pensare di non potersi godere una mezz’ora sul divano con lei, a farsi le coccole…
E poi gli toccava sentire sempre la stessa voce. La stessa persona che parlava, rideva, scherzava, lo cercava… Ora aveva bisogno di tutto, ma non di Marta che disperatamente ci provava…
No, non ora… MAI!
Marco invece era giocherellone, e forse un po’ ingenuamente parlava e parlava senza sosta. Ma di certo non era Fra quello che partecipava alla discussione.
Anzi, di punto in bianco Francesco si alzò dalla sedia e prese il portacenere e uscì in giardino per fumare l’ennesima sigaretta.
Ormai fumava praticamente sempre, in continuazione… Forse perché sapeva che era un’ottima scusa per poter stare in giardino, da solo, a pensare… e anche ad aspettare.
Apri la porta, fece le scale e si sedette sulla sedia che poco prima Marta aveva portato in giardino per prendere il sole. In quella giornata nuvolosa, però, sembrava solo l’ennesima scusa per tormentarlo e stare con lui in ogni momento.
Francesco ricominciò a girare per il giardino. Si fermò davanti al muro dove stava attaccato un piccolo lucchetto dorato. Mentre lo fissava e sorrideva tra sé pensò a tutti i meravigliosi momenti passati in quella casetta, tra discussioni e coccole, tra chiacchiere ed eloquenti silenzi, tra abbracci e solletico…
Mentre era perso nei suoi pensieri sentì due braccia sottili stringersi attorno a lui, e un profumo delizioso e inconfondibile gli arrivò dritto al cuore. Non gli serviva altro per riconoscerla. Era lei.
Senza dire nulla non si voltò e non si mosse. Appoggiò le sue mani su quelle che lo stavano stringendo, sentendo il tepore del corpo dietro di lui contro il suo.
Chiuse gli occhi e gli sembrò di sentire i loro cuori battere. All’unisono.
Quell’abbraccio durò molto. Finché Francesco si sciolse delicatamente dall’abbraccio e si voltò.
Ed ecco… ancora una volta, vedere il suo volto riflesso negli occhi di lei. Com’era bella.
«Cassandra…» Sussurrò lui, sorridendo con gli occhi e con il cuore. Lei sorrise.
Senza dire altro si avviarono dentro la casetta. Appena Marco la vide le saltò al collo.«Cassy, Cassy!» Gridava contento.
Cassandra lo abbracciò amichevolmente e lo strinse forte forte. Poi andò in camera e prese le sue cose, le borse, i cartelloni e i peluches. Sulla porta della casetta si fermò a guardare i suoi amici.
«Ci vediamo tra tre settimane. Chiunque vinca… – disse guardando Francesco negli occhi con un sorriso – chiunque vinca, noi ci rivediamo tra tre settimane.»
Poi abbracciò Marco. «Comportati bene… e impegnati, capito?!» Disse con un sorriso.
Marco si mise una mano sul cuore e disse con aria commossa e divertita: «Promesso.»
Poi Cassandra strinse la mano a Marta. «Grazie di tutto.» Disse poi.
Ci fu un istante di silenzio, in cui la loro strana amicizia fu guardata da fuori. Non erano mai state grandi amiche, ma avevano saputo farsi squadra in quei mesi di casetta. Forse anche la loro era un’amicizia… in qualche senso.
Poi fu il turno di Francesco. Si abbracciarono eternamente, senza dire nulla… tra loro non c’era bisogno di parole. E poi Cassandra gli aveva detto tutto quello che doveva dirgli. Beh, forse non proprio tutto. Ma per ora poteva bastare.
Poi Cassandra prese le sue cose e si avviò fuori. Marco e Marta tornarono alle loro occupazioni e Francesco rimase fermo a guardare la porta che si chiudeva con un secco ‘clack’.
Fu questione di un secondo.
Francesco spalancò la porta e corse fuori. Cassandra stava aprendo il cancello.
«Cassandra, aspetta!»
Francesco la raggiunse trafelato e Cassandra fissò i suoi occhi bruni pieni di curiosità in quelli celesti del ballerino.
«Devo dirti una cosa.» Disse Francesco.

«Dimmi tutto.» Disse Cassandra sorridendo.
Francesco arrossì improvvisamente, e maledisse la sua timidezza che gli faceva fare quelle figuracce davanti alla ragazza che per lui contava di più al mondo. «Ho letto la tua lettera.» Iniziò lui, con la voce che tremava, e gli occhi bassi.
«E…?» Chiese lei.
«E ti prometto, ti giuro che ci rivedremo. Non finisce qui, Cassandra. Non voglio che finisca qui.» Disse lui, trovando finalmente il coraggio di alzare gli occhi e guardarla in faccia. «Ti voglio troppo bene per non promettertelo.»
Cassandra sorrise. Da quando era uscita si sentiva strana.
Forse più forte, forse più grande. Chissà.
Appoggiò una mano sulla guancia di Francesco e si alzò sulle punte dei piedi per baciarlo dolcemente su una guancia.
«Anche io ti voglio bene.» Rispose.
Francesco la abbracciò ancora, a lungo, come per stamparsi nella memoria il suo profumo. Poi Cassandra si sciolse dall’abbraccio dicendo: «Devo andare.»
«Lo so.» Sussurrò lui.
Cassandra aprì il cancello e prima di uscire si voltò un’ultima volta verso Francesco.
«Mi mancherai.» Disse lui.
Cassandra sorrise e gli mandò un bacio sulla punta delle dite.
«Sing out this song and I’ll be there by your side…» Cantò Cassandra.
«Come what may?» Chiese lui.
«Come what may!» Rispose lei incamminandosi.
Francesco la vide sparire dietro l’angolo e pensò che era stato davvero un’idiota a non trovare il coraggio di dirle quello che aveva in mente… “ti voglio bene”, ma che cos’era, un ragazzino delle medie? Eppure ogni santa volta che lei gli sorrideva lui perdeva il lume della ragione, e si ritrovava ad arrossire e balbettare.
Cassandra se ne andò, e lui prese una sigaretta… tanto per cambiare! Se la fumò tutta, solo, in santa pace, ripensando al loro saluto proprio fraterno!
Poi rientrò in casetta: era giovedì, e dal giorno dopo sarebbero iniziate le prove per il serale. Ce l’avrebbe fatta? Con quel ginocchio dolorante, e con la certezza che tanto non avrebbe vinto… Ormai non gliene importava più di tanto.
Ma guardando per caso un cartellone fracassino e guardando una foto di Cassandra (e pensando che anche da lì si poteva notare la profondità dei suoi occhi) ripensò alla lettera: “io ti aspetto fuori… ma ti aspetto da vincitore!” O qualcosa del genere.
Si impose a questo punto una regola: dare il meglio di sè per arrivare alla finale!
E finalmente poter rivedere lei.. CASSANDRA!
Qualsiasi cosa, qualsiasi gesto ormai gliela faceva ricordare: era quasi un ossessione.
Ma un ossessione bella, ma bella da morire.
Si impegnò tutta la settimana ma purtroppo il mercoledì..
«Questa puntata è stata vinta dalla squadra… bianca!»
Fra aveva paura. Ma non di uscire: paura di deludere Cassandra e non arrivare in fondo. E mentre lui veniva travolto dai suoi pensieri… si rese conto che Marta non faceva più parte della scuola!
Tra il dispiacere per Marta e la gioia di essere in finale un'altra settimana passò tra fatica e sorprese! Prima la giornata relax, alle terme. Era bellissimo, divertente, e Marco faceva proprio ridere. Però, a volte, e all’improvviso, e però gli veniva naturale pensare… “Chissà come sarebbe stato bello se Cassandra fosse stata con me!”
Poi la sorpresa: che bella, e che gioia rivedere i suoi genitori, e il suo mitico fratello! E c’era anche la signora Lina!
Francesco fu felicissimo di rivederla… e fu ancora più felice quando scoprì che non solo tifava per lui e non sopportava Roberta, ma che era anche una grande Fracassina!
E infatti eccola, non poteva mancare il suo commento sulla sua conterranea: «Ma come è bella la Cassy… e che belle parole..»
Francesco rispose, imbarazzato ma orgoglioso: «Eh sì… vero?» Cambiando discorso subito.
E poi, la sorpresa più bella: il video dei compagni eliminati.
E gli bastò vedere lei, la bellissima, semplice, dolce Cassandra per illuminarsi in volto. Lei ribadì il fatto che ci teneva a vederlo vincitore. Che creda in lui. Tutto aveva preso una piega diversa: era carico, totalmente carico. Avrebbe vinto per lei!
E ogni sera, nel suo letto, pensava a cosa avrebbe fatto quando l’avrebbe vista.
Pensò a tutte le possibilità, di vincere e di perdere subito, e di arrivare in semifinale…
Ma tutte le possibilità finivano con lui che la abbracciava e la baciava.
E sempre gli veniva in mente che, quella sera più che mai, li avrebbero guardati tutti.
Ma il solo pensiero di poterla riabbracciare a breve gli dava una carica incredibile, anche il ginocchio non gli faceva più male.
E finalmente arrivò la finale…
Gli eliminati erano tutti dietro le quinte e stavano aspettando di entrare. C’erano proprio tutti, e quanto erano belli!
Cassandra guardò per l’ennesima volta il suo riflesso nella porta a vetri delle quinte.
«Sei bellissima, non essere così nervosa!» Esclamò Marta sorridendole.
«Non riesco a stare tranquilla!» Disse Cassandra.
«Sei così bella che non mi stupirei se ti saltasse addosso appena ti vede!» Disse Maria Luigia ridendo.
«Maria Luigia ha ragione… e poi sarebbe felice di vederti anche se tu ti fossi presentata in pigiama!» Esclamò Marina.
Cassandra le sorrise, ma il suo sguardo corse ancora al suo riflesso.
Quando Simonetta l’aveva vista per la prima volta, quella sera, aveva esclamato: “Cassy, sembri proprio una principessa!”
Sarà stato l’abito che portava, o forse i riccioli bruni che le incorniciavano il viso, o forse il fatto che stava per rivedere il suo Principe… ma Cassandra si sentiva una Cenerentola finita al ballo di corte con un abito non suo.
Finalmente giunse il momento di entrare. I ragazzi sugli spalti erano incredibilmente carichi, urlavano e si agitavano senza un attimo di sosta. Cassandra si sistemò tra Susy e Simonetta, proprio in mezzo alla panchina per gli eliminati. Si guardò intorno nervosa ancora per un momento, poi arrivò Jurman a salutarla.
«Adesso lo vedi, stai calma!» Le disse ridendo ancora prima di dirle ‘ciao’.
La serata era iniziata ma sembrava che i minuti passassero al rallentatore. Quanto era durata la sigla? e il commento di maria? e quell'eterno RWM? Cassandra moriva dalla voglia di rivederlo.
Finchè Maria lo chiamò, e Francesco uscì da dietro le quinte... bello, bellissimo, con una meravigliosa divisa azzurro cielo che gli faceva sembrare gli occhi ancora più blu.
Lui di corsa andò accanto a Maria. Con il suo immancabile sorriso, appena più nervoso del solito, Francesco salutò il pubblico sugli spalti, e poi i suoi ex compagni. I suoi occhi si agganciarono per un solo istante a quelli di Cassandra.
Un momento, solo un momento, poi Francesco tornò a rivestire il suo ruolo di finalista.
Ma quel momento era bastato a Cassandra, che sorrise felice e pensò che quella serata era iniziata nel migliore dei modi.
Seduto sul suo sgabello mentre Maria parlava, Francesco guardava Cassandra.
Com’era bella. Sembrava proprio una principessa, con quei riccioli bruni sciolti sulle spalle e il suo dolcissimo sorriso. Quanto gli era mancata… quelle due settimane gli erano sembrate eterne, era quasi felice che la trasmissione fosse finita, perché era certo che non avrebbe resistito ancora senza di lei in quella casetta, che da due settimane a quella parte sembrava così buia.
Una prova dopo l’altra, tra Francesco e Pasqualino. Il ballerino scivolava sulla pista come non aveva mai fatto, dando il meglio di sé, restando aggrappato fino all’ultimo alla speranza della vittoria. Da parte sua Pasqualino non aveva nessuna intenzione di lasciare vincere Francesco. Si cimentò nella danza, ma fu l’esibizione canora di Francesco a lasciare tutti a bocca aperta.
Francesco si ritrovò da solo al centro del palco come tante altre volte, ma seduto su uno sgabello e con un microfono in mano. Sentiva il suo cuore battere forte e aveva paura.
Poi attaccò la musica, e Francesco prese un gran respiro.
Iniziò a cantare, e le note e le parole fluivano senza sosta, una dopo l’altra, senza che lui si impegnasse a pensarci… era come ballare. Come ballare, ma invece di eseguire dei passi doveva cantare delle parole. Era semplice, era naturale, era… bello.
Gettò uno sguardo verso Cassandra.
Lei stava sorridendo teneramente e teneva il tempo con un piede.
«Una casa bellissima… bellissima come vuoi tu.» Diceva la canzone in quel momento.
Gli venne in mente quante volte avevano progettato una vacanza assieme, una casa assieme… forse anche una vita assieme. E gli tornavano in mente gli occhi di Cassandra che brillavano mentre gli descriveva la villa con i fiori alle finestre e i gatti nel giardino che avrebbe voluto per loro due assieme. Francesco fu assalito dalla malinconia, e dalla dolcezza di quel ricordo; così fece la cosa che in quel momento gli veniva in assoluto più naturale: la indicò. Con un sorriso tese la mano verso di lei e guardandola negli occhi ripetè:
«Una casa bellissima, bellissima come vuoi tu.»
Sperando che lei capisse quello che stava dicendo tra le righe.
Cassandra non ci poteva credere.
Nascose il viso tra le mani mentre l’intero Studio 5 si voltava verso di lei. Era stata già una magia sentirlo cantare, e cantare così bene! Non si aspettava proprio quella ‘dedica’.
E poi proprio mentre lei pensava a quante volte avevano sognato la loro casa ideale, quella da comprare assieme! Le leggeva nel pensiero, era l’unica spiegazione.
Poi la sfida finì.
Cassandra non si sarebbe stancata mai di vedere Francesco ballare e recitare su quel palco, vestito di azzurro proprio come un principe. Invece la sua avventura era finita, insieme alla sfida. A passare alla seconda fase della serata era stato Pasqualino.
Ma Francesco non pareva triste, né deluso. Con la sua educazione salutò tutti i professori e poi andò a salutare ad uno ad uno tutti i ragazzi. Quando fu il turno di Cassandra la saltò, andando avanti dopo di lei.
Cassandra ci rimase male, e Simonetta se ne accorse. Le mise una mano su una spalla e con la sua vocina tenera disse:
«Non ti preoccupare, ti terrà per ultima.»
Infatti, proprio mentre Maria mandava la pubblicità, Francesco andò davanti a Cassandra.
La guardò per un istante con gli occhi pieni di amore, e poi allargò le braccia.
Cassandra non attese un istante di più e gli gettò le braccia al collo.
«Mi dispiace di non avere vinto.» Le sussurrò all’orecchio.
«Tu hai vinto. Tu per me hai vinto.» Disse lei con la voce rotta.
«Hey, che fai? Eliminano me e piangi tu?» Disse Francesco senza sciogliersi dall’abbraccio.
«Mi hai fatto piangere con quella cosa… frase… canzone…» Rispose lei, tanto emozionata da dimenticarsi addirittura come si parlava. Francesco per tutta risposta la strinse ancora più forte e le diede un bacio sui capelli.
Poi la produzione lo portò via, strappandolo dalle braccia di Cassandra. Se non fosse stato per loro chissà quanto sarebbe durato quell’abbraccio.
Al centro del palco ora c'erano marco e Paky... chi avrà vinto?
Intanto Cassandra fissava la tendina con gli occhi lucidi, in attesa di vedere arrivare il suo principino…
ma dov'era finito? Finchè eccolo, stava parlando con uno della regia.. e stava indicando lei!
«Sì, fissa me… oddio che ho fatto?» Pensò Cassandra.
Poi lui si avvicina, le sorride e si siede davanti a lei
«Volevo mettermi vicino a te ma me l'hanno impedito!» Disse lui ridendo.
«Ci, mi sei mancato troppo.» Disse lei con gran dolcezza.
Nel frattempo il pubblico era in escandescenza: Marco si stava avvicinando alla vittoria!
E tra i fischi e gli applausi, le grida e i salti… loro rimasero nel loro mondo.
E forse credendo che nessuno se ne accorgesse lui le prese delicatamente il viso tra le mani e le diede un bacio… un bacio lento… morbido… un bacio che valeva più di mille discorsi.
Erano sotto gli occhi di migliaia di persone, ma non importava. Si erano ritrovati, si erano riabbracciati… l'emozione di riavere Cassandra tra le sue braccia era così grande che Francesco aveva scordato tutta la sua timidezza!
Tutto questo… e la serata doveva ancora iniziare! Quante cose ancora li attendevano!
Francesco verso la fine della serata stava raccontando a Cassandra le sue peripezie canore con Jurman per preparare la canzone per quella sera.
«E allora Jurman mi fa: “devi usare il diaframma!” e io gli ho detto: “come faccio ad usare il diaframma? io uso i polmoni!” e lui si è messo le mani fra i capelli... beh, in senso metaforico!»
Cassandra rise di gusto, felice. Non gli era mai sembrato più bello ridere con lui!
All'improvviso Simonetta strattonò il braccio di Francesco, e gli indicò Maria de Filippi.
Francesco sbattè le ciglia un paio di volte ma non capiva.
«Vorrei tutti... TUTTI i finalisti qui, per favore!»
Maria doveva aver detto qualcosa e lui non aveva capito niente! Totalmente spaesato guardò con aria speranzosa Cassandra, che però si strinse nelle spalle e sorrise.
Francesco raggiunse gli altri al centro del palco e si chinò verso Pasqualino: «Che succede?»
«Devono dare il premio della critica!» Disse lui.
Francesco si voltò verso Cassandra, che scosse la testa e nascose il viso tra le mani con aria teatrale, ridendo. Francesco tornò a dare attenzione a Maria, anche se di quel premio in fondo non è che gliene importasse poi molto.
Dopo discorsi e discorsetti una signora che sembrava aver grande importanza disse:
«Il premio della critica va a Francesco, perché…»
Francesco guardò Cassandra, Cassandra guardò Francesco e mentre i loro sguardi si incrociavano lei pensava: Vedi amore? Hai vinto tu...
Francesco ringraziò con la sua cortesia... insomma, non lo desiderava alla follia, ma quel premio era una pur sempre una grande gioia! Subito dopo aver ricevuto il premio dovette stare ancora immobile davanti a quella tizia con in mano la targhetta a sentirla sproloquiare ancora per un po', e poi finalmente poté raggiungere il suo posto. Appoggiò per terra la targa e abbracciò stretta Cassandra dandole un bacio sulla spalla.
Lei era contentissima per lui., però una vocina fastidiosa nella sua testa diceva: "E adesso? Lui con la borsa di studio partirà per l'America, e tu starai qui... era meglio se non vinceva niente.."
Ma Cassandra l'azzittì e sorrise a Francesco. Era davvero felice per lui.
Nel frattempo le famose parole della canzone dei Queen che accompagnano la carta che nascondeva il volto del vincitore si spandono nello studio… le luci si abbassano… la carta viaggia nel led… MARCO!

Cassandra sospirò. Era seduta su un divanetto della grande sala per le feste della villa di Pasqualino, che l’aveva gentilmente offerta per l’occasione. Quando si erano ritrovati tutti, pochi giorni dopo la finale, le era sembrata un’idea favolosa organizzare una “festa d’addio”, ma ora si pentiva.
Era davvero stata stupida: come si può pensare di festeggiare una persona che se ne va? Soprattutto se a partire, a sparire per un anno dall’altra parte del globo era una persona importante come Francesco.
Era stata felice quando lui aveva vinto il premio, ma la solitudine che prevedeva non le aveva fatto godere nemmeno la festa del dopo-finale. Lei e Francesco erano stati insieme tutto il tempo, per recuperare gli attimi perduti, due settimane di coccole e di chiacchiere mancanti. Avevano festeggiato con gli altri, avevano fatto pace con Roberta e avevano fatto i complimenti a Marco.
Ma nel cuore della bella fiorentina c’era un angolino buio, che le ricordava in ogni momento che non avrebbe potuto essere “solo Cassandra insieme a Francesco”, perché lui sarebbe dovuto andare in America.
«Ohi, cosa fai lì da sola?» Disse Gennaro, passando vicino a lei e vedendola così a terra.
Si stavano divertendo tutti, in effetti. Susy, Cristina e Valentina ridevano assieme a Vincenzo e Luca. Pasqualino e Roberta chiacchieravano fitto sul balcone, Simonetta era seduta in braccio a Marco e rideva spensierata. Francesco parlava con Marina e Sebastiano e sembrava divertirsi molto. Gli altri erano tutti impegnati a parlare, mangiare o ballare.
Lo spazio in centro alla sala era molto grande, lo spazio per ballare non mancava, e Cassandra aveva organizzato una base multimediale per la musica e il karaoke su un lato dell’improvvisata ‘pista da ballo’.
«Ho mal di testa, non è niente.» Rispose a Gennaro.
«Dai, vieni a ballare, non farti pregare.» Disse lui.
La trascinò in pista, dove stavano ballando in pochi, e si mise a ballare con lei, facendo un po’ il buffone per farla ridere. Cassandra rideva e sorrideva, un po’ forzatamente, ma in fondo apprezzava gli sforzi del suo amico ballerino.
Finito il pezzo di musica, però, preferì sedersi di nuovo e iniziare una conversazione con Giulia. Voleva levarsi dalla testa il pensiero che il giorno dopo avrebbe dovuto salutare Francesco: il suo treno partiva alle 10 del mattino, lo avrebbe portato all’aeroporto dove avrebbero preso il primo volo per Los Angeles. Presto ci sarebbe stato l’Oceano a dividerli. A quel pensiero le si spezzò il cuore, e tornò a concentrarsi sul discorso che stava facendo con Giulia, pensando che non sarebbe sopravvissuta a quella settimana.
La serata si stava per concludere, il buio rendeva più magica l’atmosfera della sala e la musica si fece più dolce. Giuseppe, Pasqualino e Marco avevano iniziato un’amichevole sfida al karaoke, e quando fu il turno di Marco, egli prese il microfono.
«Io voglio dedicare questa canzone a due miei amici, due miei compagni di avventura, due blu come me. – disse Marco mentre prendeva il microfono e le dolci note al pianoforte di una canzone si spandevano nell’aria – perché il loro amore è troppo bello per non essere ricordato.»
La musica andava avanti, dolce e magica, e qualcuno le sfiorò una spalla.
Si voltò e vide Francesco, bellissimo e sorridente come sempre.
«Mi concedi questo ballo?» Disse tendendole la mano.
Cassandra la prese, e lasciò che lui la abbracciasse, per essere circondata dal suo profumo, oltre che dalle sue braccia.
- Così vai via, non scherzare no... domani via, per favore no...
«Sei bellissima stasera... se le fracassine ti potessero vedere si renderebbero conto di quanto hanno ragione a chiamarti principessina.» Sussurrò lui.
Cassandra non rispose.
«Anche se mi sembra di notare che ti mancano le scarpette di cristallo: hai scelto qualcosa di più comodo oppure non hai trovato il tuo numero?» Disse lui ridacchiando.
Notò che lei non rideva, così diventò serio di colpo.
«Non ridi?» Cassandra scosse la testa.
- Devo convincermi però che non è nulla, ma le mie mani tremano... in qualche modo io dovrò restare a galla
Cassandra si aggrappò alla camicia di Francesco per nascondere i tremiti. Cercava disperatamente di non piangere, ma il groppo alla gola era troppo forte per poter essere contrastato. Sentiva già gli occhi riempirsi di lacrime al pensiero che avrebbe dovuto ritrovare l’equilibrio nella sua vita, quell’equilibrio che aveva trovato insieme a lui. Il pensiero di doverlo salutare la faceva impazzire.
Francesco si accorse di quella stretta disperata, e le accarezzò i riccioli, acconciati con cura, decorati con quella rosa rossa che le piaceva tanto. Avrebbe voluto dirle qualcosa, ma non sapeva cosa.
- E così te ne vai, cosa mi è preso adesso? Forse mi scriverai, ma sì é lo stesso...
Ad un certo punto Francesco si accorse che stava trattenendo i singhiozzi.
«Oh, tesoro... ti prego, non piangere. Ti scriverò, ci sentiremo... non scompaio, te lo prometto.»
«Lo so, non ti preoccupare. Sto bene. Sto bene.» Disse lei, nascondendo il viso contro la sua spalla per non fargli vedere che i suoi occhi erano colmi di lacrime, che ben presto non sarebbe stata più capace di trattenere.
- Così vai via, l’ho capito sai... che vuoi che sia, se tu te ne vai... mi sembra già che non potrò più farne a meno, mentre i minuti passano... forse domani correrò dietro al suo treno... tu non scordarmi mai, come è banale adesso... balliamo ancora, dai... ma sì, è lo stesso...
Francesco la strinse più forte, chiudendo gli occhi. Forse lei non capiva che anche per lui era difficile. Doveva andare lontano, in un paese che non conosceva, tra persone che non conosceva... l’unica cosa che lo spingeva a provare era il suo amore per la danza. Ma scegliere tra l’amore per la danza e quello per Cassandra era impossibile. La amava come amava ballare. Tenerla stretta e respirare il suo profumo dolce lo faceva sentire vivo come esibirsi su un palco a tempo di musica. La trasmissione aveva deciso per lui. Non poteva rifiutare. Lo stage c’era, e lui ci doveva andare.
«Non mi dimenticare, Cassandra. Ti prego.» Sussurrò.
Cassandra non lo sentì. O forse no, lo sentì. Ma non riusciva nemmeno a pensare. Riusciva solo a stare lì, abbracciata a lui, ballando quell’ultimo lento accompagnati dalla voce calda di Marco.
- Amore bello come il cielo, bello come il giorno, bello come il mare amore, ma non lo so dire... amore bello come un bacio, bello come il buio, bello come Dio, amore mio non te ne andare...
E in quei momenti, in quegli ultimi momenti di danza e canto assieme, sembrava loro di rivivere tutta la loro avventura... le corse sotto la pioggia dalla scuola al residence, quel week-end a Jesi, al mare... il bacio in diretta, la sera della finale... le chiacchiere sottovoce di notte, quando nessuno li poteva sentire, quella sensazione di calma sicurezza che dava loro lo stare assieme... il non potersi dire ‘ti amo’ quando ne sentivano il bisogno, perché le telecamere, la trasmissione, la sfida e tutto quello che li circondava lo avrebbero reso puro esibizionismo. Tutto quello ormai faceva parte del passato.
- Perché è così? No, non è giusto se è così... se te ne vai, se te ne vai... Perché è così? Perché finisce tutto qui? Tra poco andrai, un lento l’ultimo oramai...
«Già... Perché deve finire così, Fra? Che abbiamo fatto di male perché dobbiamo dividerci senza aver vissuto nemmeno una settimana da innamorati?» Sussurrò Cassandra con la voce rotta.
«Non finisce nulla, nulla, capito? – disse Francesco con aria seria, scostandosi un po’ per guardarla negli occhi. – Non finisce nulla. E poi... noi due abbiamo vissuto quasi un anno da innamorati. Dentro o fuori quella scuola non importa. Noi eravamo innamorati... e lo siamo ancora. Non finisce, Cassandra.»
Ma Cassandra non rispose, e chinò di nuovo la testa. Come aveva ragione Marco, che in quel momento cantava “Tra poco andrai... un lento, l’ultimo oramai”
- E fare finta che ne so, di essere matto... piangere, urlare, dire no... non serve a niente già lo so... è finito tutto... E se tu caso mai... ma non mi sente adesso... balliamo ancora dai, ma sì è lo stesso...

Come poteva consolarla? Come poteva farle capire che quello che le stava spezzando il cuore era quello che il suo, di cuore, l’aveva spezzato da tempo? La abbracciò di nuovo, sperando che i battiti del suo cuore parlassero con quelli del cuore di lei, sperando che potessero dirle che stava impazzendo al pensiero di perderla. Le lacrime gli punsero gli occhi, ma le ricacciò coraggiosamente indietro.
Non le aveva mai detto “ti amo”, gli venne in mente in quel momento. Non se lo erano mai detti. Erano sicuri di amarsi, lo sapevano senza dirlo... Avrebbe desiderato da morire dirglielo in quel momento, ma ormai gli sembrava troppo tardi. Troppo, troppo tardi.
- Amore bello come il cielo, bello come il giorno, bello come il mare amore, ma non lo so dire... amore bello come un bacio, bello come il buio, bello come Dio, amore mio non te ne andare...
Nel frattempo nella mente di Cassandra scorrevano altre immagini... Loro due assieme, nello stesso banco, tutti i sabati. Le lezioni, i pranzi, le cene... sempre, sempre assieme. Le loro coccole, il terrore di perderlo ogni volta che c’era una sfida, ogni sera al serale, e più che mai quando era finito in ospedale per il suo ginocchio. Lui c’era sempre per lei, e lei per lui. Era così tra di loro. Si completavano. Semplicemente.
E ora lei stava per perdere la sua metà, la sua parte complementare, la sua anima gemella. Quelle due parole la fecero arrossire. Non aveva mai creduto all’anima gemella, ma forse l’aveva incontrata. E se ne era resa conto ora che la stava perdendo.
- Vai via così, no non è giusto ma è così... sei bella sai, sei bella sai... Vai via così, finisce allora tutto qui... tra poco andrai, un lento l’ultimo oramai...
«Non è giusto.» Singhiozzò Cassandra, lasciando che le lacrime le scorressero sulle guance.
«Lo so.» Rispose Francesco, accarezzandole i capelli.
“Tu non sei una cozza, al massimo un’alga...” Quel momento, forse il primo dove aveva sentito con certezza che tra lei e Francesco c'era sintonia, la accompagnò mentre le note della canzone finivano.
Marco appoggiò il microfono sul tavolino e si diresse verso la finestra. Simonetta, asciugandosi velocemente gli occhi, lo seguì.
Nella stanza era sceso un silenzio irreale. Poi, lentamente, tutti si mossero, prima parlando sottovoce e poi a voce più alta, finchè nella stanza ricominciò l’allegro chiacchiericcio di qualche minuto prima.
Solo due persone non parlavano. Francesco e Cassandra, ancora abbracciati, piangevano in silenzio l’uno sulla spalla dell’altra.
...

Il treno si fermò con un gran stridio di freni sul binario. Cassandra lo scorse tutto con lo sguardo, una carrozza dopo l’altra, mentre la gente iniziava a scendere.
Quanto tempo era passato? Un anno e qualche mese: un anno, due mesi e tredici giorni per la precisione. L’ultima volta che si erano visti lui le aveva regalato una rosa rossa e l’aveva portata al luna park. Avevano passato una giornata stupenda assieme. Poi, la sera, la festa. Quella festa in cui Marco aveva cantato per loro “Amore bello” e aveva fatto piangere sia lei che Francesco.
Non si erano promessi niente prima di dividersi. Sapevano come andavano le cose, il tempo avrebbe deciso lui…
Ma quando aveva aperto la posta elettronica e aveva letto il suo messaggio, Cassandra si era ritrovata a piangere di gioia davanti al PC.
Marco, che divideva con lei il bilocale poco fuori Milano, l’aveva vista in lacrime e aveva temuto una disgrazia. Ma quando lei gli aveva spiegato tutto l’aveva abbracciata, felice quanto lei.
Si era preparata con cura, e aveva messo tra i capelli la rosa rossa che portava quasi due anni prima, quando seduta di blu in uno studio affollato litigava con i suoi compagni e combatteva per realizzare il suo sogno.
Ora era ferma sul binario 11. Sopra di lei un cartello luminoso annunciava l’arrivo del treno da Roma. Era in perfetto orario, stranamente. Forse anche il destino non voleva ritardare il loro incontro. Si alzò in punta di piedi per vedere più lontano. Nessuno.
Sospirò, e decine di brutti pensieri le corsero in mente.
Era passato tanto tempo, come poteva tornare per lei? Eppure, erano proprio quelle le parole che le aveva scritto. “Mi hanno fatto tante proposte, ma voglio tornare a casa da te.”
Scrollò la testa per scacciare i pensieri negativi e alzò ancora la testa.
Una testa bionda in mezzo alla folla. Un paio di occhi azzurri come il cielo.
Cassandra iniziò a correre.
Lui la vide arrivare di corsa e lasciò cadere i borsoni e spalancò le braccia per accoglierla.
Cassandra si ritrovò aggrappata alla sua spalla, e in un attimo nella sua mente scivolarono decine di momenti, segnati da abbracci come quello.
Il resto della folla della Stazione Centrale era sparita. Non c’era più nessuno attorno a loro.
«Francesco, io…» Iniziò Cassandra.
Francesco la scostò un po’, per guardarla negli occhi.
«Shhh. Non dire nulla.» Sussurrò.
La baciò sulla bocca per un tempo che sembrava non finire mai.
«Ti amo, Cassandra.» Disse Francesco guardandola negli occhi, con una sincerità incredibile e un sorriso meraviglioso. Il biondo ballerino sembrava brillare. «Non te l’avevo mai detto, anche se l’ho sempre pensato.»
Cassandra rimase a bocca aperta. Poi, mentre le lacrime le salivano agli occhi, rispose:
«Anche io ti amo.»
Francesco sorrise, e la abbracciò di nuovo, stretta stretta. Che bella sensazione, il battito del cuore di Cassandra contro il suo, e i suoi capelli morbidi e profumati tra le sue dita. Le posò un bacio sui capelli e poi chiuse gli occhi, felice. Che bello essere tornati a casa.
E che bella sensazione essere tornati all’anonimato. Poteva abbracciare e baciare la sua Cassandra senza gli occhi di nessuno addosso. Aveva avuto la sua dose di notorietà, e gli era bastata.
Cassandra si sciolse dall’abbraccio e Francesco riprese i suoi borsoni.
Mano nella mano uscirono dalla Stazione Centrale.
Da allora in poi non furono mai più “Cassandra la cantante dei blu” e “Francesco il cocco della Celentano”. Furono solo Cassandra e Francesco.
Furono sempre e solo loro. E lo furono insieme.

By resha89 image
 
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Fra&LinaForever
view post Posted on 9/1/2009, 23:38




Veramente dolcissima! :wub:

Il finale mi ha commosso.... :cry:
 
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1 replies since 24/12/2008, 20:15   116 views
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